È diventato un piccolo giallo il diario-denuncia di Ségolène Royal, ex candidata socialista alle presidenziali francesi nel 2007 che riporta un episodio, estrapolato e pubblicato oggi da Il Corriere della Sera, durante il quale su un motoscafo a Venezia furono pronunciate frasi sessiste a proposito di una ministra italiana in presenza anche di François Hollande e Matteo Renzi. La Royal, di fronte alla frase “Quella lì deve essere brava a fare altro, mica la politica” avrebbe provato a zittire i due ministri del suo Paese. Secondo la sua ricostruzione, l’allora Primo Ministro transalpino non disse nulla mentre Renzi sarebbe “impallidito” ma pure lui senza proferire parola, solo cercando lo sguardo della Royal. Tuttavia, nelle ultime ore, è arrivata la replica da parte dell’ufficio stampa del senatore dem di Rignano, che ai giornalisti del Corriere della Sera ha detto che “Renzi era sì in motoscafo, ma non c’erano ministri” e che nessuno avrebbe udito commenti sessisti, né l’ex premier italiano né gli ambasciatori. “Probabilmente le frasi incriminate furono dette in presenza della delegazione francese e” conclude lo staff di Renzi, “se furono pronunciate nessuno dei presenti tra gli italiani le udì”. (agg. di R. G. Flore)



“MATTEO RENZI E’ IMPALLIDITO E…”

Frasi sessiste su una ministra italiana: lo denuncia è Ségolène Royal nel suo libro, “Quello che finalmente posso dirvi”, uscito ieri in Francia. L’ex candidata socialista alle presidenziali del 2007 ha raccontato del vertice italo-francese a Venezia, quello dell’otto marzo 2016. Descrive lo scenario «magnifico» e dell’organizzazione di Matteo Renzi, l’allora primo ministro italiano. «Ci troviamo in un motoscafo nella laguna di Venezia all’uscita dell’aeroporto», scrive Ségolène Royal. E fa riferimento ai due leader, Renzi appunto e Françoise Hollande, due ministri uomini e lei. «I due ministri guardano il programma della giornata e bisbigliano tra loro lasciandosi sfuggire una grassa risata». Allora con lo sguardo chiede loro cosa li faccia divertire tanto, immortalando nei suoi ricordi l’immagine dei due «stravaccati, senza alcun ritegno, scoppiare a ridere citando il nome di una ministra italiana che parteciperà alla riunione di lavoro: “Quella lì dev’essere brava a fare altro, mica la politica”». Nel suo libro Ségolène Royal ha ricostruito quella scena, scrivendo che «il presidente francese fa finta di non avere sentito nulla mentre Matteo Renzi impallidisce e incrocia il mio sguardo costernato». L’allora premier italiano non poteva rimproverare i ministri francesi, aggiunge l’ex ministra che oggi è ambasciatrice nei negoziati per l’Artico e l’Antartide, e allora interviene lei.



FRASI SESSISTE SU MINISTRA ITALIANA: SÉGOLÈNE ROYAL DENUNCIA

«Vado in suo – e anche in mio – soccorso perché ero davvero scioccata come ministra e umiliata come donna, e rispondo loro “Poveri abbrutiti, ma vi siete visti?”», ha scritto Ségolène Royal. Ma l’ufficio stampa di Matteo Renzi, interpellato dal Corriere della Sera, ha offerto una versione diversa, pur confermando il giro in motoscafo durante la visita a Venezia. «Renzi era in motoscafo con Hollande insieme a Royal e alle ambasciatrici Maria Angela Zappia e Catherine Colonna, oltre all’ambasciatore italiano in Francia Giandomenico Magliano. Non c’erano ministri». Quindi per i collaboratori dell’ex presidente del Consiglio nessuno sentì commenti sessisti. «Probabilmente le frasi incriminate furono dette in presenza della delegazione francese. E se comunque furono pronunciate pubblicamente nessuno degli italiani le sentì». Ma Ségolène Royal scrive che quella non era la prima volta. In occasione del vertice franco-italiano all’Eliseo, del 24 febbraio 2016, le due delegazioni erano a tavola per una colazione di lavoro. «lla mia destra un ministro, e non dei meno importanti, si accosta a me e mentre la stessa ministra italiana prende la parola mi dice: “Hai visto quella? Sarebbe più brava a fare qualcos’altro, mica a occuparsi del suo ministero”». Ségolène Royal dice di non aver creduto alle sue orecchie e fatica a capire cosa l’abbia ferita di più, se la frase in sé o che quel ministro era convinto che quella stupida riflessione l’avrebbe fatta ridere.

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