La visita di Matteo Salvini in Israele ridisegna di fatto la strategia dell’Italia in fatto di politica estera in Medio Oriente degli ultimi anni. Lo sottolinea l’Huffington Post, chiarendo come il vicepremier abbia fatto sue le posizioni di Bibi Netanyahu non soltanto nel catalogare gli Hezbollah libanesi come “terroristi islamici”, bensì nello schierarsi contro le risoluzioni Onu nei riguardi di Israele. Salvini, al termine della visita allo Yad Vashem, il Museo dell’Olocausto, ha ribadito: “Il premier Netanyahu me ne ha contate 700”. Il leader della Lega, ad un rappresentante della comunità italiana che sottolineava come la posizione del Belpaese sia “troppo appiattita sulle posizioni Ue in politica estera”, Salvini ha risposto: “Ci sarà un deciso cambiamento in questo senso”. Dunque un’invasione di campo in piena regola nei confronti del ministro degli Esteri, Moavero-Milanesi, ma anche delle chiare bordate all’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, l’italiana Federica Mogherini, da tempo nel mirino della destra israeliana poiché considerata “filopalestinese” e “filo Iran”. (agg. di Dario D’Angelo)
SALVINI, “AMBASCIATA ITALIANA A GERUSALEMME? STEP BY STEP”
Dopo Hezbollah, non si placa la polemica delle dichiarazioni di Matteo Salvini da Israele: il rappresentante della Comunità ebraica italiana Leone Paserman ha chiesto cosa ne pensasse il Ministro degli Interni in merito all’ambasciata italiana da porre a Gerusalemme (dopo le immense polemiche che mesi fa coinvolsero gli Usa di Trump per la decisione di spostare le sedi diplomatiche da Tel Aviv nella Citta Santa) e Salvini ha replicato «Sapete come la penso: step by step». Secondo il titolare del Viminale però, forse per evitare una nuova bufera generalizzata dopo lo scontro ieri con il M5s, ha anche detto «C’e’ un governo e devo ascoltare anche i partner». Per quanto riguarda i recenti fenomeni di antisemitismo tanto in Europa quanto in Italia (qui tutti i dettagli sul caso delle pietre d’inciampo rubate recentemente a Roma), Salvini ha spiegato ancora: «saranno combattuti in ogni forma. Fortunatamente sono pochi e fuori dal mondo».
GENERALE ARRIGONI: “PESI LE PAROLE”
«Il ministro Salvini pesi le parole»: questo il giudizio del generale Franco Angioni, comandante del contingente italiano in Libano dal 1982 al 1984, sulla querelle sugli Hezbollah nata ieri. Intervistato da Adnkronos, il generale ha aggiunto: «Un politico deve pesare le parole. Salvini è un ministro in carica, deve avere più oculatezza nel gestire le proprie dichiarazioni dal momento che l’Italia ha sempre cercato, in un’area così delicata del mondo, di mantenere l’equidistanza tra tutte le parti in causa». Una situazione delicata che coinvolge i militari italiani dell’operazione ‘Leonte’, in attività in Libano nell’ambito della missione Unifil dell’Onu, che «sono in questo modo esposti a fraintendimenti e incomprensioni. Chi vuole approfittare della situazione potrebbe trovare pretesti per speculare su parole di questo genere. La cosa mi rattrista perché i militari italiani in Libano hanno dato prova concreta di saper dimostrare sempre, in tutti questi anni, l’assoluto equilibrio tra le parti». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“ERRORE POLITICO”
Dopo la Difesa e il vicepremier Di Maio, è un’altro esponente del Movimento 5 Stelle a provare a mettere i “puntini sulle i” alle dichiarazioni di Salvini che hanno “imbarazzato” gli ambienti militari italiani in Libano e Israele: «Matteo Salvini, che non è ministro degli esteri né della difesa, ha usato contro un partito di governo del Libano le definizioni che usano i settori più oltranzisti delle classi dirigenti israeliane (che hanno le loro convenienze, diverse dalle nostre). Una posizione che non è espressione della politica estera italiana e va contro i nostri interessi di sicurezza. Una posizione sbagliata, una gaffe consumata in due tweet a un centimetro dalla pantofola di Netanyahu», attacca Pino Cabras, deputato M5s della Sardegna, sul portale CagliariPad. Lo definisce un errore politico quanto compiuto da Salvini in Israele, proprio perché proviene da chi come il Ministro lancia frequenti allarmi contro l’espansione degli estremisti islamisti e le persecuzioni dei cristiani: «sbaglia del tutto bersaglio quando attacca il movimento Hezbollah. Mentre in favore dei cristiani perseguitati nel Levante i Salvini o i Cabras organizzano tuttalpiù qualche convegno, da parte di Hezbollah si è sacrificata la meglio gioventù, con tanti martiri ventenni caduti nel combattere e sconfiggere l’ISIS o altre formazioni jihadiste». Sempre Cabras poi conclude, «Se non si è avuta una catastrofe geopolitica con la vittoria del Califfato e con decine di milioni di sradicati lo dobbiamo ad alleanze molto più complesse di quelle che stanno in due selfie raffazzonati».
