Dopo le perplessità sul reddito di cittadinanza espresse ieri da Giancarlo Giorgetti arriva la precisazione di Luigi Di Maio sul fatto che la misura cardine del MoVimento 5 Stelle verrà realizzata, indipendentemente dai dubbi del sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Come riportato dall’Huffington Post, a margine di un incontro con i lavoratori della Honeywell di Atessa, il capo politico M5s ha dichiarato:”Io il contratto l’ho firmato con Salvini e nel contratto ci sono il reddito di cittadinanza, le pensioni minime più alte, gli aiuti ai lavoratori, abbiamo eliminato i contratti precari: noi dobbiamo andare avanti su questa direzione perché se aiutiamo le persone in difficoltà riparte tutta l’economia”. Una precisazione importante da parte del leader pentastellato dopo le “bordate” del braccio destro di Matteo Salvini nella giornata di ieri che avevano messo in dubbio la realizzazione del reddito di cittadinanza. (agg. di Dario D’Angelo)
BOSCHI, “AUTOGOL DELLA LEGA”
Si respira aria di crisi di Governo M5s-Lega: le parole di Giancarlo Giorgetti sul reddito di cittadinanza non sono piaciute ai pentastellati e sono attesi nuovi aggiornamenti nelle prossime ore. E scende in campo anche il Partito Democratico, con Maria Elena Boschi che parla di autogol: «Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giorgetti dice che il reddito di cittadinanza proposto dal Governo rischia di aumentare il lavoro nero. Condivido. Ma qualcuno dovrebbe dire a Giorgetti che quella che contesta è una misura voluta dal suo Governo #autogol». Duro attacco al Carroccio quello del dem Pierfrancesco Majorino: «Il #redditodicittadinanza nel merito non mi convince. Preferisco il #REI. Ma la frase di #Giorgetti sul fatto che “piace all’Italia che non ci piace” è l’ennesimo insulto ai poveri in questa folle Italia del 2018». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
M5S: “PRETENDIAMO RISPETTO”
Le dichiarazioni di Giancarlo Giorgetti agitano lo spettro di elezioni anticipate, è scontro tra Lega e Movimento 5 Stelle sul reddito di cittadinanza. Come riporta Tg Com 24, Luigi Di Maio ha preso posizione nelle scorse ore: «Ho letto questa dichiarazione che il reddito di cittadinanza piace ad un’Italia che non piace a Giorgetti: a me piace tutta l’Italia, dalla Sicilia alla Valle d’Aosta e sono veramente orgoglioso dei nostri concittadini di ogni regione». Queste le parole del capogruppo pentastellato al Senato Stefano Patuanelli: «Stupiscono le parole di Giancarlo Giorgetti. Dire che chi ha votato M5s è ‘l’Italia che non ci piace’ è un’offesa nei confronti di milioni di cittadini che hanno scelto noi perché siamo da sempre l’unica forza politica innovativa e di cambiamento». E aggiunge: «Come Giorgetti sa bene il reddito di cittadinanza è per il lavoro, che andrà sia al Sud sia al Nord, proprio per questo permettera’ al Paese di tornare a correre. A noi piace tutta l’Italia, specialmente quella che vuole ripartire senza lasciare nessuno indietro». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“REDDITO DI CITTADINANZA PUO’ ALIMENTARE LAVORO NERO”
Giancarlo Giorgetti non è tipo abituato ad indorare la pillola e la sua fama non si smentisce neanche quando si parla di un tema caro al M5s, partner di governo della Lega, come il reddito di cittadinanza. Intervenuto al convegno “Sovranismo vs Populismo“, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha ammesso:”Piaccia o non piaccia questo governo risponde ad una volontà degli italiani e il M5s al Sud ha vinto perché gli elettori vogliono il reddito di cittadinanza. Una misura che nel contratto di governo è finalizzata ad incentivare i posti di lavoro ma il pericolo che vedo è che possa alimentare il lavoro nero“. Un modo per dire che, fosse per lui, sul reddito di cittadinanza il governo tornerebbe indietro:”Può piacere o no, ma purtroppo il Programma elettorale dei 5 stelle al Sud ha registrato larghi consensi probabilmente anche perché era previsto il reddito di cittadinanza; credo che abbia orientato pochissimi elettori della mie zone. Magari è l’italia che non ci piace ma con cui dobbiamo confrontarci e governare“.
GIORGETTI, “DURATA GOVERNO? RISPETTO CONTRATTO O AL VOTO”
Del resto quello che può apparire come un limite, ovvero la realizzazione del contratto di governo – compreso di punti più o meno cari ai due alleati – è anche l’unica vera garanzia di durata dell’esecutivo. Un concetto chiarito anche oggi da Giorgetti, che ha dichiarato:”Il nostro impegno dura nella misura in cui sarà possibile realizzare il contratto di governo: quando non sarà possibile finirà ma allora la parola torni al popolo perché senza il suo consenso un governo non può esistere“. Come riportato dall’Huffington Post, Giorgetti ha ammesso che a Bruxelles il dibattito sulla Manovra italiana finalizzato ad evitare la procedura d’infrazione interessa soprattutto la riforma delle pensioni voluta dalla Lega, con quota 100 che ad oggi risulta essere l’ostacolo principale al raggiungimento di un’intesa:”È quello che chiede Bruxelles, ma non lo chiedono gli italiani“, ha chiosato Giorgetti.