Il Decreto Genova è passato alla Camera questa notte dopo un acceso dibattito in cui si è sfiorata anche la rissa. Hanno votato in favore il Movimento 5 Stelle, la Lega e i Fratelli d’Italia, mentre in Forza Italia hanno preferito astenersi, ad accezione della deputata Manuela Gagliardi. Quest’ultima, forzista spezzina, ha preferito mette la propria “x” sul sì, a differenza invece dei propri colleghi di partito, e la ragione è spiegata dalla stessa: «Ho votato sì al Decreto Genova per amore della mia terra – ha spiegato Gagliardi, come si legge su Ligurianotizie.it perché da Ligure non posso che sostenere ogni strumento che possa restituire dignità, speranza e possibilità di costruire subito un futuro migliore di oggi a Genova. Il decreto non è perfetto – ha aggiunto – si poteva fare di più e si poteva fare meglio: ma il meglio è nemico del bene, quando diventa ostacolo a un risultato di qualsiasi tipo». Ricordiamo che i sì totali sono stati 284 (Lega, M5s, FdI), i no 67 (Pd,Leu) e infine gli astenuti 41 (FI). (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



TENSIONE IN AULA/h2>
Il condono Ischia non è l’unica norma contenuta nel decreto Genova che ha attirato polemiche. Grande discussione anche sull’articolo 41, che prevede lo smaltimento in agricoltura di fanghi pesantemente contaminati da idrocarburi, diossine, furani, PCB, toluene, selenio, berillio, cromo e arsenico. E, ancora una volta, il Pd è in prima linea nell’attacco al governo: “Eccolo lo SCHIFO. Prima infarciscono il #decretoGenova di PORCATE come condoni edilizi e sversamento di fanghi inquinanti poi accusano noi di volerli fermare. Non sanno cosa sia la VERGOGNA. Usano Genova per le loro penose marchette. CHE SCHIFO!”, le parole di Anna Ascani. Queste, invece, le parole di Laura Boldrini di Liberi e Uguali: “Alla prima prova il #M5S dimentica e tradisce l’agenda ecologista infilando nelle pieghe del #DecretoGenova norme che favoriscono lo sversamento di fanghi contenenti idrocarburi”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)


IL COMMENTO DI FEDERLOGISTICA

Il Decreto Genova non ha soddisfatto tutti. Dopo i commenti di opposizione ed enti locali, arriva l’opinione di Federlogistica (affiliata a Conftrasporto). Come sottolineato da Trasporto Europa, Federlogistica ha dichiarato che senza emendamenti il Decreto mette a rischio la tenuta dei porti italiani. “Mi riferisco in particolar modo all’articolo 9 bis della proposta di Decreto, che attribuisce al commissario straordinario il potere di assumere provvedimenti sulle opere portuali”. Il presidente Luigi Merlo ha poi aggiunto: “Non solo: le opere sarebbero eseguite in deroga alla norme vigenti, in analogia con quanto avverrebbe per la ricostruzione del ponte. Una definizione così vasta, senza un’indicazione di quali siano le opere connesse alle emergenze, rischia di portare problemi interpretativi ai vertici e alla stessa struttura della Autorità di Sistema Portuale. Allo stesso tempo, può creare un grave vulnus nei confronti del sistema portuale italiano”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



TOTI E BUCCI DISAPPROVANO

Il decreto Genova è stato approvato alla Camera ed ora passerà al senato, ma l’iter per l’approvazione è stato difficoltoso e carico di tensioni. Fino all’una di notte circa, maggioranza ed opposizione si sono scontrate praticamente su ogni emendamento presente nel decreto varato per l’emergenza Morandi, ma anche per altre importanti questioni come ad esempio il terremoto di Ischia dell’estate 2017. Sulla vicenda sono intervenuti anche il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, e il sindaco di Genova, Marco Bucci, che hanno deciso di diramare una nota congiunta, utilizzando (cosa curiosa), la prima persona singolare: «Cari Parlamentari del Pd, sono certo che ogni testo sia migliorabile – il comunicato diffuso nella serata di ieri, prima dell’approvazione – e sono anche convinto che le opposizioni abbiano il diritto di contestare e contrastare le scelte del governo. Ma anche la Liguria ha i suoi diritti. E in queste ora sta vivendo nuovi momenti difficili. Dunque fare ostruzionismo su un decreto che aspettiamo da tempo e su cui è già stato fatto grande lavoro non è tollerabile e neppure rispettoso delle sofferenze di questa terra». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ARRIVA IL VIA LIBERA

