Il centro di Roma è blindato per il corteo pacifico contro il decreto sicurezza di Matteo Salvini e il razzismo. Migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere il «il ritiro immediato del decreto immigrazione e sicurezza varato dal governo» e opporsi al disegno di legge Pillon. Gli organizzatori della manifestazione chiedono anche «accoglienza e regolarizzazione per tutti e tutte» e si schierano contro «respingimenti, alle espulsioni, agli sgomberi», ma anche «il razzismo dilagante, la minaccia fascista, la violenza sulle donne, l’omofobia e ogni tipo di discriminazione». Non sono mancati applausi e cori all’arrivo di Domenico Lucano, il sindaco di Riace sospeso. «C’è tanta emozione perché ci sono tante persone, non immaginavo fosse così», ha dichiarato Lucano dietro uno striscione con la scritta “Riace non si arresta”. Ma lui si considera uno dei tanti in piazza: «Non possiamo rassegnarci alla deriva di una società delle barbarie, disuguaglianze e discriminazioni . Non ci piegheranno, non farò un passo indietro anche se non sono più sindaco: non è la carica che conta ma la voglia di esserci è la voglia di esserci».



DL SICUREZZA, CORTEO A ROMA CON MIMMO LUCANO

Durante il corteo a Roma contro il dl sicurezza sono stati scanditi anche cori contro i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. La gente ha sfilato con bandiere e cartelloni con scritto “Uniti e solidali contro il razzismo”, “Accoglienza per tutti” e “Ruspe su Salvini”. Ben cento i pullman arrivati a Roma nelle ultime ore, ma non sono mancati i problemi. Li ha denunciati via Twitter il dem Matteo Orfini: «Non si capisce perché i manifestanti diretti a Roma siano fermati dalle forze dell’ordine, identificati, i testi dei loro striscioni verificati uno ad uno. Il Viminale chiarisca subito (e garantisca il diritto a manifestare) #indivisibili». Il corteo è stato organizzato dalla rete #Indivisibili e vede tra i promotori anche i Cobas e i ragazzi dell’associazione Baobab. Hanno partecipato anche associazioni di volontariato, studenti, migranti, sindacati e centri sociali. Con loro anche movimenti per il diritto all’abitare, Rifondazione Comunista, Potere al Popolo e Melting Europa.



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