Potrebbe avere un impatto politico significante la nuova inchiesta sui fondi della Lega condotta dalla procura di Bergamo poiché legata questa volta alla gestione recente di Matteo Salvini e del tesoriere Giulio Centemero. Come riportato da La Stampa, nel mirino degli inquirenti sarebbero finiti 250mila euro versati dal costruttore Luca Parnasi all’associazione “Più Voci” di area leghista. L’Espresso sostiene che a “Più Voci” sia arrivato anche un versamento di 50mila euro da parte di Esselunga. L’ipotesi di reato a cui starebbe lavorando la Procura è quella di finanziamento illecito: la volontà è quella di ricostruire i flussi di denaro dell’associazione e di una serie di società che, secondo La Stampa, potrebbero essere serviti a schermare i finanziamenti privati ottenuti dalla Lega, mettendoli al sicuro da eventuali sequestri legati al recupero dei “famosi” 49 milioni di euro. (agg. di Dario D’Angelo)
SALVINI DIFENDE CENTEMERO
Non potevano che arrivare le parole del Ministro Salvini in difesa del proprio tesoriere, dopo l’ennesima svolta “clamorosa” sul fronte dei presunti fondi illeciti alla Lega: «Ognuno faccia il suo lavoro. Non c’è nulla da trovare né da cercare. Spero che i pm facciano in fretta», spiega il segretario della Lega dopo l’apertura del fascicolo contro Centemero. Al momento non emergono novità in merito al contenuto delle indagini svolte dalla Procura di Bergamo dopo la trasmissione ai colleghi di Roma degli atti riguardanti Luca Parnasi e lo stesso tesoriere del Carroccio. In realtà, segnala il Fatto Quotidiano, non si tratterebbe di una vera trasmissione di atti ma probabilmente di «un nuovo filone d’indagine sull’associazione “Più Voci”». Secondo quanto riportato da l’Espresso, questa mattina la Guardia di Finanza ha svolto diverse perquisizioni nello studio dei due commercialisti forse legati alla prima inchiesta di Genova sui fondi della Lega (i famosi 49 milioni di euro, ndr). (agg. di Niccolò Magnani)
L’ATTACCO DEL PD
Nuova inchiesta sui conti della Lega, indagato il tesoriere del Carroccio Giulio Centemero dalla Procura di Bergamo. Nel mirino i 250mila euro versati dall’imprenditore Parnasi: l’ipotesi è che sia una forma di finanziamento illecito per aggirare la confisca dei 49 milioni di rimborsi, sottolinea Repubblica. E il Partito Democratico è sul piede di guerra, ecco il commento su Twitter di Dario Parrini: «Salvini farebbe meglio a smetterla di comportarsi da sbombone. Sui #49Milioni sempre più forti i sospetti della magistratura su manovre illegali della #LegaLadrona per dribblare i sequestri. Indagato il tesoriere nazionale Centemero dalla Procura di Bergamo». Queste le parole della dem Alessia Morani: «I conti della #Lega non tornano. Dopo la truffa da 49 milioni e la condanna di #Belsito la procura indaga anche il tesoriere di #Salvini. Che fine hanno fatto quei soldi? Come sono stati usati?». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
INDAGATO GIULIO CENTEMERO
Fondi Lega, indagato tesoriere Giulio Centemero: nuova inchiesta sul denaro ‘sparito’ del Carroccio, con la procura di Bergamo che ha iscritto nel registro degli indagati il deputato di Arcore. Come riporta La Stampa, l’ipotesi di reato è finanziamento illecito ai partiti ed è stato aperto dopo la trasmissione da Roma degli atti sul sostegno dell’imprenditore Luca Parnasi all’associazione Più Voci. L’associazione ha sede proprio a Bergamo e sarebbe riferibile alla Lega: il tesoriere del Carroccio è finito tra gli indagati ma l’inchiesta è ancora nelle fasi preliminari. Ricordiamo che già a inizio ottobre il nome di Centemero venne fuori, insieme a quello del tesoriere del Partito Democratico Francesco Bonifazi, dopo un interrogatorio del costruttore romano Luca Parnasi con il magistrato Barbara Zuin.
FONDI LEGA, L’INCHIESTA DELLA PROCURA DI BERGAMO
Ricordiamo che la Cassazione ha confermato la sentenza del Tribunale del Riesame di Genova sul sequestro dei fondi nelle sezioni locali della Lega, lasciata così con le casse vuote. L’ex tesoriere Belsito e l’ex segretario federale Bossi sono stati condannati in Appello, con Matteo Salvini che ha disposto un accordo per spalmare la rateizzazione dei 49 milioni di euro in 76 euro, con prelievi bimestrali da 100 mila euro per l’erario. Lo stesso ministro dell’Interno ha deciso di querelare Belsito ma non Bossi, finendo nel mirino dei critici e delle opposizioni. Ora una nuova inchiesta, con il tesoriere Centemero indagato, che parlava così appena un mese fa sul corso della magistratura: «La Corte di Cassazione, rigettando il ricorso, ha definitivamente avallato la possibilità di sequestrare somme totalmente lecite considerandole profitto del reato. I contributi dei cittadini, i proventi delle feste, etc., si trasformano, per sentenza, in somme da sequestrare senza che vi sia alcun legame con i fatti di reato che vengono contestati ad altri soggetti e a danno della stessa Lega. La violazione è talmente palese che si dovrà ricorrere alla Corte Europea dei diritti dell’uomo per vedere riconosciute le ragioni che non sono solo del partito, ma di tutti i cittadini», riporta Agi.