Sono destinate a fare discutere le parole di Alessandro Di Battista dopo l’assoluzione di Virginia Raggi dalle accuse di falso in atto pubblico rispetto alla nomina di Renato Marra alla direzione del dipartimento Turismo del Campidoglio. L’ex parlamentare M5s, dal suo profilo Facebook, è andato all’attacco contro quelli che ha definito i veri “colpevoli”, ovvero “quei pennivendoli che da più di due anni le hanno lanciato addosso tonnellate di fango con una violenza inaudita. Sono pennivendoli, soltanto pennivendoli, i giornalisti sono altra cosa“. Di Battista ha rincarato la dose:”L’hanno trattata come una mafiosa, anzi peggio, perché i mafiosi, quelli veri, quelli che per anni hanno intrattenuto rapporti e frequentazioni con alcuni dei loro editori, non li hanno mai trattati così. L’hanno descritta come una ladra, l’hanno accusata di corruzione non si sa poi davvero perché. E soprattutto hanno provato a colpirla come donna trattandola persino come una ragazza dissoluta, come una cortigiana moderna, come una sgualdrina. Le hanno appioppato una relazione sessuale dopo l’altra provando a colpirla nei suoi affetti, nella sua famiglia“.
DI BATTISTA CONTRO I PENNIVENDOLI, “LE UNICHE PUTTANE SIETE VOI”
L’affondo di Di Battista nei confronti dei “pennivendoli” e in difesa della Raggi è continuato:”Nei suoi confronti hanno avuto, proprio loro che fanno i political correct e che sono i primi a scandalizzarsi per i molestatori delle star di Hollywood, vomitevoli atteggiamenti maschilisti. E le false femministe nostrane, quelle a targhe alterne per intenderci, quelle che senza nemmeno rendersene conto sono le migliori amiche del più becero maschilismo, non hanno aperto bocca. Perché infangare un grillino per costoro in fondo non è mai reato!“. Ma ancora più dura è stata la conclusione del suo post:”Oggi la verità giudiziaria ha dimostrato solo una cosa: che le uniche puttane qui sono proprio loro, questi pennivendoli che non si prostituiscono neppure per necessità, ma solo per viltà. Coraggio Virginia, hai ancora parecchio tempo per proseguire il tuo lavoro e sono convinto che lascerai questa città meglio di come l’hai trovata. Ti voglio bene!“. Adesso non resta che attendere la risposta dei cosiddetti “pennivendoli” chiamati in causa da “Dibba”…