NOTO (NOVEMBRE): M5S, IL 36% BOCCIA DI MAIO
Secondo le ultime stime contenute nei sondaggi politici di Noto per il Quotidiano Nazionale, il 57% degli elettori M5s promuove l’operato di Luigi Di Maio sia come vicepremier che come Ministro del Lavoro nel Governo gialloverde: ma attenzione, se si scorrono i numeri si trova che il 36% è per nulla convinto della bontà di una alleanza con la Lega e boccia nei fatti il leader politico del Movimento in questi primi mesi di esecutivo. Se si fa il paio con la situazione medesima interna alla Lega, cioè la fiducia dei leghisti in Salvini, il dato del 90% nel Carroccio rende l’idea del diversissimo consenso interno ai due principali leader di Governo. Crescono, secondo il sondaggio di Noto, le quotazioni interne grilline di Alessandro Di Battista pronto a rientrare nella bagarre dopo il lungo viaggio-autoesilio in Sud America. Le Europee si avvicinano e l’elettorato M5s premia al 45% il “Dibba”, sempre più vicino a Di Maio nei consensi e pronto all’eventuale “sorpasso”.
INDEX (PIAZZA PULITA, 15 NOVEMBRE): SALVINI VOLA AL 33%, CROLLO DI MAIO
Nei sondaggi politici pubblicati da Piazzapulita ieri sera, sulle stime di Index Research, riaprono la forbice piuttosto netta ad oggi tra i due principali partiti d’Italia: la Lega di Salvini sembra aver superato la mezza crisi delle ultime due settimane e torna a crescere raggiungendo il 33,1% con un +0,2% solo negli ultimi 7 giorni; di contro, il Movimento 5 Stelle continua la discesa dopo le politiche del 4 marzo, con Di Maio ad oggi piazzato al 26% con la perdita dello 0,3% in una settimana costellata dai problemi Tav, Tap, Decreto Genova, critiche ai giornalisti, reddito di cittadinanza e Virginia Raggi. Se si guardano gli altri partiti, Forza Italia torna a crescere anche se lentissimo al 7,1%, Fratelli d’Italia al 3,7% e +Europa al 2,3%. Nota a parte per Leu: i sondaggi di Index mostrano ancora una lista che vale a livello nazionale il 2,7%, anche se la scissione è già avvenuta con Speranza e Bersani che hanno visto l’addio di Fratoianni e Grasso dalla lista costruita (senza successo) per le Politiche 2018. Chiudiamo con il Partito Democratico che perde leggermente rispetto a sette giorni fa, ma resta comunque ad un 18,3% pronto a proiettarsi in avanti verso le Primarie.
SWG (12 NOVEMBRE): INTENZIONI DI VOTO, LEGA TORNA IN SELLA AL 31%
Dopo gli ultimi sondaggi politici in cui si era registrato un calo, seppur lieve, della Lega di Matteo Salvini con i dati emersi dalle rilevazioni di Swg il Carroccio torna in auge con il 31,4% registrato nelle ultime intenzioni di voto. Il Movimento 5 Stelle con Di Maio non passa tempi “buonissimi” eppure riesce a mantenere, dopo il caso Raggi e gli attacchi ai giornalisti, il 27,4% dei consensi su scala nazionale: cresce, anche se di poco, il Partito Democratico al 18,1% nel sondaggio promosso da Swg lo scorso 12 novembre. Rispetto agli altri partiti finora “risucchiati” dall’effetto devastante dei gialloverdi, Forza Italia ri-cala al 7,4% con movimento sempre più ondivago ogni settimana che passa, mentre per gli altri restano le “briciole”. Fratelli d’Italia al 3,7%, +Europa al 2,7%, Liberi e uguali (tra l’altro scioltosi proprio in queste ore, ndr) non va oltre al 2,3%, superati addirittura da Potere al Popolo salito al 2,5%.
TECNÈ (12 NOVEMBRE): GRANDI OPERE, PIÙ “SÌ” CHE “NO”
Dalla Tav ai lavori per il Ponte di Genova, passando per la Tap e tutti i lavori pubblici incombenti nel nostro Paese: i sondaggi politici espressi negli ultimi giorni da Tecnè hanno provato a valutare secondo gli elettori quali siano le “intenzioni” rispetto allo scontro istituzionale cui assistiamo negli ultimi giorni. Da un lato il Movimento 5Stelle che si oppone, laddove può, alle opere come Tav e Tap, dall’altro la Lega stessa che al Governo tenta di convincere l’alleato a permettere invece una migliore programmazione di opere pubbliche che servono a questo Paese, per una volta in comunione d’intenti con le opposizioni e gli stessi cittadini. Già, se si guardano i sondaggi si scopre che il 60% ritiene d’obbligo andare avanti a completare al più preso le opere infrastrutturali in fase di realizzazione: solo il 31% invece si dice d’accordo con i grillini per fermare opere come Tap, Tav e altre ancora.