All’indomani della conferenza stampa sulla Libia, indetta dal presidente del consiglio, Giuseppe Conte, in quel di Palermo, giunge il commento del ministro degli esteri. Enzo Moavero, nel corso di un’intervista rilasciata a Circo Massimo, programma in onda su Radio Capital, vede il bicchiere mezzo pieno: «La strada è lunga e il percorso complesso – ammette – il primo obiettivo era riunire le parti libiche, non era facile, le abbiamo riunite». Storica la stretta di mano fra il generale “dissidente” Haftar, e Fayez al Sarraj, leader del governo riconosciuto da Tripoli, anche se il militare ha deciso di disertare la conferenza stampa in programma assieme ad altri leader mondiali. «La presenza o l’assenza di determinate personalità – ha quindi aggiunto Moavero, proprio su questo argomento – non deve far pensare che questi eventi siano riusciti solo se partecipano i nomi più visibili, quasi fosse un evento mondano». Oltre ad Haftar, non hanno presenziato Angela Merkel, Emmanuel Macron, nonché Donald Trump e Vladimir Putin. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



DELUSIONE TURCHIA

La delusione della Turchia per quanto accaduto nel meeting di Palermo viene esplicitata dal commento del vicepresidente Fuat Oktay, che ha sottolineato di non ritenere giusto il mettere sullo stesso piano la Turchia con chi, a suo avviso, ha creato i fondamenti della crisi:  “Non si può pensare di risolvere la crisi in Libia coinvolgendo le persone che l’hanno causata ed escludendo la Turchi. Il meeting informale di stamattina è stato presentato come un incontro tra i protagonisti del Mediterraneo: ma questa è un’immagine fuorviante che noi condanniamo. Per questo lasciamo questo incontro profondamente delusi.” E verso il generale Khalifa Haftar il braccio destro di Erdogan ha avuto parole durissime, pur senza fare mai esplicitamente il suo nome: “Qualcuno all’ultimo minuto ha abusato dell’ospitalità italiana. Sfortunatamente la comunità internazionale non è stata capace di restare unita“. E con la Turchia le distanze sembrano essere considerevolmente aumentate. (agg. di Fabio Belli)



NESSUN DOCUMENTO REDATTO

Non è stato redatto nessun documento finale alla conferenza sulla Libia, non ci sono stati fino alla fine tutti i principali protagonisti della Libia e la Turchia ha alzato i tacchi e sbattuto la porta: visti così, i risultati della Conferenza di Palermo non sono poi così entusiasmanti eppure in quella stretta di mano tra Haftar e Sarraj c’è molto di più di una “foto opportunity” (qui sotto trovate il mini-focus). Intanto però il premier Conte teme che quei 700mila migranti possano seriamente non avere “freni” sul territorio disastrato libico e sbarcare nei prossimi mesi sulle coste europee: «Sono 700mila i migranti illegali in territorio libico. Quelli che sono nei centri di detenzione sono una piccola minoranza rispetto a un gruppo molto più ampio», ha spiegato l’inviato delle Nazioni Unite in Libia, Salamè. (agg. di Niccolò Magnani)



I “VERDETTI” DELLA CONFERENZA

Il premier Conte prova a tirare le somme di una Conferenza sulla Libia che tra tanto annunciare rischia di “perdere” la bussola di quanto effettivamente raccolto: «lasciamo Palermo portando con noi il sentimento di fiducia per aver dato una prospettiva di stabilizzazione della Libia. Non dobbiamo illuderci, ma sono state poste premesse importanti di questo cammino», spiega il Premier che non glissa sulla fuga della Turchia prima della Plenaria, «non ce l’hanno con l’Italia, ma comunque questo non toglie il senso di positivo andamento» della due giorni in Sicilia per un vero processo di pace, «Dobbiamo guardare francamente la realtà dello scenario internazionale, e far convergere a Palermo 30 paesi significa esporre questo incontro a qualche fibrillazione e alle particolari sensibilità tra alcuni Paesi. Dobbiamo anche accettarle» conclude il Premier. Altro effetto positivo arriva dall’appoggio dell’Onu, con l’inviato per la Libia Ghassam Salamè che ha commentato «C’è stato un impegno serio da parte dei libici presenti. Mi sento più tranquillo». (agg. di Niccolò Magnani)

