Come anticipato dal Sussidiario, la partita delle nomine più importanti in Rai si conclude con alcune novità significative e con la prima donna alla direzione della Rete ammiraglia. Il vecchio Carlo Freccero, leone della tv d’assalto anni 80, si accontenta della direzione di Rai2. Deve essere apparsa all’amministratore delegato Salini troppo precaria la posizione di pensionato senza retribuzione e con un contratto di solo un anno per rischiarlo su ruoli più importanti. Ma ha pesato non poco il tiro mancino giocato dallo stesso Freccero pochi mesi fa sull’affaire dei compensi da consigliere d’amministrazione. Infatti, non è piaciuto ai vertici del Movimento venire a conoscenza solo adesso del fatto che il buon Carlo prima annuncia la rinuncia a ogni compenso e poi si porta a casa una transazione in cui ci rimette appena il 20 per cento. La vicenda non depone bene per il futuro e renderà difficile il superamento dello scoglio del rinnovo a fine anno.



Trionfa invece Teresa De Santis, incoronata regina di Rai1. Per chi non lo sapesse, Rai1 è qualcosa di più della semplice ammiraglia, rappresenta più del 50 per cento del fatturato e degli ascolti, è il punto di incontro di produzioni milionarie (basta pensare a programmi come il Festival di Sanremo o Ballando con le stelle) e di enormi budget pubblicitari.



La De Santis ha un passato da giornalista: inizia giovanissima come redattrice del Manifesto, diventando in fretta la pupilla di Valentino Parlato. Frequenta la Rai come collaboratrice di programmi radiofonici, conducendo programmi musicali di successo, rivelando una notevole conoscenza della musica giovanile. Viene assunta in Rai e dopo poco viene chiamata a gestire le relazioni istituzionali con il governo D’Alema quando il direttore generale era Pier Luigi Celli. Ma il suo maestro è quel Maurizio Beretta, all’epoca proprio alla direzione di Rai1, divenuto un uomo chiave negli anni successivi prima alla Fiat e poi a Unicredit, senza sdegnare la presidenza della Lega Calcio. 



La De Santis quindi conosce benissimo Rai1 quando vi approda con Del Noce nel ruolo di vicedirettore con delega al budget e alla produzione. E lì rimane per quasi 10 anni. Poi inizia la discesa, sono gli anni della Rai di Monti e del governo di centrosinistra nuova maniera. Finisce ben presto relegata alla vice direzione del Televideo, dove subisce le angherie della Maggioni e di una direzione “renziana” sempre così attenta alle lotte di potere e così poco preoccupata del prodotto. Inizia così il suo doloroso distacco da quella sinistra che lei non capisce più e che la emargina lasciandola in un piccolo ufficio di Saxa Ruba, lontanissimo dalle stanze che contano.

La sua rivincita ha oggi il sapore amarissimo per tutti coloro che pensavano, dopo aver faticato per prendere le misure ai proconsoli renziani, di poter facilmente riciclarsi agli occhi dei nuovi potenti. Per la prima volta invece il nuovo Governo decide di affidarsi a competenze ben consolidate, a chi conosce l’azienda alla perfezione, a chi ha a cuore le sorti della ditta, rivalutando il prodotto culturale e la forza delle informazioni.

Potrebbe essere addirittura una svolta. Una strada che, se adottata anche in altri casi, può consentire di risolvere in positivo quell’immagine ormai diffusa di un Governo nuovo ma molto incompetente.