Un’occasione persa: così i detrattori del sindaco Raggi e della gestione di Atac degli ultimi consigli comunali di questi ultimi 10 anni ritengono i risultati del referendum su Atac di fatto “fallito” per la scarsa partecipazione dei cittadini alle urne. Secondo il promotore Riccardo Magi, deputato +Europa e presidente dei Radicali, «non raggiungere il quorum è una sconfitta per un’amministrazione che ha nella democrazia diretta una sua finalità. È incredibile come questo sia rivendicato come una vittoria politica». Magi punta ancora il dito contro il Campidoglio reo di aver ammesso la presenza del quorum (al 33%, ndr) pur se il nuovo regolamento del Comune lo aveva tolto (lo stesso giorno in cui era uscita l’ordinanza sul referendum Atac ormai un anno fa). «Le parole del sindaco Raggi e dell’assessore Meleo sono indecenti. Hanno gettato la maschera e dimostrato che il Campidoglio si è comportato come un Comitato per l’astensione». Nel frattempo, dopo il flop del voto nella Capitale il Comune sembra intenzionato a concedere «la gestione della rete periferica di trasporto pubblico locale su gomma nel territorio di Roma Capitale», come riportano fonti del Campidoglio a Roma.it.



ATAC A RISCHIO FALLIMENTO

Vinta la battaglia, non è certo conclusa la guerra: il “nodo” Atac resta ancora fortemente intrecciato con il Comune di Roma che dopo il referendum consultivo di ieri deve comunque risolvere i forti disagi per il trasporto pubblico locale. I cittadini romani, non andando a votare, hanno di fatto “deciso” di lasciare in mano al Campidoglio il peso di decidere e regolare il servizio dei trasporti romani: il problema è che l’Atac era e resta un’azienda in crisi con tantissime domande irrisolte per il proprio futuro. I ricavi sono assai incerti, i circa 600 autobus in arrivo per rinnovare il parco mezzi ancora non se ne ha traccia e intanto da inizio 2018 ogni mese almeno 1-2 mezzi vanno a fuoco per le vie della Capitale. «Desta preoccupazione che non sia stato ancora avviato l’iter, lungo e laborioso, per pervenire alla determinazione conclusiva riguardo al futuro assetto del trasporto pubblico a Roma, lasciando emergere una situazione di incertezza prospettica», spiegavano i commissari che hanno compilato la relazione sul concordato preventivo depositata mesi fa al Tribunale di Roma. Per Virginia Raggi la campagna su Atac in mano al Comune è vinta, ma per consumatori e passeggeri della Capitale il caos odierno è tutt’altro che una buona notizia..



RISULTATI REFERENDUM ATAC, FLOP QUORUM

Il referendum sul “caso” Atac a Roma è definitivamente fallito: i risultati questa mattina certificano come il quorum non sia stato raggiunto (affluenza al 16%, serviva il 33%), di fatto atterrando le speranze dei promotori – Radicali, ma non solo: la liberalizzazione del trasporto pubblico di Roma, ovvero la messa in gara pubblica del bando oggi in mano ad Atac, viene bocciata dai cittadini che fanno vincere il SÌ al 74% ma che non si presentano a sufficienza alle urne per rivendicare la svolta nei trasporti della Capitale. Attenzione, al netto di quanto molti dicevano prima del Referendum consultivo, questo voto non era a favore della privatizzazione bensì della liberalizzazione del servizio: si voleva mettere in gara pubblica la gestione del trasporto locale con la conseguenza che non sarebbe stato più il Campidoglio a decidere praticamente tutto (come oggi) ma l’ente vincitore dell’appalto, sia esso pubblico o privato. Riccardo Magi dei Radicali presenterà ricorso per i ben noti disagi sulla tessera elettorale e per la decisione del Comune guidato da Virginia Raggi di mantenere la soglia del 33% sul quorum nonostante il nuovo statuto del Campidoglio non lo preveda più. Resta però il dato che pochi cittadini abbiano deciso di voler tentare di cambiare il destino per ora disastroso della gestione sul trasporto pubblico della Capitale.



GIACHETTI: “DELUSO DA REFERENDUM ATAC? NO, PERCHÈ…”

Il sindaco Raggi esulta dopo aver fatto campagna per il No al referendum su Atac, scrivendo oggi su Twitter «I Romani vogliono resti pubblica. Ora impegno e sprint finale per rilanciarla con acquisto 600 nuovi bus, corsie preferenziali, più controlli, riammodernamento metro. Attenzione e rispetto per tutti i votanti». Di contro, chi l’ha sfidata alle ultime comunali – Roberto Giachetti del Pd – si dice del tutto insoddisfatto dell’esito di ieri: commentando i risultati del referendum, l’ex radicale dem spiega a Radio Cusano Campus, «Sono andato a votare, ho votato sì.  Non sono deluso perché non mi sono mai illuso. E’ stata una consultazione silenziata dal Campidoglio e non poteva che dare frutti di questo tipo dal punto di vista della partecipazione. […] Si va a votare poco ultimamente a Roma. La differenza delle percentuali tra sì e no la dice lunga sul sentimento dei romani. Bisogna chiedere all’amministrazione cosa accadrà ad Atac. La sindaca ogni mese annuncia che arriveranno centinaia di nuovi autobus invece arrivano centinaia di milioni di debito».