E’ arrivato il via libera alla Camera per il decreto Genova, ma non sono mancate le polemiche, tanto da sfiorare la rissa in Parlamento. Ora il testo passerà al Senato, ma non si placano gli scontri tra maggioranza e opposizione. Il Movimento 5 Stelle nelle ultime ore si è scagliato contro il Partito Democratico: “Con un ostruzionismo ipocrita Pd e Fi stanno bloccando fondi per #Genova, risorse in più che il decreto stanzia in favore di sfollati, imprese, lavoratori, logistica. Lottiamo contro chi non vuole il bene della città. Ecco in tabella i frutti del nostro sforzo”, le parole del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli. Queste, invece, le parole su Twitter di Manlio Di Stefano: “Il #PD dopo aver lasciato l’Italia in macerie non si accontenta mai, ora fa pure ostruzionismo contro il decreto per aiutare #Genova e i genovesi. Si dovrebbero solamente vergognare e chiedere scusa agli italiani”. Il leghista Riccardo Molinari ha invece espresso la sua soddisfazione per il risultato ottenuto: “Approvato il #DecretoGenova alla Camera. Si può partire con la ricostruzione del ponte, ci sono risorse importanti per le famiglie e le imprese, oltre a misure straordinarie per il sostegno allo sviluppo del porto e della logistica. Genova dopo la tragedia, ora, può rialzarsi”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

DECRETO GENOVA, CAMERA DICE SI’

Dopo una notte di bagarre e tensioni in aula, alla fine passa alla Camera il decreto Genova, insieme di riforme straordinarie redatte per affrontare l’emergenza ligure post Morandi, e non solo. Dopo una serie di ritardi, il decreto Genova andrà ora al senato per la seconda lettura, ma la sensazione circolante è che il più sia stato fatto. L’ok è arrivato attorno all’una di notte di ieri, con 284 sì, tutti di Lega, Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia, 67 no, Partito Democratico e Leu, e infine, i 41 astenuti di Forza Italia. Durante la seduta, scrive Repubblica, sono stati bocciati tutti gli emendamenti all’articolo 25 del decreto, quello riguardante il condono per Ischia, colpito dal sisma del 21 agosto del 2017. Respinti anche gli emendamenti che limitavano l’effetto della sanatoria, e tutti i deputati del Pd sono intervenuti per un minuto a testa, accusando il M5s di aver varato «il più grande condono degli ultimi 20 anni nel collegio dell’onorevole Di Maio».

RENZI: “CHE SQUALLORE”

Sulla questione è intervenuto anche l’ex presidente del consiglio, Matteo Renzi, che ha utilizzato il proprio profilo Twitter per esprimere tutto il suo dissenso: «Nelle ore in cui l’Italia è flagellata dal maltempo – scrive sul social l’ex Premier – il Parlamento vota l’ennesimo condono nascondendosi dietro il dramma di Genova. È la pagina più squallida dall’inizio della legislatura». In serata si è anche sfiorata la rissa alla Camera, con i commessi che sono stati costretti ad intervenire per separare alcuni deputati di Fratelli d’Italia e del Partito Democratico, che avevano lasciato le proprie postazioni avvicinandosi gli uni agli altri pericolosamente. Gli emendamenti riguardanti esclusivamente l’emergenza genovese sono stati tutti approvati, mentre ha creato non poche tensioni l’articolo che autorizza a spargere fanghi con idrocarburi nei campi, visto che alcuni sostengono che gli stessi siano pericolosi per la salute, essendo cancerogeni.