Conferma della condanna anche in Appello per Umberto Bossi e Francesco Belsito, rispettivamente ex leader e tesoriere dell’allora Lega Nord: è questa la decisione della Corte di Genova in merito al processo sui fondi del partito di Matteo Salvini, confermando dunque che quei famosi 49 milioni di rimborsi pubblici ottenuti all’epoca erano indebiti e, secondo quanto contestato, frutto di bilanci truccati. Va tuttavia detto che le pene a carico dei due, 1 anno e 10 mesi al Senatur e 3 anni e 9 mesi al tesoriere, pur confermate sono state attenuate rispetto al primo grado dal momento che su una parte degli addebiti a loro carico subentra la prescrizione. Dal canto suo, Belsito ha parlato alla stampa, spiegando di attendere le motivazioni prima di fare ricorso in Cassazione e dicendosi “a posto con la coscienza, ma qualcun altro no…”. (agg. di R. G. Flore)



CONDANNA IN APPELLO DALLA CORTE DI GENOVA

Due brutte notizie in una, per nulla “incoraggianti”, per la Lega di Matteo Salvini: Umberto Bossi e Francesco Belsito sono stati condannati anche in Corte d’Appello a Genova per il caso dei fondi sottratti allo Stato e “incamerati” nelle finanze della ex Lega Nord. E con loro viene di fatto ancora una volta confermata la confisca dei 49 milioni di euro alla attuali casse della Lega: i giudici hanno anche condannato gli ex revisori contabili Diego Sanavio e Antonio Turci (8 mesi) mentre Stefano Aidovisi ha ricevuto una condanna di 4 mesi, tutti per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. La “maxi truffa” della gestione Bossi-Belsito viene confermata anche in Appello con l’ex segretario condannato a 1 anno e 10 mesi di carcere mentre per l’ex tesoriere la pena sale a 3 anni e 9 mesi. Pene ridotte rispetto al primo turno ma pur sempre pesanti tanto sul piano personale quanto sulle possibili conseguenze sull’attuale fase politica del primo partito in Italia secondo ormai tutti i sondaggi politici.



FONDI LEGA, CONFERMA CONFISCA AL CARROCCIO DI SALVINI

La cifra di 49 milioni di euro contestata alla Lega riguarda quei famosi soldi percepiti per i rimborsi elettorali tra gli anni 2008 e 2010, gli ultimi della gestione Bossi di fatto prima del passaggio di consegne a Roberto Maroni (proprio per i predetti problemi giudiziari). Come ben spiega Repubblica, la Lega oggi guidata da Matteo Salvini «avrebbe potuto evitare tutto questo costituendosi parte civile in primo grado, ma dopo un “balletto” di decisioni si era tirata indietro». Nei mesi scorsi la grande polemica in merito alla confisca richiesta dai giudici di Genova aveva portato all’accordo di rateizzazione spalmata per i prossimi 76 anni, con prelievi da 100mila euro a bimestre (600mila euro l’anno, ndr). Ricordiamo che è in corso un’altra inchiesta sempre a Genova che vede l’ipotesi di riciclaggio di una parte di quei soldi incamerati da Belsito e Bossi: come riporta ancora Repubblica, i pm Francesco Pinto e Paola Calieri sospettano «che sotto le gestioni di Maroni e Salvini non siano stati spesi tutti, ma messi al sicuro per evitare appunto possibili sequestri».

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