C’è Giancarlo Giorgetti nel mirino del Movimento 5 Stelle: il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio sarebbe il protagonista del blitz della Lega nel caos ddl anticorruzione. Ecco l’indiscrezione rilanciata da Il Giornale: «I deputati del M5s hanno infatti notato in aula un certo attivismo dei parlamentari della Lega molto vicini al potente sottosegretario alla presidenza del Consiglio, alcuni dei quali non sarebbero neanche dovuti essere tra i banchi perché in missione». Pochi minuti fa è arrivata però la smentita del braccio destro di Matteo Salvini: «Secondo me non c’è alcun tipo di problema. Confermo: è un inciampo. Ma io non c’entro proprio niente. Ma figuriamoci se con tutto quello che c’è da fare mi metto a far scoppiare la crisi». E non è la prima volta che il vice-segretario leghista finisce nel mirino dei grillini: era già accaduto in occasione del decreto fiscale. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ANAC, CANTONE SODDISFATTO
Continua il confronto Lega M5s sul ddl anticorruzione, il presidente dell’Anac Raffaele Cantone si è detto soddisfatto del testo in discussione al Parlamento. Ecco le sue parole al Giornale Radio Rai: «Complessivamente il giudizio è positivo, il ddl introduce delle novità interessanti: positive quelle in materia di rafforzamento delle pene accessorie, che sono state chiamate Daspo, la possibilità di applicare la confisca in caso di prescrizione, la possibilità dell’agente sotto copertura e i meccanismi di trasparenza per i finanziamenti alle fondazioni politiche». Ma sottolinea: «Ci sono altri punti che invece mi convincono meno, come la norma che prevede la non punibilità in caso di obbligo di denuncia e quella che prevede un prolungamento eccessivo in caso di riabilitazione». Infine, una battuta sull’accantonamento dell’emendamento che avrebbe introdotto l’agente provocatore: «Ben venga: l’agente provocatore è contrario alla nostra tradizione giuridica, provocare la commissione di un reato che non c’è è un meccanismo pericoloso». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
BONAFEDE: “SALVINI SAPEVA? NON MI ESPRIMO”
Non mancano le polemiche sulla presenza di Conte e vice premier alla Camera per seguire i lavori ddl anticorruzione. Beatrice Lorenzin ha scritto su Twitter: «Tutto il #Governo schierato, premier e vice premier compresi. Sono venuti per comunicare al Parlamento gli effetti della bocciatura della manovra? Nooo. Sono qui per tranquillizzare i loro gruppi dopo l’emendamento con voto segreto su dll anticorruzione. Drammaticamente surreale!». Esecutivo M5S-Lega nel mirino dell’opposizione e reduce da ore di tensione per il voto sul peculato, sul quale si espresso il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: «Salvini sapeva? Io non mi esprimo su domande che tendono a fare pettegolezzi su incidenti di percorso. Posso solo dire che c’è stato un confronto nella maggioranza e che all’esito del confronto la maggioranza è compatta su questo importantissimo provvedimento: questi sono i fatti. Iter dl sicurezza? Che io sappia non ci sono slittamenti – riporta l’Ansa – neppure per la manovra. I parlamentari lavoreranno probabilmente di più ma su questo non mi esprimo». (Aggiornamento di Massimo Balsamo°)
RIPRESO ESAME EMENDAMENTI ALLA CAMERA
E’ ripreso l’esame degli emendamenti al ddl anticorruzione, Camera al lavoro sotto lo sguardo del premier Giuseppe Conte, protagonista di un momento di tensione con Emanuele Fiano, e dei vice premier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Come evidenziato da Rai News, il calendario dell’Assemblea di Montecitorio prevede una sospensione delle sedute per domani per dare tempo alle Commissioni parlamentari di riunirsi, mentre venerdì prossimo è previsto l’avvio della discussione generale sul Dl Sicurezza. Repubblica evidenzia che il clima di tensione resta e spuntano i primi nomi sui possibili franchi tiratori. Il Movimento 5 Stelle sospetta che la Lega abbia provato con lo scrutinio segreto a salvare i suoi esponenti di punta sotto processo: su tutti il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi e il capogruppo Riccardo Molinari. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CONTE: “TESTO VA CAMBIATO, OK A DICEMBRE”
