E’ stato depositato presso la procura di Nola il fascicolo relativo ad Antonio Di Maio, padre del ministro del lavoro. Come riferisce l’agenzia Ansa, a farlo sono stati i vigili urbani di Mariglianella (provincia di Napoli), che ieri hanno ispezionato il terreno di proprietà (ora sotto sequestro) di Di Maio senior e della zia del vice-presidente del consiglio, per presunti abusi edilizi riguardanti un deposito. Il sindaco Felice Di Maiolo ha aggiunto: «Ora si devono attendere i riscontri degli inquirenti». Intanto proseguono le manifestazioni di solidarietà nei confronti del leader dei grillini. Il presidente della camera, Roberto Fico, parlando a margine del convegno sui beni comuni all’accademia dei Lincei, ha spiegato: «Solidarietà a Luigi Di Maio che in questo momento sta subendo un fango incredibile. Quando leggo articoli di stampa o ascolto una trasmissione non c’è mai niente che faccia riferimento a una colpa di Luigi, niente che faccia riferimento a una sua colpa né passata né nelle sue vesti di ministro. Questo non è modo di fare, non è più politica, sono attacchi personali ingiustificati, che nella nostra società fanno solo male, non hanno senso». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

LA VICENDA DEL PADRE DI DI MAIO: IL M5S FA QUADRATO

Sulla vicenda di Antonio Di Maio, il padre del ministro del lavoro e dello sviluppo economico, è intervenuto anche il Movimento 5 Stelle. I grillini, attraverso una breve nota pubblicata sul blog ufficiale del movimento, difendono a spada tratta l’operato del loro leader, scrivendo: «La delegittimazione del MoVimento 5 Stelle da parte del quarto potere colpisce a tutti i livelli. Colpisce i nostri sindaci, colpisce i nostri parlamentari. Colpiscono anche Luigi Di Maio in questi giorni, essendo immacolato usano i parenti sbattendo in prima pagina suo padre per storie di 10 anni fa. E attenzione non è che Luigi sia sotto accusa per aver aiutato il babbo mentre era ministro, come è stato per Renzi e Boschi ma per un vincolo di sangue». Sulla questione si è già espresso tra l’altro proprio Di Maio senior (dichiarazioni che potete trovare qui sotto), addossandosi ogni responsabilità di quanto accaduto. Ricordiamo che il “vaso di Pandora” è stato scoperchiato da Le Iene attraverso apposita inchiesta. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

IL PADRE DI DI MAIO DIFENDE IL PROPRIO FIGLIO

È sempre dalle colonne del Corriere della Sera che Antonio Di Maio continua a confessare la sua responsabilità e parallelamente a scagionare il figlio vicepremier: cita per la prima volta anche la moglie, finora tenuta giustamente fuori dalle vicende politiche-giudiziarie dell’affaire Di Maio, e spiega perché lei stata per tutti questi anni l’amministratrice della società nonostante la legge lo impedisse perché lei è anche insegnate e dunque dipendente pubblica. «Lo abbiamo scoperto negli ultimi anni è così ci si è attrezzati per cederla. Abbiamo sempre detto ai nostri figli che era tutto in regola». Ai figli e alla stessa famiglia, Antonio Di Maio raccontava di avere fatto sempre tutto in regola: «Quando si commettono degli errori li si nasconde ai propri figli perché si ha paura che possano perdere la stima nei tuoi confronti. Io volevo che i miei figli fossero orgogliosi del loro papà. E ora non so se è così ed è la cosa che mi fa più male». (agg. di Niccolò Magnani)

IL PADRE: “LAVORO NERO? LUIGI NON HA COLPE”

«Le mie responsabilità non possono ricadere sui miei figli», è sentenza quanto afferma questa mattina al Corriere della Sera Antonio Di Maio, padre del vicepremier “pizzicato” dalle Iene con il lavoro in nero per almeno 4 dei suoi operai nella ditta edile di Pomigliano d’Arco. Ammette tutte le sue colpe, non si giustifica ma prova a difendere il figlio dagli attacchi di questi giorni: «Mio figlio, giustamente, ha preso le distanze dagli errori che ho commesso, ha garantito subito la massima trasparenza presentando tutte le carte. Non si è sottratto alle domande, non ha fatto nulla per favorirmi o nascondere fatti e ha fatto bene. Lo conosco, è mio figlio, non avrebbe potuto avere altro comportamento perché è una persona onesta», prosegue l’imprenditore pronto a rispondere per quanto compiuto nel passato. «Hanno attaccato Luigi con una ferocia spropositata. Stanno cercando di colpirlo ma lui non ha la minima colpa. Non era a conoscenza di nulla. Le mie responsabilità non possono ricadere sui miei figli. Tornare indietro non si può ma se potessi riavvolgerei il nastro per non ripetere gli errori del passato. Questo non è possibile quindi posso solo dire che mi dispiace», spiega Antonio Di Maio che ammette di aver sbagliato ma di aver anche sempre cercato di tutelare la sua famiglia non facendola preoccupare. Purtroppo, non c’è riuscito fino in fondo. (agg. di Niccolò Magnani)

