Carla Padovani è la nuova grana del Partito democratico dopo aver votato con la Lega a Verona una mozione contro l’aborto. Ora chiedono le sue dimissioni, ma nel suo passato ci sono altri episodi politicamente controversi. Nel 2012 aveva lasciato i del proprio in polemica con la posizione del partito sulle unioni civili, quindi era passata all’Udc. Mesi fa, prima delle elezioni politiche del 4 marzo, aveva chiesto di essere cancellata da un video del partito locale in cui veniva rivendicato come un successo il via libera alla normativa sulle unioni omosessuali. Nonostante ciò, la 56enne laureata in chimica e fervente cattolica è riuscita a capitanare il Pd in consiglio comunale. Doveva farlo la candidata sindaca dem Orietta Salemi che però ha preferito restare in Consiglio regionale quando è stata esclusa dal ballottaggio tra Federico Sboarina e Patrizia Bisinella. La militanza politica era cominciata nella Margherita con l’elezione nel 2002 come consigliera di maggioranza, poi è rimasta lontana dalle scene per qualche anno ed è tornata nei ranghi dell’Udc, non riuscendo a guadagnare una poltrona in Consiglio comunale. Infine, l’elezione con il Pd nel 2017.



“LA VITA È VALORE UNIVERSALE E NON DI PARTITO”

Dopo essersi chiesti chi è Carla Padovani, molti si sono interrogati subito dopo sulle posizioni della capogruppo Pd di Verona. E l’esponente dem le ha espresse chiaramente dopo la bufera che è scoppiata per il suo sì alla mozione contro l’aborto. «La vita va difesa universalmente, non sto a guardare di che “colore” siano le mozioni che lo fanno. So che nel Pd ci sono molte persone che condividono la mia opinione». Padovani, che ha rivendicato l’articolo 2 del codice etico del Pd il quale prevede la libertà di coscienza, non si è sbilanciata sulla vicenda delle dimissioni: «Domanda prematura. Ho votato la mozione della Lega ma rimango anti-salviniana, sposo le posizioni del mio partito specie sull’accoglienza ai migranti». Sull’aborto però non c’è evidentemente convergenza: «Ho votato a favore perché sono favorevole a qualsiasi iniziativa a sostegno della vita che può essere in questo caso sostegno della vita nascente oppure dell’immigrazione. Aborto? Una questione di coscienza, ma la vita è un valore universale e come tale dovrebbe essere retaggio non di un singolo partito ma di tutte le formazioni politiche».



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