Hanno fatto discutere le dichiarazioni del commissario dell’UE, Pierre Moscovici, in merito al fatto che la Francia possa sforare il 3% nel rapporto deficit/pil, e non l’Italia. Per cercare di dare una risposta a tutti coloro che si sono domandati semplicemente “perché?”, l’edizione online de La Repubblica snocciola i numeri dell’economia francese, a cominciare dal debito, pari al 131% in Italia, a differenza invece di quello dei cugini transalpini, al 98.5. L’economia di Parigi è inoltre molto più florida rispetto a quella di Roma, con una crescita dell’1.6%, a differenza di quella italiana stimata sotto l’1. Differenti anche i livelli di disoccupazione, con la Francia in calo al 9%, e con l’Italia che invece rimane più o meno stabile al 10.4%. Infine, per quanto riguarda il tanto agognato rapporto deficit/pil, «Il deficit del prossimo anno stimato dalla Commissione per la Francia era già salito al 2,8 per cento ma questo – scrive Repubblica – è dovuto a misure una tantum per circa un punto di Pil. Di conseguenza il deficit-Pil effettivo sarebbe di circa l’1,9 per cento nel 2019, tant’è che per il 2020 la Francia già stima di tornare all’1,7 per cento». Insomma, troppe diversità per poter fare un paragone. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MOSCOVICI: “FRANCIA PUO’ SPINGERSI AL 3%”
L’Italia non è la Francia e quindi non può sforare nei limiti sul deficit, Macron invece può e addirittura può superare la quota 3% imposta da Bruxelles: così spiega il Commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici contro, per l’ennesima volta, la Legge di Bilancio del Governo Conte nel giorno decisivo in cui il Premier italiano dovrà incontrare Juncker per presentare le eventuali modifiche sostanziali alla Manovra ancora in votazione in Parlamento. «Lo sforamento del 3% del rapporto tra deficit e pil non è un tabù per la Francia», spiega Moscovici intervistato stamane da Le Parisien a pochi giorni dalle promesse fatte da Macron in diretta davanti a tutta la nazione per “limitare” il caos dei gilet gialli. La Commissione Ue aveva subito monitorato le misure proposte dall’Eliseo dicendosi «molto attenti per salvaguardare cifre e regole comunitarie». Oggi però Moscovici sembra stendere un “tappeto rosso” al Presidente francese, dicendosi «non contrario in generale a sforare il 3%», a meno che sia l’Italia.
MOSCOVICI “STRONCA” LA MANOVRA ITALIANA
«Non si tratta di indulgenza – si difende il Commissario europeo – ci sono delle regole, nient’altro che le nostre regole. Non deve sembrare che da un lato siamo troppo severi e dall’altro usiamo una forma di lassismo. Il paragone con l’Italia è del tutto sbagliato perché le situazioni sono completamente diverse. La Commissione europea sta sorvegliando il debito italiano da tanti anni. Non l’abbiamo mai fatto per la Francia», sentenzia Moscovici. Di sicuro le parole giunte stamani, nel caos del giorno dopo degli attentati a Strasburgo, potrebbero avere “minore impatto” sulla politica italiana ed europea, ma rappresentano un affronto neanche tanto “nascosto” al Governo italiano e alla situazione attuale della nostra economia. A chi tra l’altro ha chiesto a Moscovici se la situazione francese avrà un impatto sulle trattative con Roma, lui replica «Non rispondo su questo argomento».