La Cedu ha deciso di archiviare il caso riguardante la decadenza di Silvio Berlusconi. Non si sa cos’avrebbe pronunciato la Corte di Strasburgo a riguardo, fatto sta che la stessa ha deciso di non decidere, così come appositamente richiesto dallo stesso numero uno di Forza Italia. Del resto il Cavaliere era già stato riabilitato dal tribunale di Milano a maggio, e di conseguenza non era più necessario attendere il parere della Cedu. Su tale decisione ha detto la sua l’europarlamentare di Forza Italia, Fulvio Martusciello, che in una nota diffusa all’agenzia Ansa ha fatto sapere: «La scelta di Silvio Berlusconi di rinunciare alla sentenza della corte di Strasburgo, è una scelta da statista e da patriota, fatta per evitare tensioni nella vita del paese. Resta l’amarezza per la decisione presa allora dal senato dei trasformisti e l’inutile attesa di questi anni per una sentenza che non arrivava mai». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SENTENZA CEDU SU BERLUSCONI: L’INTERPRETAZIONE DEI LEGALI DEL CAV
Si inserisce alla perfezione nella narrazione berlusconiana l’interpretazione che il pool di legali del Cavaliere ha dato della decisione della Cedu di non emettere una sentenza rispetto alla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. Gli avvocati Franco Coppi, Bruno Nascimbene, Andrea Saccucci e Niccolò Ghedini hanno motivato la decisione del leader di Forza Italia di evitare all’Italia “ulteriori tensioni nella già più che complessa vita del Paese”. Una valutazione chiaramente politica, volta a sottolineare le crescenti difficoltà nei rapporti tra il governo italiano e la Commissione Ue. Quasi un sacrifici, un gesto di affetto spassionato nei confronti di quello che nel 1994 definì “il Paese che amo”. Per i più maliziosi la volontà di leggere un pareggio come una vittoria e per lanciare di fatto la lunga corsa verso le Europee di maggio. (agg. di Dario D’Angelo)
LEGALI BERLUSCONI, “SENTENZA SAREBBE STATA FAVOREVOLE”
Arriva anche il commento degli avvocati di Berlusconi in merito alla sentenza della Cedu sulla condanna per frode fiscale con conseguente interdizione per 6 anni dai pubblici uffici. La Corte di Strasburgo ha deciso di archiviare la questione senza pronunciarsi, ma secondo i legali del Cavaliere, si è trattata di una scelta meramente politica. «Così come riconosciuto quest’oggi dalla stessa Corte – scrivono in una nota gli avvocati Franco Coppi, Niccolò Ghedini,Andrea Saccucci e Bruno Nascimbene – non vi era più necessità di proseguire nel ricorso essendo ritornato il Presidente Berlusconi nella pienezza dei propri diritti politici. Non vi era dunque più alcun interesse dopo oltre 5 anni di ottenere una decisione che riteniamo sarebbe stata favorevole alle ragioni del Presidente Berlusconi ma che non avrebbe avuto alcun effetto concreto o utile, essendo addirittura già terminata la passata legislatura. Una condanna dell’Italia avrebbe altresì comportato ulteriori tensioni nella già più che complessa vita del paese, circostanza che il Presidente Berlusconi ha inteso assolutamente evitare». Secondo i legali di Berlusconi, quindi, la corte si sarebbe pronunciata in maniera favorevole al presidente di Forza Italia, ma evitando di emettere la propria sentenza per non creare ulteriori tensioni fra il governo e l’Unione Europea, in un momento già molto delicato come quello attuale. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
BERLUSCONI, SENTENZA CEDU: CASO ARCHIVIATO SENZA DECIDERE
Alla fine la sentenza della Cedu per Silvio Berlusconi è arrivata, o meglio… non è stata emessa. Come vi abbiamo spiegato qui sotto, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha preferito non decidere, accogliendo di fatto la richiesta dello stesso leader di Forza Italia. A maggio il cavaliere era stati totalmente riabilitato dal tribunale di Milano, e di conseguenza aveva già ottenuto il traguardo sperato: la possibilità di ricandidarsi e di tornare a fare politica in prima persona. Per questo la decisione della Cedu non avrebbe più avuto valore, anche se più volte in passato lo stesso Berlusconi aveva parlato della sentenza della corte dei diritti dell’uomo coma della sua grande vittoria morale. «Presi in considerazione tutti i fatti del caso – scrivono in una nota i giudici della Cedu, come pubblicato da Il Foglio – in particolare la riabilitazione di Berlusconi e il suo inequivocabile desiderio di ritirare il ricorso, la Corte conclude che non ci sono circostanze speciali relative al rispetto dei diritti umani che richiedano di continuare l’esame del ricorso». Non sapremo mai quindi se la Cedu volesse dare ragione o meno a Berlusconi, ma ormai, non conta più… (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SENTENZA BERLUSCONI: LA CEDU DECIDE DI NON DECIDERE
