«Non sono interventi spot ma misure organiche. La mia ambizione è lavorare nei prossimi mesi per una completa rivisitazione di tutte le norme che riguardano l’immigrazione», la precisazione di Matteo Salvini dopo l’approvazione del decreto sicurezza alla Camera. Ma il suo predecessore ha evidenziato grossi dubbi sul dl, ecco le parole di Marco Minniti riportate da Agi: «Sono molto preoccupato per quello che chiamo il ‘decreto insicurezza’, perché quando ci cancella la protezione umanitaria si sta dando un colpo mortale alle politiche di integrazione del nostro Paese», causando «difficoltà estrema nelle politiche di integrazione». Infine, l’opinione del Movimento 5 Stelle con Federica Dieni: «È un testo coerente dopo le modifiche apportate grazie ai 5 stelle. Il decreto contiene molte misure fin da troppo tempo necessarie e lo votiamo con senso di responsabilità, senza differenze perché uniti dal medesimo interesse, la sicurezza dei cittadini». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



BOLDRINI ALL’ATTACCO

Il decreto sicurezza è legge, Matteo Salvini in festa ma insorge l’opposizione. Laura Boldrini ha messo nel mirino il dl del ministro dell’Interno, ecco il suo commento affidato a Twitter: «Il #DecretoSicurezza distrugge l’integrazione, è una fabbrica di irregolari e non garantisce la sicurezza. Ma la propaganda è come le bugie, ha le gambe corte e presto i nodi vengono al pettine. #GovernoIncompetente». Molto critico anche il dem Ettore Rosato: «Il baratto è consumato. Salvini incassa la fiducia sul #DecretoSicurezza. Votano sì anche i 5 Stelle critici, quelli che (a parole) contestavano il provvedimento. Nessun sussulto di dignità: si esegue quello che ordina la Lega. Cosa non si fa in cambio di un condono ad Ischia…». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



ESULTA SALVINI

Alla fine, dopo settimane di discussioni e un rischio concreto di spaccatura interna alla maggioranza, il Decreto Sicurezza messo a punto dal Ministro Salvini diventa legge: anche la Camera – con l’essenziale voto di fiducia che ha messo al riparto eventuali “franchi tiratori” in Lega e M5s – ha da poco approvato con 336 Sì, 249 contrari il testo suddiviso in 39 articoli e 4 capitoli. Non ci sono stati cambiamenti nel passaggio dal Senato a Montecitorio, perciò passano come valide le misure sull’abrogazione dell’istituto del permesso di soggiorno per motivi umanitari, la lotta serrata all’immigrazione clandestina, il respingimento degli Spar ma anche l’estensione dei taser, i Daspo urbani e le nuove norme sulla lotta profonda a tutte le mafie. Del tutto soddisfatto il Ministro Salvini, al netto dei fischi e delle contestazioni che arrivano dai banchi dell’opposizione: «il decreto darà più tranquillità, ordine e regole nelle città italiane, mettendo all’ultimo posto le questioni sull’immigrazione».



PD ATTACCA: “PARLAMENTO ZITTITO, VERGOGNA”

Nell’Aula della Camera è in corso in questi minuti la votazione sulla questione di fiducia posta dal governo sul decreto sicurezza. La votazione è palese ed avviene per appello nominale: ogni deputato sfila davanti al banco della presidenza e dichiara ad alta voce il proprio voto. Come riportato dall’Ansa, a Montecitorio è scattato un applauso fragoroso dai banchi della Lega e del M5S quando è stata annunciata la richiesta di fiducia sul decreto sicurezza. Di protesta è stato l’atteggiamento dai banchi del Pd, che ha gridato più volte “vergogna, vergogna!”. Ad esprimere la posizione dei dem è stato Graziano Del Rio, presidente dei deputati Pd, che ha dichiarato:”Si impedisce la libera discussione in Parlamento per questioni politiche interne alla maggioranza e per consentire che lo scambio di favori tra i partner della maggioranza vada in porto senza rischi per i contraenti. Ciò è ancora più grave perché avviene su misure che ledono i fondamentali diritti delle persone e finiscono per aumentare l’insicurezza dei cittadini”. (agg. di Dario D’Angelo)

