Il ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana ha annunciato un dietrofront del governo in merito al bonus bebè che torna nel 2019. La misura potrà godere di un finanziamento da 444 milioni e oltre ad essere presente anche nel prossimo anno, godrà anche di una maggioranza dell’assegno del “20% per ogni figlio successivo al primo”. Le nuove misure prevedranno due fasce di reddito per gli assegni alle famiglie e precisamente fino a 7mila e da 7 a 25mila euro. Il bonus bebè fu introdotto nel 2015 per garantire un aiuto economico di 960 euro annui ai genitori (con Isee inferiore ai 25mila euro) e finanziato fino a tutto il 2019. Tuttavia, in un primo momento era stato escluso dalla legge di bilancio ma oggi il ministro Fontana ha annunciato la sua volontà di presentare un emendamento che contempli la revisione della misura con una maggioranza dell’assegno annuale. La quota passa così da 400 a 444 milioni di euro. L’emendamento è inserito nel cosiddetto “pacchetto famiglia” che prevede anche una serie di emendamenti presentati alla legge di Bilancio tra cui anche una maggiore flessibilità per i congedi parentali.



BONUS BEBÈ E NON SOLO: GLI EMENDAMENTI ALLA MANOVRA

Non solo il ritorno del bonus bebè nel 2019. Il ministro Fontana, come spiega Il Sole 24 ore, in merito al suo “pacchetto famiglia”, ha spiegato che è prevista la possibilità “per le mamme di scegliere se accedere a un periodo di tre mesi di maternità” facoltativa “retribuita al 60% oppure di sei mesi di maternità retribuita al 30%”. L’emendamento inoltre estende da 12 a 16 anni l’età dei figli entro la quale usufruire dei congedi parentali. Tra le altre novità anche un “Fondo di sostegno per le crisi familiari” da 10 milioni di euro all’anno e “40 milioni di euro per il congedo di 4 giorni per i padri”. Tra la pioggia di emendamenti mirati alla manovra si aggiunge anche uno stanziamento per promuovere il jazz (i senatori M5s hanno richiesto lo stanziamento di 2,2 milioni di euro in tre anni per promuovere questo sofisticato genere musicale), una nuova tassa sulla Coca-Cola per rivedere l’Irap, l’estensione del tempo pieno a tutte le scuole elementari e uno scudo anti-spread per le banche non quotate come le Bcc.

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