LA REPLICA DEL MINISTRO: “SCAVANO TUNNEL, COSA POSSONO ESSERE”
E’ polemica dopo le parole del ministro dell’interno Matteo Salvini, che ha definito gli Hezbollah dei terroristi. Subito è arrivata la controreplica del ministro della difesa, Trenta, e del leader del Movimento 5 Stelle, Di Maio, ma il leghista ha mantenuto la sua linea di pensiero, ribadendo che chi scava i tunnel non lo fa per andare a fare la spesa. «Chi vuole la pace – ha aggiunto il vice presidente del consiglio – deve sostenere il diritto all’esistenza ed alla sicurezza di Israele, baluardo della democrazia in questa regione». Quindi manda un messaggio all’Unione Europea, che secondo Salvini è poco equilibrata nei confronti del territorio israeliano, sanzionandolo «ogni quarto d’ora». Il ministro leghista ha teso la mano ad Israele, sottolineando come il popolo italiano sia in prima fila per riportare la pace e combattere il terrorismo islamico: «Aspettiamo che anche Onu ed Unione Europea facciano la loro parte». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SALVINI E LA FRASE SUGLI HEZBOLLAH: IL COMMENTO DI DI MAIO
Se mancava uno spunto per l’ennesima distanza e “differenza di vedute” tra Salvini e Di Maio, le dichiarazioni del vicepremier leghista da Israele hanno subito offerto il nuovo “campo di sfida”: dopo l’attacco diretto al gruppo terrorista islamico (che è e resta tale, anche per definizione della stessa Unione Europea, ndr), il collega del M5s prende le “difese” della Difesa e sentenzia «La missione Unifil in Libano è una delle missioni di pace più importanti che abbiamo nel mondo e soprattutto, come M5S, abbiamo sempre citato quella missione di pace come vero modello di missione super partes. Quello che si doveva dire sulla vicenda l’ha detto il ministero della Difesa. Io mando solo un grande abbraccio ai militari che sono lì. Gli dico di tenere duro e di andare avanti». Nei fatti Di Maio si dissocia da Salvini aumentando così il fattore “tensione” interno alla maggioranza: «i nostri soldati in quelle terre sono super partes, vicini a Israele e al popolo libanese, come sempre riconosciuto da quell’area. Mando un abbraccio ai soldati, tengano duro», conclude il leader del M5s.
SALVINI IN ISRAELE: “HEZBOLLAH TERRORISTI ISLAMICI”
L’arrivo del Ministro Matteo Salvini in Israele aveva già scatenato alcune polemiche sulla decisione di vedere il premier Netanyahu e non il Presidente Rivlin, ma dopo le ultime dichiarazioni rilasciare sui social sul gruppo fondamentalista Hezbollah la bufera è servita: «Chi vuole la pace, sostiene il diritto all’esistenza ed alla sicurezza di Israele. Sono appena stato ai confini nord col Libano, dove i terroristi islamici di Hezbollah scavano tunnel e armano missili per attaccare il baluardo della democrazia in questa regione». Che Hezbollah sia un gruppo responsabile di attacchi terroristici e di spiccato fondamentalismo islamista come proprio credo non è una novità, ovviamente, ma a scatenare la polemica è l’attacco sferrato ad un gruppo non poche volte “alleato” dell’Autorità Palestinese in una cornice già piuttosto delicata per i ben noti scontri sulla Striscia di Gaza. Il premier lo invita a visitare i cunicoli scavati da Hezbollah sul confine col Libano e Salvini, uscendo, fa twittare al suo gruppo stampa le parole durissime.
LO SCONTRO CON LA FARNESINA
«Per combattere il terrorismo islamico e riportare pace e stabilità, per un rapporto sempre più stretto fra scuole, università e imprese, per cooperare in ricerca scientifica e sanitaria, per rinsaldare collaborazione e amicizia fra popolo italiano e popolo israeliano: io ci sono. Aspettiamo che anche Onu ed Unione Europea facciano la loro parte», conclude ancora Salvini mentre la polemica con le autorità palestinesi e la stessa Farnesina non sono poche. «Non vogliamo alzare nessuna polemica ma tali dichiarazioni mettono in evidente difficoltà i nostri uomini impegnati proprio a Sud nella missione Unifil, lungo la blue line. Questo perché il nostro ruolo super partes, vicini a Israele e al popolo libanese, è sempre stato riconosciuto nell’area», fanno sapere dal Ministero della Difesa, evidentemente stizziti dalle dichiarazioni del vicepremier leghista, il quale non tarda a replicare qualche ora più tardi. «Non capisco lo stupore, che ho letto su un’agenzia, per la definizione di Hezbollah come terroristi islamici. Se si scavano tunnel sotterranei a decine di metri che sconfinano nel territorio israeliano, non penso lo si faccia per andare a fare la spesa», spiega Salvini impegnato nell’ennesima “lite” interna con il Movimento 5 Stelle (ricordiamo che infatti la Ministra Trenta proviene dall’area grillina).