TURCHIA: “PROFONDA DELUSIONE”

L’addio della Turchia al tavolo della Conferenza di Palermo ha suonato e in maniera fragorosa nelle stanze diplomatiche: i due schieramenti si sono presentati più agguerriti che mai, da un lato Haftar sostenuto da al-Sisi (i due generali, ndr) e dall’altro Qatar e Turchia che invece sostengono la stabilizzazione di al-Sarraj contro l’esercito nazionale libico guidato da Tobruk. Da Ankara c’è «profonda delusione» per il tavolo saltato oggi, mentre ufficialmente né Conte né Moavero Milanesi hanno ancora rilasciato un commento ufficiale sulla “fuga” della delegazione turca (probabilmente a fine plenaria, nella conferenza stampa ufficiale, arriveranno le prime parole in merito). Intanto parla il premier russo, Dmitri Medvedev, presente all’incontro tra al-Sarraj e Haftar: «sono fiducioso che si possano ottenere progressi sulla base degli accordi di Skhriat», anche se lo stesso inviato di Putin ha intimato a trovare per forza un compromesso, «altrimenti la situazione in Libia esploderà di nuovo». (agg. di Niccolò Magnani)

DELEGAZIONE TURCHIA ABBANDONA LA CONFERENZA PER PROTESTA

Non c’è neanche il tempo di festeggiare il successo della stretta di mano tra Sarraj e Haftar ai margini della Conferenza di Palermo sulla Libia, che per il Governo Conte scoppia una nuova “grana” diplomatica: il vicepresidente della Turchia, Fuat Oktay – dopo aver realizzato un bilaterale con il premier italiano nelle scorse ore – ha abbandonato con tutta la delegazione diplomatica la sede di Palermo, in «profondo disappunto» con la gestione della Conferenza di pace. Con una nota durissima, Oktay spiega che «la crisi libica non si risolverà se alcuni Paesi continuano ad ostacolare il processo». In particolare la Turchia se la prende con la “toccata e fuga”, così la definisce nella nota, del generale di Tobruk da tempo considerato il vero nemico di Qatar e Ankara: Haftar teme infatti che Al Sarraj ponga una stabilizzazione in Libia uniformata dall’alleanza strategica con i Fratelli Musulmani e per questo si sarebbe rifiutato di partecipare alla plenaria della Conferenza di Palermo, così come ha fatto l’egiziano al-Sisi odiatissimo dai “Fratelli” islamici. (agg. di Niccolò Magnani)

STORICA STRETTA DI MANO TRA SARRAJ E HAFTAR

«L’Italia riunisce i protagonisti del mediterraneo e rilancia il dialogo per la Libia»: così i Premier Conte su Twitter nel presentare, orgoglioso, la storica stretta di mano (con tanto di foto opportunity) tra i due “nemici” Al Sarraj e il generale Haftar. È vero, l’uomo della Cirenaica non parteciperà alla Conferenza di Palermo con gli altri leader in plenaria (come del resto al-Sisi, principale sponsor del generale di Tobruk, che lascia il suo rappresentante Sherif Ismail) ma la stretta di mano con il premier libico non può che rappresenta un punto di iniziale contatto decisivo per l’evolversi della situazione tra le più complesse al mondo. «Siamo sempre in stato di guerra e il Paese ha bisogno di controllare le proprie frontiere», ha spiegato il generale libico con la tv di stato di Bengasi arrivando a Palermo, e poi ha lanciato una sorta di «tregua» con al-Sarraj parlando all’interno della mini riunione di Palermo con Conte, Medvedev, Tusk, al-Sisi e per l’appunto il premier di Tripoli. Le fonti diplomatiche all’Ansa confermano, al termine della riunione e prima della plenaria in Conferenza (senza più il generale, partito subito dalla Sicilia), «C’è una buona possibilità sul fatto che la Conferenza nazionale della Libia, primo passo stabilito dalla road map Onu per le elezioni, si possa svolgere in gennaio». (agg. di Niccolò Magnani)

