Matteo Salvini ha lanciato l’idea “Perché non fare un referendum sulla Tav?”. Il ministro dell’interno punta quindi a superare in maniera pragmatica il problema del treno ad alta velocità che collegherebbe la Francia all’Italia, precisamente Lione a Torino. Previa una dettagliata analisi su costi e benefici, che indichino eventualmente che l’opera sia profittevole, secondo il leader del carroccio sarebbe bene che i cittadini esprimano la propria preferenza sulla questione, anche perché nelle ultime settimane sembrerebbe che il popolo del “Si” e del “No” sia perfettamente equo. Peccato però che non la pensi allo stesso modo il Movimento 5 Stelle, da sempre sostenitore del “No Tav”, a cominciare dal ministro del lavoro Luigi Di Maio, che ospite a Quarta Repubblica su Rete 4, ha ammesso: «Non stiamo parlando della Tav in generale, ma della Torino-Lione. Oggi si parla di un referendum, non è un ministro a chiedere un referendum, ma i cittadini devono richiedere. È la legge, come statuti regionali e comunali, che li prevedono». Quindi il leader dei grillini ha aggiunto e concluso: «Al ministero stiamo facendo lo studio costi benefici che non durerà in eterno, faremo dire ai tecnici se questa opera è valida o è stata fatta per spartirsi mazzette. C’è il tema di una comunità che chiede il referendum e chi siamo noi per impedirlo? Ha concluso». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



TAV, SALVINI LANCIA L’IDEA DEL REFERENDUM

Arriva in maniera non del tutto inattesa il cambio di passo di Matteo Salvini sul fronte della Tav, il treno ad alta velocità Torino-Lione che ad oggi rappresenta uno dei punti di maggiore scontro all’interno del governo Lega-M5s. Il leader del Carroccio, come riportato dall’Huffington Post, ha aperto poco fa all’ipotesi di un referendum sulla Tav, legandolo ad un riscontro sull’analisi costi-benefici inserita nel contratto di governo ma che almeno per il momento tarda ad arrivare. Il vicepremier oggi ha chiarito: “Aspettiamo il rapporto costi e benefici, ma se non si arrivasse a una decisione, chiedere ai cittadini cosa ne pensano penso che essere una strada“. A chi gli ha chiesto se il suo fosse un riferimento alla possibilità di indire un referendum, Salvini ha risposto con un significativo: “Perché no?“.

TAV, SALVINI: “REFERENDUM? PERCHE’ NO”

Matteo Salvini ha anche motivato il suo “perché no?” sull’ipotesi di un referendum sulla Tav. A margine dell’incontro con i presidenti territoriali di Confindustria Lombardia, nella sede di Assolombarda a Milano, il vicepremier ha infatti chiarito: “L’unica cosa che non può succedere è che si vada avanti ancora per settimane o per mesi a discutere. L’importante è avere dei sì o dei no. Io tifo sì. Se i tecnici ci dicessero no o forse, si possono ascoltare i cittadini“. L’ipotesi più probabile in caso di ricorso al referendum sulla Tav sembra essere quella di un referendum consultivo, dunque non vincolante, per cercare di capire cosa ne pensano gli italiani di questo tema da anni così sentito. Da capire adesso la prossima mossa del MoVimento 5 Stelle dopo la fuga in avanti di Salvini. I grillini sono da sempre NoTav e l’ipotesi di un referendum sulla Tav non è prevista dal contratto di governo.

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