“Non sapevo del processo, non mi sono difeso”: queste le parole di Marco Travaglio nell’editoriale di oggi, sabato 17 novembre 2018, su Il Fatto Quotidiano. Il giornalista è stato condannato per diffamazione su Matteo Renzi e dovrà risarcirlo con 50 milaeuro. Una notizia che però ha colto di sorpresa il direttore de Il Fatto, che ha evidenziato come “né a me, né ai miei avvocati risultava quella causa”. E ha aggiunto: “Forse la busta verde con l’atto di citazione si è persa tra le tante per colpa mia o dell’ufficiale giudiziario, o è andata smarrita nella trasmissione tra la nostra segreteria allo studio legale. Chissà. Sta di fatto che ero contumace e non ho potuto difendermi”. Un processo in cui è stata ascoltata solo la versione dell’accusa, con il giudice di Firenze che ha emesso una sentenza di colpevolezza senza ascoltare la controparte. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



L’ATTACCO DEL PD

E’ arrivata la seconda condanna per diffamazione su Tiziano Renzi per Marco Travaglio. Il direttore de Il Fatto Quotidiano è finito nel mirino di Democratica, organo di informazione del Partito Democratico, con Mario Lavia che ha commentato: “Di solito Marco Travaglio è molto bravo a rovesciare la frittata. A difendersi contrattaccando. Grande dunque è stata la nostra delusione nel leggere il suo editoriale di stamane sul Fatto che ha ovviamente per oggetto la sua seconda condanna per diffamazione (in un mese) ai danni di Tiziano Renzi. Altri 50mila euro di risarcimento che si aggiungono ai 95mila della prima condanna: “Se continua così – ha vaticinato la Scintilla di Democratica – dovrà chiedere un mutuo a Banca Etruria””. Prosegue Lavia: “Seriamente, diciamo qui che suona veramente penosa la lamentazione del Direttore di non aver ricevuto nulla – “né a me né ai miei avvocati risultava nulla di quella causa” – il che è paradossale per un maniaco di commi e cavilli come lui peraltro assistito da fior di legali pagati certamente in modo adeguato da un giornalista che grazie al suo decennale lavoro avrà messo via un bel gruzzolo. “Forse la busta verde con l’atto di citazione si è persa fra le tante per colpa mia o dell’ufficiale giudiziario”: ma non scherziamo, caro Travaglio. Che proprio tu, oggi beccato dai giudici, osi farti beffe della magistratura fa abbastanza rivoltare lo stomaco. “Stacce”, si dice a Roma. E magari scusati”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



SECONDA CONDANNA PER DIFFAMAZIONE PER MARCO TRAVAGLIO

Altro giro, altra condanna: il caso Consip vede per Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, una nuova condanna per diffamazione dopo la prima tranche giunta a fine ottobre per dichiarazioni false sul padre di Matteo Renzi, Tiziano (la cui posizione nel caso Consip è stata definitivamente archiviata dopo due anni di fango e illazioni sul suo conto). Nel primo caso, al direttore de Il Fatto veniva richiesta una somma di 95mila euro per due articoli pubblicati da Travaglio, mentre la condanna odierna riguarda un’ospitata in un programma televisivo con relativi attacchi a Tiziano Renzi e al “giglio magico” dell’ex premier fiorentino. Ne dà notizia lo stesso ex segretario del Pd sui propri canali social: «Seconda causa Renzi senior contro Travaglio. Nuova condanna per Travaglio che dovrà pagare a mio padre altri 50.000€. Anche se niente potrà risarcire le sofferenze causata dal fango, alla fine la verità arriva. Il tempo è galantuomo».



CONSIP, LA DOPPIA RIVINCITA DEI RENZI SU TRAVAGLIO

Dopo la procura di Roma nessuna “scusa” è giunta da parte di Travaglio nei confronti di Tiziano Renzi: ci ha pensato la doppia condanna della Procura a “vendicare” la famiglia Renzi contro l’avversario giornalista de Il Fatto Quotidiano. In attesa della replica che presumibilmente arriverà negli editoriali dei prossimi giorni, arrivano ancora numerosi attestati di solidarietà al padre di Renzi con relativo attacco al direttore tra i più aspri critici del Partito Democratico: «Seconda condanna di #Travaglio per diffamazione ai danni di Tiziano Renzi. Il tempo da ragione alla verità, quanto fango che abbiamo visto passare nella scorsa stagione», scrive su Twitter il deputato dem Emanuele Fiano. Archiviato Tiziano Renzi, nelle scorse settimane è di nuovo salito alla ribalta delle cronache per la lunga lettera in cui annunciava di volersi ritirare dal lavoro per evitare di far “pagare” ulteriori problemi ai propri dipendenti dopo due anni di «fango continuo su di me e sulla mia famiglia».