Al Senato passa il Ddl Anticorruzione dopo le recenti fratture viste alla Camera: questa mattina il voto di fiducia vede una maggioranza più compatta e meno litigiosa rispetto a quanto visto a Montecitorio il 22 novembre scorso. Sono 162 Sì, 119 No e un astenuto (il senatore a vita Mario Monti) nel voto concluso pochi istanti fa a Palazzo Madama. Il testo ora però dovrà tornare alla Camera visto che nel ddl Anticorruzione approvato al Senato è stato modificata la parte che riguarda il peculato, dopo che proprio su quel punto era caduta la maggioranza M5s-Lega nel voto iniziale a Montecitorio, uno dei primi momenti di altissima tensione dei tanti visti in questi giorni di discussioni accesissime sulla Manovra Economica. Anche per questo motivo, onde evitare maggiori problemi, il Governo Lega-M5s aveva fissato ieri il voto di fiducia tramite l’annuncio, molto contestato dalle opposizioni specie Forza Italia, del Ministro Fraccaro.



MINISTRO BONAFEDE: “UNA VITTORIA PER TUTTI I CITTADINI ONESTI”

Dopo aver superato brillantemente la prova della maggioranza con voto di fiducia, il Ministro della Giustizia Bonafede – responsabile principale del Ddl Anticorruzione – sorride alle telecamere di Rai News24: «un provvedimento bandiera e battaglia importante da anni per il M5s, la Lega è un alleato leale per mettere nero su bianco battaglie per noi importanti». Per il Guardasigilli oggi il passo ottenuto è fondamentale e già la prossima settimana passa tutto alla Camera per approvare il testo prima di Natale: «la volevamo prima di Natale, è un segnale netto a tutti i cittadini onesti di questo paese, il Governo è dalla loro parte. La legge riguarda tutte le associazioni che riguardano i partiti, non ce nessun problema sulla Associazione Rousseau, non so cosa contestino le opposizioni». Come sottolinea Bonafede, il provvedimento riguarda condannati per reati alla pubblica amministrazione che non potranno più averci a che fare dopo la condanna in primo grado: «Non è un testo illiberale, la prescrizione (fissata a gennaio 2020) è un problema e lo stato deve iniziare a risolvere questo problema. La riforma si vedrà attiva e con effetti dal 1 gennaio 2020», conclude Bonafede che poi difende il voto di fiducia «è uno strumento per far passare le battaglie considerate fondamentali per questo Governo e così abbiamo fatto», anche s nel recente passato i voti di fiducia dai banchi del M5s sono stati tutti, indistintamente, contrastati.

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