SINDACO: “ACCERTATI MANUFATTI ABUSIVI”

Come dicevamo, il sindaco di Mariglianella Felice Di Maiolo aveva confermato la presenza di manufatti abusivi e giungono le sue dichiarazioni ai microfoni di Sky TG24: «Dopo una denuncia giornalistica, è stato effettuato un sopralluogo iniziato lunedì mattina, quando non è stato possibile entrare perché non erano presenti i proprietari. Sono stati convocati e questa mattina è stato fatto il sopralluogo, sono stati accertati dei manufatti abusivi». Prosegue il primo cittadino di Mariglianella: «Inoltre è stato rilevato l’abbandono di rifiuti su tre piazzole e anche su questo è stato fatto un sequestro. Tutto sarà notiziato alla Procura della Repubblica nelle prossime ore». Non è giunta per il momento la replica del vice premier del M5s, con la vicenda che coinvolge la sua famiglia che sta creando parecchio baccano politico… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

SALVINI LO DIFENDE

Nel fondo di cui è comproprietario il padre di Luigi Di Maio sono stati trovati quattro piccoli manufatti, realizzati senza permesso, e quindi abusivi. Lo ha confermato il sindaco di Mariglianella, Felice Di Maiolo, all’esito degli accertamenti effettuati dai vigili urbani. Come riportato da Repubblica, si tratta di piccole opere di pertinenza di una vecchia masseria, come un box con la copertura in lamiera. «Mi sento tranquillo, assolutamente sì». Così Luigi Di Maio ha risposto ai giornalisti che gli hanno chiesto se si sente politicamente tranquillo dopo il sequestro avvenuto questa mattina nei terreni di proprietà del padre. «Tutto quello che si dovrà fare lo faranno, io sono qui», ha aggiunto il vicepremier, a cui il collega Matteo Salvini ha espresso solidarietà. «Lo stanno linciando», ha dichiarato l’altro vicepremier del governo M5s-Lega. «Mi fido di Luigi, gli ho espresso la mia totale solidarietà. La sua vita privata deve restare fuori, forse ci siamo sbagliati su questo in passato», ha aggiunto il leader del Carroccio e ministro dell’Interno. (agg. di Silvana Palazzo)

SEQUESTRATE AREE DEL TERRENO

La polizia municipale di Mariglianella, ha sequestrato parte di un terreno del padre di Di Maio, Antonio. L’appezzamento di terra in questione è per metà del papà del ministro, e per l’altra metà dei due figli, fra cui il leader dei grillini, Luigi. Si tratta del terreno dove sorge l’ormai nota impresa di costruzioni di cui il padre era titolare, nell’occhio del ciclone in questi giorni dopo le accuse dei lavoratori in nero rese pubbliche dal programma Le Iene. Andrea Mandanici, comandante della polizia municipale di Mariglianella che ha effettuato il sopralluogo, ha spiegato che «Abbiamo sequestrato delle aree per la presenza dei rifiuti inerti e abbiamo preso le misure sugli immobili presenti per le verifiche con l’ufficio tecnico». Nel mirino vi sono dei terreni acquistati nel 2000, che stando ai dati catastali non dovrebbero prevedere manufatti o immobili, ma dalle immagini satellitari si nota chiaramente la presenza di una struttura in muratura. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

