Dopo Luigi Di Maio, anche Maurizio Gasparri si scaglia contro Fabio Fazio e il suo contratto in Rai. “Lo scandalo Fazio, perché di questo si tratta, non può essere confinato ad un dialogo tra il re dei flop a caro prezzo per la Rai e l’incapace Di Maio. Chiederò che Fazio venga portato in Vigilanza, per rispondere in una sede competente e di controllo del coacervo di costi, sprechi e complicità che lo riguarda”, sono le parole dell’ex ministro riportate da Libero. Fabio Fazio domani sera sarà come sempre impegnato con la sua trasmissione e non è da escludere che voglia in qualche modo replicare sia a Di Maio che a Gasparri davanti al suo pubblico. Potrebbe anche essere che la “replica” venga anche affidata a una delle taglienti e affilate battute di Luciana Littizzetto che, come noto, ha un suo spazio fisso durante la trasmissione in cui dialoga seduta sopra la scrivania direttamente con il conduttore commentando i fatti della settimana. (aggiornamento di Bruno Zampetti)
ALLO STUDIO LA SOSTITUZIONE CON GILETTI
L’ala grillina del governo starebbe puntando a “far fuori” il noto presentatore di Che tempo che fa, Fabio Fazio. Nella giornata di ieri è uscito allo scoperto il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, che parlando dello stipendio del noto conduttore tv, e più in generale dei dipendenti della Rai, ha fatto chiaramente capire come alcuni ingaggia siano fin troppo alti. Il quotidiano La Stampa ha approfondito la questione stamane, rivelando che l’idea dell’esecutivo sarebbe quella di sostituire Fazio con un ex Rai come Giletti. Per ora si tratta solo di indiscrezioni ma la sensazione è che nel progetto del governo vi sarebbe la volontà di riportare a viale Mazzini alcuni dei grandi nomi che hanno lasciato la televisione pubblica, come ad esempio la Gabanelli, ma anche Floris, Porro, Giannini e appunto Giletti. Insomma, una “nuova-vecchia” Rai che punti sulla qualità e nel contempo anche sul risparmio. Vedremo se tale rumor troverà un seguito o meno. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL CASO FAZIO
C’è un caso Fazio in Rai? «Certo». A confermarlo è il vicepremier Luigi Di Maio, il quale chiede buonsenso sulle retribuzioni. Il capo politico del Movimento 5 Stelle sa che sta all’amministratore delegato Salini e il direttore di rete affrontare la questione, ma auspica che «il prima possibile» la questione venga affrontata perché «c’è un piano della precedente governance valido fino a marzo». Parlando in commissione di Vigilanza Rai, Di Maio ha spiegato che questo tema rientra nella «sensibilità che abbiamo trasmesso al management». Non si tratta proprio di un “editto bulgaro”, ma la posizione del vicepremier è condivisa dai suoi. «Il nostro obiettivo è che le retribuzioni vengano assegnate e pagate senza un’ingegneria legata a società di produzione esterne». Il senatore M5s Alberto Airola commenta: «Anziché seguire lo share o programmi di tv commerciali, serve investire bene. Vogliamo vedere i compensi e i soldi che vengono dati, soprattutto alle grandi produzioni. Penso al caso di Fazio, ma non solo: attualmente non c’è trasparenza in merito».
DI MAIO, RAI E IL CASO FAZIO
Dopo poche ore è arrivata la replica del diretto interessato, Fabio Fazio, attraverso una nota. «Gentile Sig. Ministro Di Maio – scrive il conduttore di “Che tempo che fa” in una nota – colgo al volo il suo auspicio al buon senso e le do tutta la mia sincera disponibilità sin d’ora a parlare di televisione, di costi e naturalmente di ricavi, di opportunità, di compensi e guadagni e di ogni aspetto che riguarda la produzione dei programmi, delle produzioni esterne e del mio lavoro. E soprattutto, se lo riterrà utile, a parlare di prodotto e di contenuto». Non è comunque la prima volta che si parla di tetto agli stipendi di chi lavora nel servizio pubblico, in particolare di quello di Fazio che non è mai stato troppo in sintonia con M5s e soprattutto Lega. Per la maggioranza il conduttore rappresenta l’emblema dei cosiddetti “radical chic” col rolex al polso. Per Fazio i numeri del suo programma su Rai1 parlano chiaro: «Ha guadagnato un punto e mezzo in più rispetto all’anno scorso, costa un terzo rispetto a una fiction, è pagato interamente dalla pubblicità, ha vinto 27 serate su 32».