DECRETO SICUREZZA, GOVERNO PONE FIDUCIA

Oggi, martedì 27 novembre 2018, avrà inizio il voto finale al Decreto Sicurezza, con il Governo M5s-Lega che pone la questione di fiducia alla Camera, come già accaduto al Senato. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini si è detto pronto a essere presente in aula «notte e giorno affinchè passi», sottolineando che «ci sono centinaia di emendamenti delle opposizioni, credo 500 o 600, la fiducia è necessaria perché o viene approvato entro una settimana oppure non diventa legge. Siccome abbiamo faticato per mesi ed è utile al Paese, a me interessa portarlo a casa». Ieri, come dicevamo, non sono mancate le polemiche, con le opposizioni all’attacco: «La richiesta di fiducia non ha mai avuto motivazioni così chiare. Dopo il ritiro degli emendamenti in commissione da parte nostra, dopo la dimostrata inesistenza di rischi di dilatazione dei tempi per il voto finale, la necessità di chiudere la bocca alle considerazioni dei deputati cinquestelle che in questi giorni hanno manifestato le loro critiche al provvedimento resta l’unico motivo per cui è stato bloccato il confronto in Aula», le parole del dem Graziano Delrio riportate da Il Fatto Quotidiano. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

GOVERNO PONE FIDUCIA ALLA CAMERA

Era nell’aria e ora la conferma arriva dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro: sul Decreto Sicurezza messo a punto dal Ministro Salvini verrà posta la questione di fiducia per il voto finale atteso tra domani e mercoledì mattina alla Camera. Dopo il difficile “Sì” ottenuto al Senato proprio con il voto di fiducia, il Governo Lega-M5s non vuole problemi ulteriori in un periodo già piuttosto delicato (ad esempio il “rischio” con il voto dei franchi tiratori alla Camera sul Ddl Anticorruzione, ndr) e punta dritto ad approvare il testo fortemente voluto dalla Lega di Matteo Salvini. Le votazioni partiranno domani dalle ore 17 in poi, mentre le prime dichiarazioni di voto prenderanno inizio alle 15.45: come ha spiegato lo stesso Ministro Fraccaro, «In deroga al regolamento, la commissione Bilancio della Camera svolgerà la sua seduta come da convocazione sulla Manovra a partire dalle 10:30». Durante la riunione verranno esaminati gli emendamenti sugli articoli dal numero 2 al 22.

DECRETO SICUREZZA: URLA PD VS IL GOVERNO LEGA-M5S

L’annuncio del voto di fiducia sul Decreto Sicurezza è stato salutato da un applauso fragoroso dai banchi di Lega e M5s, mentre dal Pd sono giunte le urla “vergogna, vergogna!”: Enrico Borghi, deputati dem, ha sottolineato in aula come «questa fiducia venga posta senza ostruzionismo e a fronte del ritiro di tantissimi emendamenti. Ai colleghi di M5s dico: è una fiducia contro di voi». Molto critico anche il capogruppo di LeU Federico Fornaro, «Il Governo mette la fiducia sul decreto sicurezza per impedire alla Camera dei Deputati di discutere e emendare il testo approvato in prima lettura al Senato della Repubblica. Quella di oggi è una fiducia per paura di defezioni nelle file della maggioranza, così come è avvenuto al Senato, e non certo per la presenza di ostruzionismo. Una fiducia messa da chi, il Movimento 5Stelle, ha passato tutta la precedente legislatura a tuonare contro gli eccessi nelle richieste di fiducia, con buona pace delle promesse elettorali e delle dichiarazioni dopo il 4 marzo». I “franchi tiratori” a Palazzo Madama (Paola Nugnes, Elena Fattori, Matteo Mantero, Gregorio De Falco e Virginia La Mura) avevano messo a forte rischio il Ddl di Bonafede contro la corruzione e ora Salvini non vuole lo stesso “problema” sul suo “decisivo” Decreto sulla lotta all’immigrazione clandestina, al terrorismo e alla criminalità organizzata: 40 articoli in tutto dove anche sgomberi e diritto d’asilo vengono normati, al netto dei “mal di pancia” interni al M5s per le politiche dure dell’alleato di Governo.