«La responsabilità di un paese come l’Italia, che ha un debito pubblico molto elevato (oltre il 130% del Pil, ndr), va oltre le regole europee sui bilanci pubblici»: il giudizio sulla Manovra del Governo Conte è stato esposto da Mario Draghi lunedì scorso durante l’Eurogruppo a Bruxelles davanti al Ministro dell’Economia Giovanni Tria. La posizione del Presidente della Banca Centrale Europea è stata esposta solo oggi dopo la pubblicazione della Reuters, confermata da fonti europee: una “strigliata” decisa quella di Draghi non tanto contro il Ministro Tria ma contro l’impianto di base della Manovra italiana presto alle Camere per le prime votazioni. Il concetto esposto da Draghi riguarda non tanto la governance economica dell’Europa, ma un ragionamento più in profondità: uno Stato dell’Unione Monetaria deve assumersi la responsabilità «in quanto compartecipe della responsabilità collettiva che deriva dall’adozione della stessa moneta». Eurogruppo, Commissione e ora anche Bce: chiedono una modifica alla Manovra italiana entro il prossimo 13 novembre. Tria, dal canto suo, ha fatto intuire che grosse modifiche non sono al momento previste: «non c’è né scontro né compromesso con l’Unione europea». La partita è del tutto aperta..



CONTE: “TAGLI ALLA SPESA SE IL PIL NON AUMENTA”

Lunga intervista rilasciata dal premier Giuseppe Conte ai microfoni di Di Martedì: dalla manovra alle riforme, giurista a tutto tondo sull’agenda del governo M5s-Lega. “Nella manovra economica abbiamo inserito quasi tutto il programma di governo, siamo in anticipo con i tempi: nel giro di qualche mese avremo realizzato quasi l’80 per cento del contratto” ha evidenziato Conte, che ha aggiunto: “Nelle prossime settimane noi porteremo le riforme strutturali, dal codice degli appalti al processo civile e penale: ci serve qualche settimana, ai primi del 2019 entreranno in vigore riforme come la semplificazione burocratica e normativa”. Infine, ha evidenziato: “Se la crescita non rispetterà le previsioni con effetti sul deficit e sul debito il governo adotterà misure di contenimento della spesa. Confidiamo di partire con la task force taglia-forbici prima. Se poi non dovessimo riuscirci, cercheremo dei meccanismi di contenimento della spesa”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



ECOFIN: “ATTENDIAMO SVILUPPI”

Vive all’insegna dei colpi di scena e della tensione lungo l’asse Roma-Bruxelles l’ennesima giornata di passione attorno alla Manovra economica varata dal Governo italiano: in mattinata, infatti, il vicepresidente della Commissione UE, Valdis Dombrovskis, aveva usato toni molto più duri di quelli di Pierre Moscovici ieri, paventando l’ipotesi dell’apertura di una proceduta per infrazione a causa dello sforamento eccessivo del deficit a carico del nostro Paese. E nel pomeriggio di oggi, un po’ a sorpresa, si apprende che il Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha improvvisamente abbandonato il vertice Ecofin con i suoi omologhi per tornare a Roma. Il rientro del titolare del DEF da Bruxelles, molto prima della conclusione prevista dei lavori, ha lasciato di stucco anche perché Tria ha pure di conseguenza annullato la sua conferenza stampa in programma e aggirando dunque le prevedibili domande dei cronisti. “Ci attendiamo sviluppi nel negoziato tra la Commissione Europea e l’Italia” ha detto Hartwig Loger, Ministro delle Finanze dell’Austria e anche presidente Ecofin, lasciando intendere che il frettoloso ritorno di Tria a Roma potrebbe avere a che fare con questo. (agg. di R. G. Flore)



GOVERNO SOTTO PRESSIONE DELL’UE

Il Governo gialloverde è sotto pressione dell’Ue, soprattutto sul tema della Manovra Economica, ma non solo: gli ultimi continui attacchi di Dombrovskis e Moscovici “contro” il Ministro Tria sono solo l’ultima ruota di un lunghissimo “carro” che da settimane si concentra sull’Italia. Una messa in “pericolo” di un Governo, quello di Lega e M5s, che più di tutti in Europa rappresenta la possibile conseguenza generalizzata dei vari Paesi Ue in vista delle prossime Elezioni Europee: se infatti dovessero vincere i populisti, allerta da settimane la Commissione e il Parlamento Ue, i problemi potrebbero essere notevoli. Insomma, siamo tutti in campagna elettorale e non solo Salvini o Di Maio come spesso viene fatto passare da Bruxelles (o anche dalle stesse opposizioni nostrane): un generale caos che purtroppo non aiuta e che non vede, a breve, una soluzione “buona” per tutti. È di oggi lo scambio tutt’altro che sereno tra il Ministro del Mef e il Commissario Ue agli Affari Economici sul tema della Manovra: «abbiamo qualche disaccordo, ma questo non vuol dire che non possiamo avere un dialogo costruttivo» ha ammesso Tria mentre poco dopo Dombrosvkis (Vicepresidente Commissione Ue) è andato addirittura oltre le esternazioni di Moscovici, «Se il Documento programmatico di bilancio non cambia materialmente, dobbiamo riconsiderare le conclusioni. Numericamente l’Italia avrebbe dovuto assicurare un miglioramento del deficit strutturale di 0,6% invece c’è un peggioramento di 0,8%. Pari a una deviazione dell’1,4%. E’ una deviazione molto ampia».

BOCCIA (CONFINDUSTRIA): “NON FARE CAMPAGNA ELETTORALE SU MANOVRA”

Di contro, Salvini, Conte e Di Maio provano a fare fronte comune in un momento in cui anche al proprio interno vi è tutt’altro che un “collante sicuro” sui principali nodi politici: prima il Decreto Sicurezza poi l’emendamento sulla prescrizione al Dl Anticorruzione sono entrambi, per motivi diversi, bloccati alle Camere per la mancanza di un accordo tra i legastellati. In serata il vertice del “triumvirato” dovrebbe tirare le fila di una lunga e complessa giornata politica: «La manovra è una, non ci saranno Manovre bis» ha aggiunto poco fa il Sottosegretario Giancarlo Giorgetti, mentre in mattinata erano giunte altre critiche alla Legge di Stabilità dal leader di Confindustria Vincenzo Boccia. «Un errore da non fare è quello di costruire una campagna elettorale sulla procedura d’infrazione europea», spiega il n.1 degli Industriali all’Eicma. «Il problema è quale Europa noi immaginiamo, – avanza ancora Boccia – e come immaginiamo di riformarla partendo dalla visione italiana. Ma la crescita diventa un elemento di sostenibilità della manovra e credibilità del governo. Per adesso vediamo che è molto debole».