TROVATI RIFIUTI

Nuovi aggiornamenti sul sopralluogo della Municipale ai terreni del padre di Luigi Di Maio. Secondo quanto riporta Il Giornale, il motivo della visita era il controllo richiesto dal sindaco della Città per verificare se alcuni ruderi presenti sul terreno in questione fosse abusivi. E non solo: i vigili hanno deciso di sequestrare le aree in questione, dove erano stati depositati dei rifiuti inerti. Come riporta Il Fatto Quotidiano, sono ancora in corso gli accertamenti dell’ufficio tecnico sugli immobili: il comandante della Polizia Municipale ha evidenziato che il sequestro è avvenuto per la presenza di «calcinacci, macerie, residui da demolizione e di cantieri edili». L’Ansa sottolinea che alcuni giornalisti presenti a Mariglianella, dove è situata l’area in questione, sono stati invitati ad allontanarsi da alcuni abitanti della zona, che hanno affermato che il vice premier pentastellato è «l’orgoglio della nostra nazione». (Aggiornamento di Massimo Balsmao)

BUFERA ANCHE SULLA MADRE

Non si placa lo scandalo riguardante il padre di Luigi Di Maio, Antonio, e “l’assunzione” di alcuni lavoratori in nero. L’inchiesta si sta allargando anche ad altre proprietà della famiglia del ministro del lavoro e la notizia di questa mattina, è di un sopralluogo della municipale in alcuni terreni di Mariglianella, in provincia di Napoli. Intanto l’opposizione è esplosa, e il capogruppo del Partito Democratico al Senato, Andrea Marcucci, ha chiesto che il vice-premier faccia chiarezza una volta per tutte su questa vicenda: «Cambia versione ogni giorno, ogni ora – si lamenta, come riporta democratica.com è confuso, contraddittorio, smemorato. Purtroppo Luigi Di Maio è il ministro del lavoro e non si può permettere tutte le ambiguità che stanno venendo fuori sul suo conto e sul conto dell’impresa familiare (di cui è socio al 50%) riguardo proprio al tema del lavoro nero». Secondo Marcucci, il leader dei grillini dovrebbe «venire in Parlamento a difendersi, a fornire una versione definitiva». Inoltre, l’opposizione ha scoperto un altro dettaglio da non sottovalutare: «Sappiamo che la ditta di famiglia era intestata alla madre di Di Maio, con il ‘piccolo’ particolare che la madre è insegnante e la normativa esclude la possibilità che gli insegnanti possano svolgere la funzione di amministratori in una società». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

PADRE DI DI MAIO: LO SCANDALO SI ALLARGA

Verifiche della Polizia municipale in una proprietà del padre di Luigi Di Maio. Due agenti si sono presentati nello stabile di corso Umberto 69, a Mariglianella (Napoli), di cui il padre del vicepremier è comproprietario. Al momento non si conosce il motivo della visita della Polizia municipale. La Repubblica parla di «sopralluogo» nel terreno di proprietà di Antonio Di Maio, su cui si trovano manufatti che potrebbero essere abusivi. I vigili dunque starebbero verificando le costruzioni insieme ad alcuni tecnici. Ma non sono mancati i momenti di tensione tra alcuni residenti della zona e i cronisti. «Di Maio è l’orgoglio della nostra nazione», hanno urlato diverse persone alla vista dei giornalisti, che hanno invitato ad allontanarsi. In particolare, un uomo all’ingresso della stradina che conduce al terreno ha urlato: «Fino a ieri nessuno conosceva Mariglianella, adesso siete tutti qua». Secondo il quotidiano, nelle prossime ore il fascicolo potrebbe essere inviato in procura a Nola.

DI MAIO, IL PD CHIEDE CHE RIFERISCA IN AULA

L’accesso al terreno del padre di Luigi Di Maio, dove è in corso il sopralluogo della Polizia municipale, è in questo momento presidiato da una vettura degli agenti. Lo riporta Repubblica. Scoppia un’altra grana dunque per il capo politico del Movimento 5 Stelle, nonché ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico. La notizia delle verifiche arriva all’indomani della pubblicazione della lettera di assunzione nella ditta del padre, con relative buste paga. Così Di Maio voleva mettere a tacere la bufera scatenata dopo il servizio del programma “Le Iene” su presunti lavoratori “in nero” nella ditta del padre. Ieri il vicepremier ha pubblicato i documenti promessi sul Blog delle Stelle con un link. Ma il caso non è chiuso. Debora Serracchiani (Pd) ha presentato un’interrogazione parlamentare, sottoscritta da altri dem, in cui chiede se Di Maio intende pubblicare l’intera documentazione inerente al suo rapporto di lavoro con la Ardima Costruzioni. Tra le carte pubblicate dal vicepremier manca infatti l’estratto conto contributivo.