Oltre allo scontro, l’ennesimo, con i giornalisti, Alessandro Di Battista ha stilato una “pagella” tutta sua dei cronisti e delle penne “con la schiena dritta” che non appartengono perciò alla stragrande maggioranza che invece sarebbe un mero «infame pennivendolo», eccetera. La lista dei “buoni” giornalisti “liberi” è esposta in poche righe sempre nel post su Facebook: «Travaglio uno che il Movimento l’ha bastonato ripetutamente, è libero Massimo Fini, un uomo che per non essersi piegato al pensiero dominante non ha fatto la carriera che meritava. E’ libero Buttafuoco, uno degli ultimi intellettuali rimasti, sono liberi Fulvio Grimaldi e Alberto Negri, due non certo teneri con la politica estera dell’attuale governo». E poi ancora Franco Bechis (uno dei giornalisti più innamorati dello studio degli atti che abbia mai conosciuto), Milena Gabanelli, Luisella Costamagna e «decine di Giornalisti e Giornaliste che hanno capito che chi davvero sta colpendo la libertà di stampa sono svariati sicari dell’informazione ormai distaccati dalla realtà e capaci di scendere in piazza per difendere esclusivamente la loro posizione di potere che ha molto più a che fare con quella servitù volontaria descritta da Étienne de La Boétie che con il desiderio di indipendenza che tanto sbandierano in queste ore». Una pagella, una divisione e un altro attacco: che Di Battista sia pronto per tornare (perché, è mai uscito?) all’agone della politica nostrana, ormai è cosa evidente.



DI BATTISTA ATTACCA (ANCORA) I GIORNALI

In principio fu Virginia Raggi, ma prima di lei Luigi Di Maio e lo stesso Alessandro Di Battista: il rapporto tra i giornalisti e il M5s è ai minimi storici e non certo “solo” per l’attacco definitivo scagliato dal “viaggiatore in Sud America” che ha definito «infimi pennivendoli e put…ne» i cronisti che hanno scritto sul processo della sindaco di Roma. Ora però, questo non si può negare, il “rapporto” è prossimo all’esplosione: con un nuovo post su Facebook Di Battista torna sulle infinite polemiche di questi giorni tra stampa e Movimento (è di oggi la rimozione del capogruppo M5s a Palermo, Ugo Foretto, che ha osato schierarsi in difesa della libertà di stampa, ndr) e attacca «contro di me giornali di Berlusconi, De Benedetti e Caltagirone […] Ben vengano le manifestazioni per la libertà di stampa, solo che andrebbero fatte in Svizzera sotto casa di de Benedetti, ad Arcore sotto casa di Berlusconi o davanti alle incompiute Vele di Calatrava per le quali il gruppo Caltagirone si è beccato un bel po’ di soldi. Ma in certi luoghi questi “sepolcri imbiancati” evitano di andare. Al contrario bastonano chi ci va e chi ne parla». Definisce “Voldemort” De Benedetti e spiega come l’origine degli attacchi contro di lui derivano dall’aver letto ad Arcore davanti alla villa di Berlusconi la sentenza di condanna per associazione mafiosa esterna di Dell’Utri: insomma, Di Battista letteralmente scatenato che non fa altro che rinfocolare il già durissimo scontro tra stampa e grillini.



DISSIDENTE ELENA FATTORI: “GIORNALISTI ELETTI M5S SI DIMETTANO”

Sono stati diversi i flash mob organizzati oggi dalla Fnsi per rispondere agli attacchi frontali del M5s a vari giornalisti italiani: «basta attacchi alla libertà di stampa», protesta il sindacato dei giornalisti. Addirittura su Facebook prende posizione la sempre più “dissidente” Elena Fattori (nei giorni scorsi salita all’altare della cronaca per la feroce opposizione al Decreto Sicurezza del Ministro Salvini, non votando la fiducia imposta dal Governo) che apostrofa gli stessi capi del suo partito «Coerenza vorrebbe che per dimostrare la loro verginità tutti i giornalisti eletti con M5s si dimettessero». Sulla vicenda interviene anche l’Agcom che sottolinea «l’esigenza di un’informazione libera, pluralista, rispettosa della dignità delle persone, del ruolo delle forze politiche e dell’autonomia professionale dei giornalisti. Segnala pertanto – concluda ancora la nota – che ogni attacco agli organi di stampa rischia di ledere il principio costituzionale di libera manifestazione del pensiero, che e’ alla base del pluralismo dell’informazione e del diritto di cronaca e di critica».

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