Ha parlato della manovra in senato, e delle sue possibili modifiche, il ministro dell’economia, Giovanni Tria. Il titolare del tesoro ha spiegato dinanzi ai colleghi senatori che tutte le misure previste nella manovra «Devono concorrere a creare un contesto favorevole alla crescita determinando le necessarie condizioni di stabilità e inclusione sociale». Il numero uno del ministero dell’economica ha proseguito dicendo che la manovra del governo è «moderatamente espansiva. Dopo la crisi del 2008 siamo ancora lontani da Pil e dalla disoccupazione di 10 anni fa: è aumentata in modo insopportabile l’area di povertà e disagio sociale e non è stato raggiunto l’obiettivo di riduzione del debito né il pareggio bilancio, non abbiamo avuto la stabilizzazione economica, sociale e della finanza pubblica». Infine, sulla possibilità che le riforme subiscano delle modifiche per rientrare nei parametri stilati dall’Unione Europea, Tria ha chiosato dicendo che: «Governo e parlamento sono posti di fronte a una scelta di responsabilità». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MANOVRA, TRIA IN SENATO PER SPIEGARE I DETTAGLI DELLE MODIFICHE
Dopo aver incontrato la Commissione Ue assieme al Premier Conte, oggi il Ministro dell’Economia Giovanni Tria andrà in Senato per spiegare nel dettaglio quali dovrebbero essere i punti di “modifica” della Manovra Economica per non finire nelle “grinfie” della procura d’infrazione. Mentre “si sprecano” le ricostruzioni e gli scenari interni al Governo per provare a “concordare” un deficit al 2,2% con la Commissione Ue (in modo che nessuno possa essere scontento e tutti allo stesso tempo possano criticare pubblicamente l’avversario in pieno stile di campagna elettorale, ndr), il premier al Corriere della Sera spiega che «la partita con l’Europa non sarà facile”ma rimarca che “la stabilità sociale conta più di quella finanziaria». In un’altra intervista, questa volta alla Stampa, il n.2 della Commissione Europea Dombrovskis ammonisce immediatamente l’Italia facendo capire che il terreno di trattative sarà molto più aspro di quanto Salvini-Di Maio possano pensare: «La correzione sui conti deve essere consistente, tagliare il deficit dello 0,2% non basta».
CONTE-TRIA: “DIALOGO CON COMMISSIONE PER DEFICIT 2,2%”
Il governo lavora su qualche piccola modifica della manovra di bilancio, dopo la bocciatura ufficiale dell’Unione Europea. Si vuole evitare la procedura d’infrazione, che avrebbe un costo salatissimo per le casse dello stato, e di conseguenza il presidente del consiglio Giuseppe Conte, e il ministro dell’economia, Giovanni Tria, starebbero cercando di convincere Di Maio e Salvini a rivedere verso il basso il rapporto fra il pil e il deficit, portandolo al 2.2% anziché al 2.4. Lunedì sera c’è stato un vertice a Palazzo Chigi in cui si è deciso di rivedere nei dettagli la manovra, senza però toccare le due manovre cardine, leggasi il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni con l’introduzione della quota 100 (come potete leggere qui in basso). Nel frattempo, come detto sopra, si sta spingendo per approvare un calo del deficit, una misura da fare nel giro di un paio di settimane, dopo che Tria sarà tornato dall’Ecofin, e nel contempo, dopo che sarà completata la verifica tecnica di quota 100 e reddito di cittadinanza, due misure i cui investimenti potrebbero calare di 4 miliardi di euro. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MANOVRA 2019: IL COMMENTO DI CONFINDUSTRIA
