Alessandro Di Battista ha “voglia di dare una mano” al MoVimento 5 Stelle. Parola dello stesso ex parlamentare, che in una diretta Facebook dal Nicaragua promette: “Presto torniamo, torno e poi vediamo quel che succede“. Parole che non possono non suonare indirettamente come un campanello d’allarme per Luigi Di Maio, il leader M5s che in questa fase fatica a contenere e a gestire il malcontento della base e delle sue truppe in Parlamento per i tanti bocconi amari che i pentastellati hanno dovuto ingoiare dalla Lega, ultimo il Decreto Sicurezza. Come riportato da Huffington Post, proprio a Matteo Salvini è stato indirizzato uno degli affondi più pesanti da parte di Di Battista:”So che il M5S sull’anticorruzione deve essere molto molto duro, per me la prescrizione dovrebbe essere sospesa quando c’è il rinvio a giudizio e non dopo il primo grado perché quest’istituto ha favorito solo i ladri in questo Paese. Bisogna capire da che parte sta la Lega, e si capisce su questa roba qua, si capirà a breve se la Lega sta pensando un minimo al Paese o l’unico paese a cui pensa sia Arcore“.
ALESSANDRO DI BATTISTA, SALVINI RISPONDE: “LO INVIDIO…”
E dopo la sfida lanciata da Di Battista sul tema dello stop alla prescrizione non si è fatta attendere la risposta di Matteo Salvini. Il vicepremier, nel corso della registrazione di Otto e mezzo, a Lilli Gruber ha detto:”Lo invidio profondamente, si sta godendo la vita con la moglie e il figlio. Ma voglio dirgli che oggi la fiducia al mio decreto Sicurezza è stata votata da M5s e non da Forza Italia. Di Battista sta lontano, c’è il fuso orario…“. A dirla tutta su questo aspetto era stato lo stesso Di Battista ad ammettere:”Perché è bella pure la libertà che abbiamo di dire e scrivere tutto quello che voglio, è una bella ricchezza“. Ma i punti in comune tra i due si esauriscono qui. Basta sottolineare il commento di Dibba sulla gestione del fenomeno immigrazione:”Non basta chiudere i porti, mandare i militari alle frontiere. Non ho mai detto che non sia un dovere dello Stato proteggere le frontiere, ma non basta, non se ne esce“.