Lega e Movimento 5 Stelle in agitazione, tiene banco la querelle ddl anticorruzione. Il leader politico grillino Luigi Di Maio ha convocato un’assemblea congiunta dei parlamentari, mentre Matteo Salvini ha definito “sbagliato” il voto dei suoi deputati. Il vice premier pentastellato ha poi incontrato i ministri Bonafede e Fraccaro: l’obiettivo è quello di evitare la fiducia su maxi-emendamenti, proseguendo l’esame in Aula “voto per voto”. Salvini e Di Maio hanno poi incontrato il premier Giuseppe Conte, che ha annunciato: «La norma sul peculato del ddl anticorruzione verrà corretta al Senato, ma “a notizia è che verrà approvata alla Camera in terza lettura per la fine di dicembre», riporta l’Ansa. Attesi dunque aggiornamenti nelle prossime ore, con l’esecutivo che prova a ricomporre la frattura alla Camera: una bufera scoppiata ieri sera e che mette a rischio la tenuta gialloverde. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
NO ALLA FIDUCIA
«Non verrà messa la fiducia» sul ddl anticoruzione, Lega e Movimento 5 Stelle al lavoro per sanare la frattura delle ultime ore sulla norma Vitiello. Dopo il nuovo slittamento della votazione, arrivano nuove reazioni dal mondo politico e il dem Matteo Renzi ha messo nel mirino l’esecutivo gialloverde nel corso di una diretta Facebook: «Non facciamoci prendere per il peculato: su questa norma c’è un interesse della Lega ad avere norme ad personam. Dovremmo chiedere scusa a Berlusconi, almeno con lui c’era la sfacciataggine di rivendicarlo. M5s e Lega, a voto segreto, hanno tentato di affossare questo emendamento. Questi continuano a litigare su tutto, anche sui termovalorizzatori». Intervenuto a L’aria che tira, l’ex pentastallato Donzelli ha spiegato le ragioni della sua norma e quanto accaduto ieri sera: «L’emendamento non è stato cancellato, ma ritirato dalla Lega in commissione. Il mio emendamento è diverso da quello della Lega, focalizzandosi sull’abuso di ufficio. Le ragioni sono dettate dalle motivazioni che mi hanno spinto a fare tutti gli altri emendamenti: motivazioni di diritto». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DDL ANTICORRUZIONE, NUOVA SOSPENSIONE
Il caos per il Ddl Anticorruzione non finisce mai: il M5s si accinge a chiedere alla Camera l’ennesimo rinvio (dopo quello imposto ieri sera appena il Governo era stato battuto sull’emendamento riguardo il peculato, ndr) della ripresa dell’esame per l’assoluta mancanza di accordo con la Lega. «Non c’è ancora un accordo di maggioranza, per cui alla ripresa dei lavori dell’Aula ci sarà un voto procedurale. Chiederemo lo slittamento», ha spiegato poco fa il capogruppo M5s a Montecitorio, Francesco D’Uva. Intercettato dai cronisti il Ministro Salvini ha commentato con deciso disappunto l’intera vicenda (che vede mettere in pericolo anche l’altro decreto, a lui più caro, quello sulla Sicurezza): «Verrà approvato tutto nei tempi previsti. Slittamento? Non faccio il tecnico, noi manteniamo tutti gli impegni presi: mi interessa che la lotta alla corruzione e la lotta al terrorismo procedano spedite». In merito ai “franchi tiratori”, il leader della Lega non nasconde la rabbia «Col voto segreto non si può sapere, non ho la sfera di cristallo: io lo abolirei il voto segreto». Intanto, emerge che al voto sull’emendamento sono risultati assenti 9 deputati della Lega (Basini, Bitonci, Cecchetti, Centemero, Fugatti, Legnaioli, Segnana, Tonelli e Zanotelli) e 9 del M5S (Alaimo, Bologna, Dall’Osso, Ficara, Penna, Perconti, Termini, Varrica, Zolezzi). (agg. di Niccolò Magnani)
CHI SONO I 36 FRANCHI TIRATORI?