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha deciso di non decidere: si può riassumere in questo modo il pronunciamento di Strasburgo sul caso “58428/13 Berlusconi contro Italia”, con la Cedu che ha archiviato il caso senza alcuna sentenza. Non sarà mai possibile stabilire, dunque, se costringendolo a lasciare il suo seggio in Senato e impedendogli di candidarsi alle elezioni, comprese quelle del 4 marzo, in base a quanto previsto dalla legge Severino, l’Italia abbia commesso o meno una violazione dei diritti di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere si è visto comunque restituire l’agibilità politica dal tribunale di Milano pochi mesi fa e per questo motivo ha fatto sapere alla Cedu di non essere più interessato ad un’eventuale sentenza, che sarebbe arrivata in ogni caso fuori tempo massimo. La Corte ha di fatto preso la palla al balzo, evitando di stabilire principi di civiltà giuridica che – come spiega Il Giornale – “sarebbero divenuti punti di riferimento per tutti i paesi che ne riconoscono l’autorità”. Per questo motivo ha sancito:”Tenendo conto dei fatti del caso nel suo complesso, in particolare la riabilitazione del ricorrente l’11 maggio 2018 e il suo desiderio inequivocabile di ritirare la sua domanda, la Corte conclude che non sono richieste circostanze particolari relative al rispetto dei diritti umani“. (agg. di Dario D’Angelo)
ULTIMO ATTO A STRASBURGO
La sentenza in merito alla condanna di Silvio Berlusconi da parte della Cedu, la Corte europea dei diritti dell’uomo, è attesa per la giornata odierna. Secondo l’ex presidente del consiglio è illegittima la condanna per frode fiscale con conseguente interdizione per sei anni dagli uffici pubblici, subita nel 2013. Della questione se ne stanno occupando anche i media austriaci, con la trasmissione radiofonica locale, Orf, che ritiene che Berlusconi consideraviolato il principio di diritto secondo cui “non può esservi una pena che la legge lo prescriva” prima che il fatto sia compiuto, lamentano quindi l’irretroattività della legislazione penale, come sottolinea il Foglio. La cosa certa è che la sentenza della Cedu cambierà ben poco la situazione attuale, visto che il presidente di Forza Italia era già stato di fatto riabilitato, e quindi legalizzato il suo ritorno in campo in politica, dopo la sentenza emessa a maggio dal tribunale di Milano, che aveva appunto concesso al Cavaliere la rieleggibilità in vista di nuove elezioni. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SILVIO BERLUSCONI, ATTESA LA SENTENZA DELLA CEDU
Per anni, dopo la decadenza da senatore decisa dal Parlamento sulla base della Legge Severino, Silvio Berlusconi ha guardato a Strasburgo, e cioè a quella Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che avrebbe dovuto restituirgli “l’onore perduto“. Un’attesa durata più di 5 anni quella del Cav, che alla Cedu si rivolse il 10 settembre 2013, convinto che sarebbe stata in grado di smontare una legge da lui considerata retroattiva, consentendogli così di tornare ad essere candidabile. Per le 11 di oggi è atteso un verdetto arrivato in ogni caso fuori tempo massimo, dal momento che il pronunciamento atteso dal Cavaliere è giunto ben oltre il 4 marzo, data delle elezioni Politiche alle quali il leader di Forza Italia avrebbe sperato di partecipare in qualità di leader agibile, alla pari con tutti gli altri. Adesso il problema è stato definitivamente aggirato – ma forse troppo tardi – con Berlusconi tornato candidabile grazie al tribunale di Milano. Per questo motivo il 27 luglio scorso i legali di Berlusconi hanno inviato una lettera spiegando di non avere più interesse ad avere un pronunciamento della Corte di Strasburgo perché “non avrebbe prodotto alcun effetto positivo” per lui. Ma la sentenza di oggi potrebbe avere comunque dei risvolti “politici” interessanti.
BERLUSCONI, SENTENZA STRASBURGO: TUTTI GLI SCENARI
Al netto della richiesta di Silvio Berlusconi, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha diverse soluzioni a sua disposizione. Le prime due sono le più ovvie: emettere ugualmente una sentenza di assoluzione o di condanna. Chi conosce i meccanismi della Cedu ha fatto notare però come da Strasburgo abbiano annunciato un “ruling” della Grande Chambre, ovvero una pronunciamento procedurale più che una vera sentenza. I giudici potrebbero cioè prendere atto della rinuncia di Berlusconi alla sentenza, ma anche in questo caso potrebbero esserci delle sorprese. Come spiegato da La Stampa, infatti, pur accettando la posizione dei legali del Cavaliere, è nelle facoltà della Cedu quella di lasciar intendere quale sarebbe stata la sua decisione in merito al procedimento. Ecco che allora la partita tornerebbe ad assumere un valore politico: se la Corte facesse capire che il ricorso di Berlusconi sarebbe stato respinto, per il leader di Forza Italia si tratterebbe di una sconfitta difficile da digerire; in caso contrario ecco che il Cavaliere potrebbe presentarsi di fronte all’opinione pubblica come vittima di un’ingiustizia che lo ha escluso dalla vita politica per 5 anni. E ritrovare d’un tratto “l’onore perduto”.