Prosegue il dialogo tra Governo e Commissione Ue sulla manovra, arriva anche l’analisi di Confindustria. Intervenuto ai microfoni dei cronisti, come riporta Tg Com 24, il presidente Vincenzo Boccia ha precisato: «Non abbiamo ancora visto niente. Aspettiamo che questa Manovra passi in Parlamento, mi sembra che fino ad ora siano state fatte molte dichiarazioni, adesso aspettiamo i fatti». E le opposizioni sono sul piede di guerra, a partire da Forza Italia: «È una manovra assistenzialista, non c’è nulla per lo sviluppo del Mezzogiorno. Si parla di Sud solo per prorogare bonus già previsti. Noi invece abbiamo proposto decine di emendamenti e uno di questi riguarda uno shock fiscale che produrrebbe occupazione e crescita», le parole di Roberto Occhiuto. Mariastella Gelmini ha invece messo nel mirino Luigi Di Maio: «Reddito di cittadinanza sarà stravolto dopo la bocciatura Ue della manovra: annacquato e con una parte alle imprese che assumono. Addio 780 euro al mese, addio 6 milioni di beneficiari, addio abolizione della povertà. Aspettiamo Di Maio affacciato al balcone di Palazzo Chigi». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IL COMMENTO DI SALVINI
Ottenuto il delicato passaggio in Parlamento (con voto di fiducia alla Camera) il via libera al Decreto Sicurezza, un sorridente Salvini ha ricordato ai cronisti di Montecitorio come in merito alla ben più complicata partita sulla Manovra di Bilancio, il Governo proverà ogni possibile tentativo di evitare sanzioni che possano compromettere il cammino fuori dalla crisi economica. «Faremo di tutto per evitare che sulla Manovra economica ci sia una procedura di infrazione contro l’Italia da parte dell’Unione europea», spiega il vicepremier della Lega durante una breve conferenza stampa alla Camera, ricordando come «Stiamo rifacendo i conti su tutto, ma i numerini ci saranno alla fine», specificando che comunque in merito alla Manovra (e non solo) il Parlamento deve restare sovrano.
“REDDITO E QUOTA 100 NON SLITTERANNO”
Un giorno poliziotto buono, quello dopo poliziotto cattivo: a vedere le ultime dichiarazioni del Ministro Di Maio sulla Manovra, pronunciate dopo l’incontro con il titolare delle Finanze tedesco Olaf Scholz, la giornata di oggi vede il leader M5s con un figurato ‘manganello in mano‘. «I punti cardine e i saldi del documento di Bilancio restano invariati, mentre stiamo cercando semplicemente di migliorare la quota investimenti e questo aiuta molto la Manovra»: dopo la cena di riavvicinamento nel weekend tra Conte e Juncker e soprattutto dopo il vertice di Palazzo Chigi di ieri che hanno ammesso un possibile passo indietro del Governo su alcuni punti della Legge di Bilancio, ora il “ribaltone” del vicepremier grillino sembra rimettere tutto in discussione. Lo spread oggi ha chiuso a 294, in leggera risalita, ma comunque sotto quota 300 anche e soprattutto per le dichiarazioni più “distensive” dei leader gialloverdi dopo la “mano tesa” di Moscovici arrivata questa mattina: ora però il “punto” tenuto da Luigi Di Maio contro Bruxelles potrebbe rimettere di nuovo tutto in discussione.
MANOVRA, DI MAIO “TIENE IL PUNTO” CON L’UE
«Nel corso dell’incontro con Scholz – ha spiegato Di Maio – ho ribadito la ferma intenzione del Governo ad abbassare il debito pubblico, accumulato negli anni, agendo attraverso politiche di rilancio dell’economia reale: dagli investimenti al reddito di cittadinanza, con misure di reinserimento nel mondo del lavoro, alla riforma del sistema pensionistico per permettere di rigenerare la forza lavoro del Paese». Con il vicecancelliere, l’omologo M5s ha spiegato di voler proseguire nel solco del dialogo con la Commissione Europea assieme a Conte e Tria, anche se poi poco dopo le possibili “riduzioni” o “modifiche” delle riforme principali della Manovra vengono del tutto esclusi dallo stesso Di Maio. «Non tradiremo i cittadini, chi attende il reddito di cittadinanza lo avrà, reddito di cittadinanza e quota 100 non slitteranno e che la platea non cambia». L’obiettivo è quello di evitare le sanzioni, di abbassare il debito ma nello stesso tempo anche di mantenere tutte le promesse del Contratto di Governo e nella Manovra: il come tenere tutto insieme, ancora, non è propriamente chiaro..