Sono in tutto 36 i “franchi tiratori” che ieri sera hanno fatto andare sotto alla Camera il Ddl Anticorruzione per l’emendamento Vitiello: il calcolo fatto dall’Ansa tra deputati “in missione”, mancanti e opposizione arriverebbe appunto a 36 anche se resta alquanto difficile stabilire “chi siano” effettivamente quelli che possano aver mandato un segnale contro il Governo essendo quello di ieri sera un voto segreto. Di certo, ci sono le dichiarazioni fatte nelle ultime ore dei vari esponenti della maggioranza gialloverde che possono “indirizzare” alcune considerazioni sui possibili “identikit”: Salvini ha commentato che quello di ieri è «un incidente di percorso. Voto in aula assolutamente sbagliato. La posizione della Lega la stabilisce il segretario. Il provvedimento arriverà alla fine come concordato dalla maggioranza». (agg. di Niccolò Magnani)
GUERRA LEGA M5S
Ma dai banchi della Lega ci sono alcuni che danno la colpa alla compagine M5s vicina al Presidente Fico, mentre altri che in anonimato spiegano «abbiamo dato un segnale al M5s» che suona tanto come un “ricatto” del tipo “siate leali sul Dl Salvini e noi lo saremo sul Ddl Anticorruzione”. Il Capogruppo M5s al Senato, Stefano Patuanelli, stamattina a Radio Anch’io ha attaccato duramente «Bisogna capire quanto è stato organizzato e quanto è stato spontaneo. Io tendo ad ascoltare le parole di Salvini che dice che è un incidente. Quello che è successo è molto grave». I grillini non accettano la “colpa dei fichiani” come risposta a chi siano i franchi tiratori e annuncia con Colletti «È la Lega che ha votato con le opposizioni». L’uno contro l’altro, il Governo è in netta difficoltà e dovranno essere ancora Di Maio e Salvini a provare a “riunire i cocci” con l’aiuto forse indispensabile a questo punto del premier Conte. (agg. di Niccolò Magnani)
GOVERNO BATTUTO, “COSÌ SALTA TUTTO”
Nuovo scontro tra Movimento 5 Stelle e Lega, al centro delle polemiche il ddl anticorruzione e l’emendamento Vitiello, che propone un ammorbidimento del reato di abuso d’ufficio e di peculato. Proposta dal Carroccio in commissione e contestata dai pentastellati, la norma ieri è passata con il voto segreto alla Camera: 284 sì e 230 no. «Abbiamo voluto inviare un segnale al M5s», ha ammesso un esponente leghista in aula, con Forza Italia che ha intonato il grido «libertà»: dopo l’episodio il presidente Roberto Fico ha sospeso i lavori per 30 minuti, con l’opposizione contraria alla richiesta del blocco. La ripresa dei lavori è prevista oggi, alle ore 11.00, ma fa discutere l’appoggio di alcuni deputati leghisti alla norma Vitiello, che si sono aggiunti a quelli di Forza Italia, Fratelli d’Italia e degli aderenti al gruppo misto. E il Movimento 5 Stelle è su tutte le furie: «così salta tutto».
SCONTRO LEGA M5S SU DDL ANTICORRUZIONE
«Non è un errore, questo voto è stato ben architettato dalla Lega», il commento di un deputato grillino riportato dai colleghi del Corriere della Sera, con il capogruppo Francesco D’Uva netto: «Se cambia il decreto anticorruzione si va a casa». Tra possibili elezioni anticipate a maggio e l’ipotesi di un rimpasto di governo, l’esecutivo gialloverde vive ore di tensione: dopo il caso dl sicurezza, anche il ddl voluto dai pentastellati potrebbe avere forti ripercussioni. Manlio Di Stefano ha rincarato la dose su Twitter: «Il #M5S non approverà mai un testo che riduce la pena ai ladri come vogliono #PD e #ForzaItalia ed evidentemente qualche leghista. Se qualcuno in maggioranza non è d’accordo col testo dell’ #Anticorruzione lo dica a #Salvini che i patti non valgono. Per noi sì, noi siamo coerenti». Netta la posizione del Pd, ecco il commento di Emanuele Fiano: «La #maggioranza si sfalda sull’#anticorruzione. La #Lega rivendica il segnale dato ai #5S accusando un gruppo di cosiddetti #fichiani dentro la maggioranza, mentre già in 18 in queste ore avevano scritto contro il #DecretoSalvini. Governo in confusione, paese a rischio».