Lunga intervista di Romano Prodi al Corriere della Sera: dalla manovra del Governo M5s-Lega all’Unione Europea, passando per il Partito Democratico e la situazione internazionale. Il Professore ha anche parlato delle prossime elezioni europee e del pericolo di vittoria dei populisti: “Le europee possono segnare invece un punto di svolta. Lo spostamento a destra incorso nel Ppe ci chiede e allo stesso tempo facilita la costruzione di un raggruppamento che veda insieme, non nello stesso partito, ma alleati: socialisti, liberali, Verdi e macronisti. Uno schieramento politico accomunato dalla stessa idea di Europa. Se designassero il presidente della commissione e facessero un programma comune allora un’alternativa sarebbe possibile”. E l’ex presidente del Consiglio ha aggiunto sul programma in questione: “Una politica economica da affiancare all’euro; la lotta alle disparità; la difesa comune e una linea condivisa su immigrazione, sicurezza, giovani e lavoro”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“ANCHE IO CRITICAVO UE, MA…”

È un Romano Prodi a tutto campo quello che oggi, sulle colonne de Il Corriere della Sera, parla dell’attuale situazione politica italiana, lanciando l’allarme per una possibile deriva illiberale nel nostro Paese a causa dell’azione di Governo portata avanti da Movimento 5 Stelle e Lega. Inoltre, il Professore ha detto la sua sulla tanto criticata Manovra economica, dicendo che lui sarebbe aspettato un rapporto deficit/Pil al 2% e non alle cifre annunciate poi in Consiglio dei Ministri e parlando di “una inutile provocazione” e di una “manovra a breve termine”. A tal proposito, l’ex premier ha voluto precisare che l’Europa così com’è non va bene e che anche lui a più riprese ha “criticato l’Unione però per mostrare i muscoli bisogna anche averli” suggerisce in modo sibillino Prodi che, ricordando la sua esperienza di Governo, spiega che “prima di parlare portai il debito a poco più di 100 e forse Salvini no ma Di Maio dovrebbe conoscere quel detto napoletano secondo cui ‘chi ha il sedere basso non può fare danza classica’…”. (agg. R. G. Flore)



SU RENZI, “FACCIA PASSO IN AVANTI, O INDIETRO…”

Non solo dure critiche a questo Governo, paventando una svolta anti-democratica sul modello di alcuni Paesi sudamericani, ma pure qualche stilettata a quella che sarebbe ancora la sua casa, vale a dire il Partito Democratico, e in particolare l’ex premier Matteo Renzi. Nella sua intervista al Corriere della Sera, Romano Prodi ha parlato di “rischio di democrazia illiberale” a causa dell’esecutivo guidato da Movimento 5 Stelle e Lega e ha tirato in ballo anche il numero uno dei dem, dal momento che a latitare in questo momento è l’opposizione e quindi è necessario che “il Pd sciolga le ambiguità”: a proposito di Renzi, il professore lo ha invitato a “fare un passo indietro o in avanti” contestandone dunque il ruolo poco chiaro all’interno del partito, ovvero di maggiorente che ancora tira le fila ma allo stesso tempo autoretrocessosi a senatore e intenzionato a non ricandidarsi per la segreteria. “Per me è incredibile che mentre il segretario (ovvero Martina, NdR) chiude la festa a Ravenna, il potere reale faccia il discorso a Firenze…” è la chiosa di Prodi. (agg. R. G. Flore)



L’ALLARME LANCIATO DALL’EX PREMIER

Romano Prodi: “Italia rischia di diventare democrazia illiberale”, lunga intervista dell’ex presidente del Consiglio ai microfoni del Corriere della Sera. Duro l’attacco nei confronti del Governo Lega-Movimento 5 Stelle: “Italia democrazia illiberale come l’Ungheria? È un rischio che corriamo. Ci troviamo infatti nel caso in cui chi ha avuto il mandato popolare pensa di avere diritto a fare o a dire qualunque cosa. Come se l’elezione portasse in dote la proprietà del Paese. È una deviazione non solo italiana. Penso alla Polonia e all’Ungheria, così vicina al cuore di Salvini. Penso alla scena dei ministri grillini affacciati al balcone di Palazzo Chigi”. Prodi ha poi commentato la notizia delle ultime ore, la manovra col 2,4 per cento di deficit: “Bisogna vedere come finisce. Mi ha colpito il messaggio che è arrivato all’inizio, molto astuto per la politica interna e fortemente negativo per le sue conseguenze concrete. Messaggio seguito da una lunga serie di aggiustamenti successivi che hanno dato un chiaro senso di non padronanza dei numeri. L’idea che i numeri fossero fuori controllo. Io mi aspettavo un 2 senza virgola, ma non sono certo stato colpito dal 2,4”.

SU MIGRANTI: “AVREMO BISOGNO DI LORO”

Romano Prodi ha poi fatto il punto sul suo “ex” Partito Democratico: “Se vogliamo avere delle forze riformiste serve una coalizione ampia. Quello a cui penso è lo scenario europeo. Non confondiamo il riformismo con un partito. Le etichette del passato sono un punto di riferimento, ma non bastano. Se ci rivolgiamo solo ai nostri avremo forse l’unità, ma faremo poca strada”. E critica le varie fazioni che si sono create: “È incredibile che mentre il segretario chiude la festa a Ravenna, il potere reale faccia il discorso a Firenze. Non ho mai visto nella mia vita nessuna organizzazione andare avanti così. Nessuna. Serve un passo indietro di Renzi? O un passo in avanti, veda lui. L’importante è sciogliere questa ambiguità”. Oltre all’intervista al Corriere della Sera, l’ex Premier ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni nel corso della lectio magistralis al convegno nazionale dell’Anm per minorenni e famiglie: “Nel giro di una generazione in Italia perderemo l’equivalente dell’Emilia Romagna come popolazione: ci sarà bisogno di un nuovo flusso di migranti estremamente forte, altrimenti non avremo alcuna possibilità di portare avanti la politica economica”.