Svelati nomi e cognomi della nuova colonia di “dissidenti” in casa Movimento 5 Stelle, che mette a repentaglio il via libera della Camera al dl sicurezza. Come riportato da Repubblica, si tratta di esponenti dell’ala “ortodossa” grillina, vicini al presidente della Camera Roberto Fico: sono loro a chiedere modifiche sulla protezione umanitaria nel decreto firmato Matteo Salvini e il clima resta di alta tensione. Da Gilda Sportiello a Doriana Sarli, da Valentina Barzotti a Raffaele, passando per Giuseppe D’Ippolito e Paola Deiana, fino a Carmen Di Lauro, Yana Chiara Ehm e Antonio Federico. Completano l’elenco Veronica Giannone, Conny Giordano, Riccardo Ricciardi, Elisa Siragusa, Simona Suriano, Guai Termini e Roberto Traversi. Al momento sono 600 gli emendamenti richiesti al dl Salvini, di cui 5 targati Cinque Stelle. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



D’UVA: “NESSUN DISSIDENTE NEL M5S”

Chiamato direttamente in causa sulla querelle dl sicurezza, il capogruppo Francesco D’Uva ha tenuto a fare chiarezza sulla situazione in casa M5S. Intervenuto ai microfoni di Omnibus, l’esponente pentastellato ha affermato: “Qui non ci sono dissidenti, ma colleghi che mi hanno inviato una e-mail e che ho incontrato direttamente: è normale che ci siano persone che fanno presente il proprio punto di vista, capita quotidianamente”. D’Uva ha dunque minimizzato la vicenda, aggiungendo: “Espulsione? No, non c’entra niente: non saranno presentati emendamenti, anche se ogni parlamentare ha la libertà di presentarli o meno. Io voglio ringraziare i colleghi che hanno voluto manifestare la propria opinione, abbiamo convenuto che non è necessario presentare gli emendamenti”. Il capogruppo sottolinea inoltre che la situazione dei deputati in questione è totalmente diversa rispetto a quella di Gregorio De Falco, il senatore dissidente a rischio espulsione. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



BRESCIA (M5S): “FORTI PERPLESSITA'”

“O il decreto sicurezza o salta tutto”: questo l’avviso di Matteo Salvini al Movimento 5 Stelle dopo le polemiche delle ultime ore, con 19 deputati grillini che hanno chiesto dei cambiamenti al testo proposto dal Ministro dell’Interno. Dopo il via libera del Senato, il dl è atteso dall’esame della Camera: sono circa 600 gli emendamenti presentati, di cui 5 dal M5s. Il presidente della commissione e relatore del provvedimento, Giuseppe Brescia (M5S), ha evidenziato: “rimangono forti perplessità su diversi punti del testo, come il ridimensionamento dello Sprar e la mancata tutela a chi potrebbe subire trattamenti disumani e degradanti. Sono punti a cui alcuni emendamenti presentati dai colleghi M5S danno risposta. Personalmente ho ritenuto opportuno non presentare emendamenti migliorativi come relatore perché è noto che non governiamo da soli. L’impianto proposto dal decreto regge se aumentano i rimpatri e se il numero di sbarchi rimane invariato, in caso contrario questo sistema è destinato a creare più irregolari, più marginalità e più insicurezza”, le sue parole riportate da Askanews. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“O PASSA IL DECRETO SICUREZZA O SALTA TUTTO”

Se non passa il Dl sicurezza, salta il governo. E’ questa la minaccia, neanche troppo velata, del ministro dell’interno, Matteo Salvini, alla luce delle polemiche sorte nelle scorse ore. Come vi abbiamo già raccontato a lungo nella giornata di ieri, 19 dissidenti interni al Movimento 5 Stelle hanno bocciato il decreto voluto fortemente dal titolare del Viminale, facendo andare su tutte le furie lo stesso, che per l’ennesima volta ha trovato i pentastellati sul proprio cammino. «Il decreto Sicurezza serve al Paese – le parole di Salvini riportate da IlGiornale.itsono convinto che passerà entro il 3 dicembre oppure salta tutto e mi rifiuto di pensare che qualcuno voglia tornare indietro». Il leader del Carroccio ha trovato l’appoggio del ministro del lavoro, Luigi Di Maio, che sulla vicenda si è espresso così ai microfoni di Radio Rai: «Se ci rimangiamo in corso d’opera la parola data, poi non possiamo chiedere il rispetto degli accordi agli altri. Oltretutto, essendo un decreto credo che non ci siano nemmeno i tempi per modificarlo e poi rimandarlo al Senato, perché si rischia che scadano i termini». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

