“Stop a targhe ‘estere’ delle auto”: questa la norma contenuta nel decreto sicurezza annunciata direttamente dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli. Ecco le parole del pentastellato riportate dai colleghi dell’Ansa: “Abbiamo inserito nel decreto Sicurezza una norma che, con alcune deroghe, vieta, a chi risiede in Italia da oltre 60 giorni, di circolare sul territorio nazionale con veicoli a targa estera”. Prosegue Toninelli, sottolineando: “Con noi i furbi non avranno più vita facile. Coloro che violeranno il divieto che abbiamo imposto dovranno pagare una multa salata e, se non si metteranno in regola, si potrà arrivare sino alla confisca del veicolo”. E aggiunge: “Grazie al Governo e alla volontà del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, i furbetti che fino a ieri utilizzavano in Italia auto immatricolate all’estero, pur risiedendo nel nostro Paese, non potranno più eludere tasse e controlli”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



UFFICIO BILANCIO SENATO VS VIMINALE

A guastare parzialmente la festa a Matteo Salvini, dopo l’approvazione del Decreto Sicurezza al Senato, è arrivato il parere del Servizio Bilancio del Senato della Repubblica che ha fatto notare come “per i profili di copertura, andrebbe innanzitutto acquisita conferma in merito alle disponibilità relative alle autorizzazioni di spesa ivi indicate”. I funzionari di Palazzo Madama, come riporta Il Corriere della Sera, hanno dunque “evidenziato che il provvedimento non è al momento corredato dall’allegato che evidenzia gli effetti sia in termini di competenza, che in termini di impatto sui saldi di finanza pubblica”. Un modo per dire che il dl è stato redatto quanto meno con eccessiva approssimazione. Dal Viminale, però, ci tengono a precisare:”Non c’è alcun problema di coperture. Il decreto sicurezza, approvato oggi dal Senato, aveva avuto solo dei normali rilievi. Rilievi superati durante l’iter di esame in commissione Bilancio, che ha espresso parere favorevole sul testo”. (agg. di Dario D’Angelo)



PASSA DL SICUREZZA AL SENATO: SALVINI ESULTA

Con 163 Sì, 59 no e 19 astenuti è passato al Senato il decreto Sicurezza, su cui il governo aveva messo la fiducia per evitare brutte sorprese. Esulta Matteo Salvini, come riportato dall’Huffington Post:”Sono contento perché dopo tanto lavoro si è arrivati alla fine“. Il ministro dell’Interno ha lasciato intendere di essere ottimista per il passaggio alla Camera, ma intanto si apre ufficialmente una crepa all’interno del MoVimento 5 Stelle, con i 5 dissidenti Gregorio De Falco, Elena Fattori, Paola Nugnes, Matteo Mantero e Virginia La Mura che non hanno preso parte alla votazione. I cinque sono finiti di fatto “sotto processo”, con il capogruppo al Senato, Stefano Patuanelli, che ha dichiarato:”In qualità di capogruppo ho segnalato ai probiviri il comportamento tenuto in Aula dai senatori Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Matteo Mantero e Virginia La Mura, che hanno avviato un’istruttoria nei loro confronti Si tratta di un comportamento particolarmente grave visto che si trattava di un voto di fiducia al Governo”.



TENSIONE LEGA-M5S

Il Dl Sicurezza approvato oggi dal Senato è una vittoria politica di Matteo Salvini, ma a farne le spese è probabilmente l’esecutivo di cui lui stesso fa parte. Non è un caso che il MoVimento 5 Stelle abbia fatto di tutto per dissociarsi da questo passaggio, con Di Maio che ha disertato volutamente il Senato e il ministro Toninelli che anziché sedere tra i banchi riservati al governo ha deciso di tornare tra i suoi colleghi pentastellati. Come fa notare l’Huffington Post, in passato tra i banchi dei partiti di governo si era instaurata poi la prassi di applaudire ad ogni intervento dei colleghi di esecutivo: fenomeno che non si è ripetuto oggi, ad ulteriore conferma di una tensione che secondo molti sfocerà prima o poi in una vera e propria crisi. Come se l’arco temporale del governo, una volta fissato in 5 anni, si fosse improvvisamente ridotto, a causa delle diverse visioni del mondo di M5s e Lega. E in questo caso del Decreto Sicurezza.