Virginia Raggi volta pagina, ma non prima di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Lo fa a Porta a Porta attaccando la stampa, ma non con i toni rabbiosi con cui lo hanno fatto Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio. «Oggettivamente ho subito un processo mediatico per cui sono stata descritta come Jack lo squartatore o il mostro di Milwaukee», ha dichiarato la sindaca di Roma, assolta nel processo che la vedeva imputata per il caso nomine. «Sono state dette molte cose perché sono una donna: da patata bollente a patata bollita e oca del Campidoglio. Siamo andati oltre». D’altra parte ha sottolineato il «lavoro ammirevole» che svolge la stampa, il cui compito è fare «da guardia della politica». Raggi ha spiegato che avrebbe voluto equità di trattamento. Quando Bruno Vespa la interrompe ricordando il massacro mediatico subito da Silvio Berlusconi, lei replica: «Mi sta paragonando a Berlusconi?». Ora però a Roma serve un cambio di passo da parte della sindaca. «Io credo che ci sono tantissime cose da fare. Se il governo ci aiuta come ha promesso credo che ci sarà davvero un’accelerazione».



LA RIVINCITA DI VIRGINIA RAGGI

Virginia Raggi non pensa ad una ricandidatura: «Ho sempre detto arriviamo vivi alla fine del mandato, che mi sembra un’ottima sfida». Così ha risposto a Bruno Vespa nella puntata di Porta a Porta. Incalzata sul degrado della capitale, la sindaca di Roma ha spiegato: «Abbiamo fatto un calcolo dopo anni di mancata manutenzione, abbiamo chiesto con un emendamento al governo 250 milioni di euro per cinque anni solo da investire in strade e verde e tra una settimana iniziano i lavori». Ma Virginia Raggi ha parlato anche da Giovanni Floris su La7, tornando sulla sentenza: «Il giudice ha accertato che non ho rubato e che non ho mentito». La sindaca di Roma si è presa dunque la sua rivincita: «Dopo due anni di fango sono stata assolta a formula piena. Ora spero che questa sentenza metta fine a questo clima di odio». Un clima di odio che vede protagonista però anche il Movimento 5 Stelle con gli attacchi alla stampa. «Credo che alcuni titoli siano stati degli sciacalli. Sono stata descritta come una donna dissoluta che quasi era l’amante di tutti gli uomini che passavano in Campidoglio».

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