LO “SCHIAFFO” DI HAFTAR

Nessuna speranza che il generale Khalifa Haftar prenda parte alla Conferenza di Palermo sulla Libia. Parola dell’uomo forte della Cirenaica, referente principale della Francia di Macron, che ha di fatto sferrato uno schiaffo diplomatico al premier italiano, Giuseppe Conte. Intervistato dalla tv libica “Libya al Hadath”, Haftar ha infatti precisato:”Non ho niente a che fare con la Conferenza”. Per poi aggiungere:”Non parteciperei alla Conferenza di Palermo neanche tra 100 anni”. Secondo il comandante dall’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna), inoltre, qualcuno avrebbe “approfittato” del ricevimento riservatogli ieri sera Villa Igiea, l’hotel di Palermo in cui si svolge la Conferenza. Haftar infatti ha precisato:”Tutta la mia partecipazione è con i ministri europei e dopo questi incontri con loro, alle 8 o alle nove, partirò immediatamente”. (agg. di Dario D’Angelo)

LIBIA, CONTE RIUNISCE HAFTAR E AL SARRAJ

Come riportato anche da Sky Tg24, è in corso a Villa Igiea a Palermo il vertice tanto atteso tra il generale Haftar e il premier libico Al Sarraj, riuniti dal Presidente Giuseppe Conte dopo uno sforzo diplomatico non indifferente negli ultimi giorni del Governo italiano. Al faccia-faccia tra i due principali leader della Libia, partecipano anche il premier russo Medvedev, il presidente d’Egitto al-Sisi, il Presidente del Consiglio Ue Donald Tusk e il Presidente della Tunisia Essebsi. Presenti al tavolo di Palermo anche il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian, il premier algerino Ouyahia e l’inviato Onu per la Libia Ghassam Salamè. Dopo il bilaterale durato fino a notte fonda tra Conte e Haftar oggi la possibilità di raggiungere almeno un piano di “accordo” su cui costruire la diplomazia nei prossimi mesi. Va detto che però lo stesso generale di Tobruk ha fatto sapere che non sederà alla Conferenza vera e propria in plenaria di questo pomeriggio, come conferma il portavoce dell’esercito nazionale libico «il generale è arrivato in Italia ieri (lunedì) per una serie di incontri con i leader di Paesi vicini. Non è lì per partecipare alla Conferenza di Palermo». (agg. di Niccolò Magnani)

LIBIA, CONFERENZA DI PALERMO ENTRA NEL VIVO

Bilaterale notturno fra il premier Giuseppe Conte e il generale Khalifa Haftar. Un faccia a faccia, quello fra il presidente del consiglio italiano, e il militare libico, che è arrivato solamente dopo che le altre delegazioni invitate a Palermo hanno lasciato Villa Igiea. Il primo ministro del Belpaese ha invitato Haftar a cercare la via del compromesso con gli altri leader libici presenti nel capoluogo siciliano, citando Nelson Mandela: «Il compromesso – ha detto – è l’arte della leadership, e i compromessi si fanno con gli avversari, non con gli amici». Parole a cui Haftar ha replicato asserendo, e spiegando di considerare Conte “un amico affidabile”, e aggiungendo che la conferenza in corso rappresenta “un’ottima occasione” per la stessa Libia. Il bilaterale, come riferisce l’agenzia Ansa citando fonti di Palazzo Chigi, sarebbe stato molto positivo, e sarebbe durato circa un’ora. Oggi riprenderanno i lavori con nuovi incontri, anche se per la plenaria delle 11 la presenza di Haftar non è ancora confermata.

INCONTRO CONTE HAFTAR A PALERMO

Alcune fonti parlano di assenza del generale libico, mentre altre lasciano la questione in sospeso. Alle 9:45 Conte accoglierà i capi delegazione per una foto di famiglia, quindi alle 11 la plenaria alla presenza, fra gli altri, del premier russo Dmitri Medvedev, del presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, del ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian, dell’inviato dell’Onu Ghassam Salamè, e infine, del leader di Tunisia e Algeria. Il vertice dovrebbe durare un paio d’ore al termine del quale si terrà una conferenza stampa di Conte. Obiettivo del governo italiano, cercare di coinvolgere il più possibile Haftar nonché il “nemico” Fayez al Sarraj, leader del governo riconosciuto di Tripoli: un’impresa non semplice ma che fino all’ultimo sarà in forse. Alla conferenza stampa di Palermo avrebbero dovuto partecipare anche i due leader mondiali Vladimir Putin e Donald Trump, vista la loro presenza a Parigi nelle scorse ore per il centenario della Grande Guerra, ma entrambi hanno dovuto declinare l’invito.