DL SICUREZZA: IL COMMENTO DI D’UVA

E’ arrivata la replica del capogruppo M5s Francesco D’Uva alla lettera degli esponenti pentastellati a proposito dei cambiamenti da apportare al dl sicurezza. Ecco il suo commento in una nota: “Nessuna notizia, è prassi consolidata tra noi portavoce confrontarsi. Considerato il mio ruolo, non è la prima né sarà l’ultima richiesta che mi può arrivare dal gruppo parlamentare. Il dl sicurezza è già stato migliorato al Senato e presto verrà approvato anche alla Camera. Chiaro che, come avviene per tutti i provvedimenti possono essere sempre migliorati, ma mi limito tra l’altro a ricordare che questo decreto permetterà di smantellare il business illegale», ha sottolineato in una nota il capogruppo M5S alla Camera”. Prosegue D’Uva, come riporta Il Messaggero: “Mi limito tra l’altro a ricordare che questo decreto finalmente ci permetterà di smantellare il business illegale sulla pelle dei migranti, attraverso l’obbligo di trasparenza nella rendicontazione per le cooperative che gestiscono l’accoglienza. Cioè una battaglia storica del MoVimento”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

19 DEPUTATI: “TESTO VA MIGLIORATO”

Dl Sicurezza, nuove polemiche sul decreto fortemente voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini: 19 deputati M5s hanno inviato una lettera a Francesco Uva sottolineando la necessità di “cambiare il testo”. Sembrava tutto risolto dopo l’ok del Senato, ma gli esponenti pentastellati tornano sul piede di guerra: Adnkronos rivela che numerosi esponenti grillini, 19 in tutto, hanno inviato una e-mail al capogruppo Francesco D’Uva per rivendicare la possibilità di apportare modifiche al testo. Il decreto sicurezza e immigrazione ora passerà alla Camera, ma nella mail “si chiede di presentare emendamenti al dl sicurezza” ma soprattutto “di aprire un tavolo di confronto interno”, riportano i colleghi. Possibili nuove tensioni tra Lega e Movimento 5 Stelle dopo il recentissimo scontro sugli inceneritori, con il dl Salvini che a Palazzo Montecitorio ha trovato l’opposizione anche dei cinque pentastellati Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Virginia La Mura, Matteo Mantero.

DL SICUREZZA, ALTRI DISSIDENTI M5S?

Alla Camera sono in corso le audizioni in Commissione Affari Costituzionali e torna tutto in gioco: rischia di aprirsi un nuovo fronte anti-Legas in casa Movimento 5 Stelle dopo le tensioni al Senato: ricordiamo che a Palazzo Madama i cinque dissidenti si sono rifiutati di partecipare al voto di fiducia del governo gialloverde, finendo così sotto la lente di ingrandimento deil collegio dei probiviri. Il test “non si tocca”, ha ammonito il capo del Viminale Matteo Salvini, anche perché non ci sarebbero i tempi tecnici per rimandarlo al Senato: “la questione fiducia viene considerata quasi scontata” sottolinea Adnkronos. Ricordiamo che sabato 10 novembre 2018 a Roma è stato organizzato un corteo anti dl sicurezza, al quale era presente anche Mimmo Lucano: “Non possiamo rassegnarci alla deriva di una società delle barbarie, disuguaglianze e discriminazioni . Non ci piegheranno, non farò un passo indietro anche se non sono più sindaco: non è la carica che conta ma la voglia di esserci è la voglia di esserci”, queste le sue parole.