La Direzione del Partito Democratico ha approvato appieno lo statuto congressuale, stabilendo così tutte le prossime tappe ufficiali verso le Primarie Pd e l’elezione del nuovo Segretario dem: le commissioni congressuali provinciali e regionali vanno costituite entro il 4 dicembre prossimo, mentre entro il 12 come già anticipato chiuderanno ufficialmente la presentazione delle candidature (almeno 1500 iscritti in 5 regioni appartenenti ad almeno 3 circoscrizioni elettorali per il Parlamento Europeo). Le varie riunioni dei circoli per il voto dei soli iscritti si terranno dal 7 al 23 gennaio 2019, mentre la Convenzione Nazionale (che darà l’esito finale dei voti degli iscritti) si terrà il 2 febbraio 2019: dopo le Primarie che vedranno, al momento, un Matteo Renzi in penombra nell’appoggiare il “suo” candidato Marco Minniti, il 17 marzo si terrà l’Assemblea Nazionale dove verrà proclamato il nuovo Segretario del Partito Democratico. In chiave “regole”, resta il contributo di 2 euro per tutti i “simpatizzanti” Pd che voteranno ai gazebo, oltre ovviamente alla firma della dichiarazione «di riconoscersi nella proposta politica del Pd, di sostenerlo alle elezioni, accettando di essere registrati nell’Albo pubblico delle elettrici e degli elettori del Pd».



UFFICIALE: GAZEBO A MARZO, TERMINE CANDIDATURE IL 12 DICEMBRE

Alla fine “vince la burocrazia” e viene invece sconfitta la richiesta di una buona parte della compagine dem di anticipare le Primarie Pd: come anticipato ieri, ora viene confermata ufficialmente dalla Direzione del Partito Democratico la data del 3 marzo 2019 per la convocazione dei gazebo in tutta Italia per scegliere il nuovo Segretario dopo Renzi e Martina. La Direzione Pd ha approvato il regolamento del Congresso che prevede anche altre due date importanti: il 12 dicembre 2018 scade il termine per la presentazione delle candidature (per ora sono in 7, Zingaretti, Minniti, Martina, Damiano, Boccia, Corallo, Saladino), mentre il 2 febbraio 2019 si terrà la Convenzione Nazionale che lancerà ufficialmente la campagna elettorale interna al Pd verso le Primarie. Non ci saranno anticipazioni né accelerazioni in vista delle Elezioni Europee (previste tra il 23 e il 26 maggio 2019): sconfitta quindi la petizione lanciata da Lia Quartapelle e firmata tra gli altri da Paolo Gentiloni, Pierfrancesco Majorino, Carlo Calenda, Marianna Madia e Debora Serracchiani. «Abbiamo bisogno di un Pd in pieno funzionamento e sulla strada del rilancio perché ci sono da preparare le elezioni europee e le amministrative. Nella petizione scriviamo entro gennaio, ma forse non si riesce. Tuttavia il 3 o il 17 febbraio potrebbero essere due date buone», spiegava prima della Direzione di oggi la Quartapelle. Niente da fare, tutto rinviato per il “regolamento rigido” e forse anche perché qualcuno potrebbe aver “remato” in favore della data molto (troppo?) spostata verso l’appuntamento elettorale europeo che chiamerà il Pd a provare la riscossa dopo un anno e mezzo di sole sconfitte. Nota curiosa, il 3 marzo è il giorno prima dell’ultima fragorosa sconfitta dem dell’ex segretario Matteo Renzi..



RICHETTI SI “SFILA” E SI ALLEA CON MARTINA

Sono due le ultime notizie importanti verso le prossime Primarie Pd: da un lato si ha (forse) la data dei gazebo, il 3 marzo 2019, da confermare domani nella Direzione del Partito; dall’altro, Matteo Richetti si ritira dalla campagna elettorale verso il Congresso e si allea in una alleanza in “ticket” con Maurizio Martina. Proprio le dimissioni di quest’ultimo da Segretario dem aveva aperto la lunga corsa verso il nuovo Congresso che aprisse, una volta per tutte, l’epoca dem post-Renzi (sempre che gli elettori non scelgano ancora qualcuno nell’area renziana, da Minniti allo stesso Martina): dovrebbe essere una festa di democrazia, come hanno sempre rivendicato i leader Pd, eppure finora si assiste a correnti, liti, ritiri e dubbi sul metodo con cui concorrere alle Primarie. Insomma, finora nulla di nuovo. Richetti intanto annuncia «Ho chiamato Maurizio. Gli ho promesso lealtà e sostegno, ma gli ho chiesto radicalità e coraggio. Maurizio ha accettato di fare sue le nostre proposte e il nostro stile». Secondo i più “maligni” la mossa di Richetti sarebbe da inquadrare in un tentativo di una parte delle maggioranza renziana di “puntellare” il candidato Martina per togliere ulteriori voti a Zingaretti e far così trionfare il più idoneo e accettato dal “senatore semplice”, ovvero proprio Marco Minniti.



PRIMARIE PD: SI VOTA IL 3 MARZO, ECCO I 7 CANDIDATI

Durante la riunione di questa mattina la Commissione per il Congresso Pd è stata partorita una data, per l’appunto il 3 marzo, che verrà portata domani in Direzione dem e molto probabilmente ufficializzata dalla Segreteria centrale del Partito Democratico: si vota dunque solo 3 mesi prima delle Europee, con il nuovo Segretario che avrà il difficile compito di riesumare un Pd in caduta da mesi e lanciarlo verso lo scontro con M5s e Lega alle Elezioni 2019. Favorito nella sfida troviamo ovviamente Nicola Zingaretti, per ora avanti nei sondaggi di pochi punti rispetto al neo candidato Marco Minniti: dietro di loro, dopo il ritiro di Richetti, troviamo l’ex Segretario Maurizio Martina, l’ex Ministro Cesare Damiano, il giovane Dario Corallo, il senatore Francesco Boccia e da ultimo la prima donna candidata alla Segreteria Pd, la fondatrice di Piazza Dem Maria Saladino, dopo aver sciolto le riserve giusto ieri pomeriggio. Davanti alla sfida delle Primarie, il clima attuale non è esattamente dei migliori e in Direzione domani potrebbero avvenire diverse opposizioni da parte di chi non gradisce eventuali “modifiche” allo statuto del Congresso in corsa: «Non scherziamo. Lo statuto si cambia in Assemblea, non per accordi tra candidati. Potevate pensarci prima. Così come, se volevate anticipare il congresso, potevate deciderlo a luglio per farlo a ottobre o anticipare le dimissioni. Le regole si cambiano legalmente non violandole», attacca su Facebook Roberto Giachetti.