Il Governo gialloverde è scivolato sul peculato, ma l’emendamento del ddl Anticorruzione riguardante il reato di appropriazione indebita da parte di un pubblico ufficiale mantiene l’esecutivo in fibrillazione ormai da diverse settimane. E’ sempre la prescrizione l’oggetto del contendere: per un reato come il peculato la Lega avrebbe voluto creare delle vere e proprie aree di impunità, che avrebbero reso molto semplice la possibilità di far cadere le accuse. Il Movimento 5 Stelle ha invece spinto per mitigare i cambiamenti, che hanno portato a una revisione proprio della possibilità di far cadere il reato in prescrizione, col peculato che potrebbe essere derubricato più facilmente. La sconfitta nella votazione sull’emendamento del ddl Anticorruzione potrebbe però cambiare completamente le carte in tavola e portare all’ennesima revisione del tutto. (agg. di Fabio Belli)
L’APPROPIAZIONE INDEBITA DA PARTE DI UN PUBBLICO UFFICIALE
Che cos’è il reato di peculato, in relazione al quale su un emendamento il Governo è stato battuto alla Camera con voto segreto in merito all’approvazione del ddl Anticorruzione? Come è noto, nel diritto penale italiano il delitto di peculato consiste in una forma particolare di appropriazione indebita (di denaro oppure di cose altrui in ragione dell’ufficio che svolge) compiuta da un pubblico ufficiale oppure da chi è stato incaricato di un pubblico servizio, ed esclusivamente da loro. Inoltre, come è noto, il peculato è uno di quei reati che minano il buon andamento di una pubblica amministrazione e l’ordinamento prevede per chi lo commette delle pene da 4 a 10 anni di reclusione. A far discutere nelle ultime ore è soprattutto il fatto che per via del cosiddetto emendamento Vitiello il trattamento sarebbe meno severo per chi commette questo reato: l’origine del termine peraltro è molto antica e risale al diritto romano (da “pecus”, ovvero il gregge e nasce come reato relativo al furto di bestiame), mentre successivamente ha assunto una accezione diversa di appropriazione indebita di denaro pubblico o di beni della collettività.
L’EMENDAMENTO VITIELLO
Infatti, in base al suddetto emendamento alla legge Anticorruzione voluta dalla maggioranza formata da Movimento 5 Stelle e Lega, viene a essere modificato il regime di prescrizione solamente per alcuni dei casi di peculato (abbassando le sanzioni previste) e qualcuno ha visto in questo la volontà di favorire alcuni parlamentari del Carroccio dato che nel loro caso si andrebbe verso l’estinzione del reato. La riforma del peculato, infatti, diventando legge andrebbe a favore, tra gli altri, di Massimiliano Romeo e Angelo Ciocca (entrambi in quota Lega): con l’emendamento dunque viene previsto un alleggerimento del reato di peculato -modificando un comma dell’articolo 323 del Codice Penale– e secondo il suo promotore, Catiello Vitiello, ex parlamentare grillino e ora nel Gruppo Misto, “prevede una forma aggravata di abuso di ufficio laddove c’è una distrazione che però non configura il peculato”, mentre si applicano le regole dell’abuso di ufficio nei casi che vanno in prescrizione.