Tanti i provvedimenti al centro delle discussioni tra Lega e Movimento 5 Stelle, Repubblica riporta un incentivo particolare che ricalca quello già presente in Portogallo: una tassa forfait al 7% per attirare i pensionati esteri al Sud. Uno degli emendamenti presentati alla Manovra e parcheggiati alla Commissione Bilancio del Senato è a firma Alberto Bagnai, economista del Carroccio, e verte su una imposta fissa al 7 per cento sui redditi dei pensionati di nazionalità estera che andranno a popolare i piccoli centri del Mezzogiorno. La proposta prevede che i pensionati trasferiscano «in Italia la propria residenza in uno dei comuni appartenenti al territorio delle regioni Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia, con popolazione non superiore ai 20.000 abitanti». Repubblica evidenzia che la tassa al 7 per cento vale per cinque anni e per accedervi non bisogna esser stati residenti in Italia nei cinque anni antecedenti la richiesta. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DI MAIO: “OK ACCORDO, MA NON TRADIAMO GLI ITALIANI”
Il governo continua a ribadire la volontà di raggiungere un accordo con l’Ue per la manovra: è stato il turno di Luigi Di Maio durante un comizio pubblico a Lanciano, in Abruzzo. Ecco le parole del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico ai microfoni di Repubblica: «Noi l’accordo con l’Ue sulla manovra lo vogliamo fare perchè non ci interessa andare in procedura di infrazione». Prosegue il vice premier: «Se ci sarà un accordo con l’Ue in queste ore sarà fatto per mantenere le promesse fatte agli italiani e non per tradirle, altrimenti anche noi avremo le piazze con i gilet gialli che chiedono i diritti che gli sono stati tagliati». E aggiunge: «Vedrete se avrete il reddito di cittadinanza da 780 euro. E se andrete in pensione a quota 100. Se ci andate, non mi dovete dire grazie. Ringraziate voi stessi che il 4 marzo avete mandato a casa quelli che vi avevano tradito». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CHIESTI SFORZI SU DEFICIT STRUTTURALE
Gli sforzi, pur apprezzabili, messi in campo dal governo per evitare la procedura d’infrazione sulla Manovra non bastano. Sembra essere questo il senso della piega presa dalle trattative fra Italia e Ue, con la Commissione decisa ad ottenere di più in particolare sul fronte del deficit strutturale, pur riconoscendo la riduzione di quello nominale dal 2,4 per cento al 2,04 per cento. Inaspettatamente rispetto ai piani, come riportato dall’Huffington Post, Conte sta facendo rientro a Roma:”Qui restano i miei tecnici, con cui sono in contatto costante”. Il premier conferma: “Speriamo di chiudere entro il weekend”, eppure le convinzioni precedenti all’inizio del Consiglio Ue sembrano essere diminuite. Segno che la quadra va ancora trovata: da qui la decisione di tornare nella Capitale, dove la partita delle rinunce coinvolgerà ancora Di Maio e Salvini. Chi dei due sarà disposto a sforbiciare ancora i fondi destinati alle proprie misure simbolo pur di evitare la procedura d’infrazione? (agg. di Dario D’Angelo)
CONTE, “ITALIA NON HA CAPPELLO IN MANO”
Prosegue ad oltranza la trattativa per arrivare ad un accordo tra il governo e la Commissione Europea sulla Manovra che riesca a scongiurare il rischio di una procedura d’infrazione contro l’Italia. A gestire la partita è il premier Giuseppe Conte che, a margine del Consiglio Ue, ha voluto ribadire il concetto secondo cui aver abbassato il rapporto deficit/Pil dal 2,4% al 2,04% non significa essere venuti meno agli impegni con gli italiani:”Non abbiamo mai pensato il 2,4% come indice contabile di sfida a qualcuno, all’Ue, o come un totem. Era la somma che ci poteva garantire di non tradire la fiducia dei cittadini. Nel momento in cui, sulla base delle stime tecniche, si sono liberate altre somme abbiamo liberato altre risorse“. Conte, come riportato dall’Huffington Post, ha poi precisato:”L’Italia non è con il cappello in mano, ha elaborato una manovra ben costruita, ben meditata e anche quest’ultimo passaggio non è frutto di un ripensamento dell’ultima ora“. L’idea di Conte sarebbe quella di non scendere soto la soglia del 2,04%: “Il saldo è quello, non abbiamo altri margini. Noi vorremmo che l’intera Ue si facesse carico dei due progetti riformatori” su dissesto e giustizia civile e penale, “dal nostro punto di vista ci sono margini di manovra“. E ancora: “L’Italia è qui a testa alta, non siamo al mercato, il senso politico della trattativa è questo è su quel saldo che si possono costruire delle tecnicalità“. (agg. di Dario D’Angelo)
DI MAIO, “NESSUNA ECOTASSA NELLA MANOVRA”
Vertice bilaterale tra il premier Giuseppe Conte e la cancelliera tedesca Angela Merkel a Bruxelles, con il presidente del Consiglio italiano al lavoro per convincere i colleghi europei della bontà della manovra Lega-M5s. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha sottolineato che «sono stati messi dei soldi, abbiamo trovato 16 miliardi di euro, più 12 miliardi di euro per evitare che aumentasse l’Iva». Legge di bilancio che non conterrà l’ecotassa, evidenzia il vice premier: «Non ci sarà nessuna tassa sull’auto delle famiglie degli italiani né nuove, né in uso: ci sarà solo un ecobonus sulle auto elettriche, ibride e a metano, ci sono delle città ostaggio dell’inquinamento». Il leader pentastellato, infine, è tornato sulla disparità di trattamento tra Paesi dell’Ue: «Sicuramente oggi è un’Europa che guarda ai paesi in maniera diversa». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“INTENZIONE CONDIVISA DI ARRIVARE A UN ACCORDO”
Va avanti la trattativa tra Ue e Italia sulla manovra, attesi importanti passi in avanti nelle prossime ore: secondo Il Sole 24 Ore le distanze tra le parti si sono accorciate ma la partita non è chiusa. Il Governo M5s-Lega ha intenzione di evitare la procedura di infrazione per debito eccessivo, ma la Commissione Europea continua a chiedere un miglioramento del saldo strutturale. E’ stato apprezzato lo sforzo consistente dell’esecutivo gialloverde, ma è necessario un altro sforzo di dialogo come evidenziato dal commissario Pierre Moscovici: «c’è l’intenzione condivisa di arrivare a un accordo». «Stiamo discutendo sulla nostra proposta», il commento del ministro dell’Economia Giovanni Tria, anche se si è acceso il dibattito tra Carroccio e grillini sulle misure e sulla ripartizione dei tagli chiesti dall’Unione Europea. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ITALIA-UE, TRATTATIVA AD OLTRANZA
Manovra, sarà trattativa ad oltranza tra Italia e Unione Europea. Dopo le parole di ieri del commissario francese Pierre Moscovici, il governo è al lavoro per raggiungere l’intesa con l’Ue sui numeri della legge di bilancio. Il premier Giuseppe Conte ha confermato Quota 100 e reddito di cittadinanza, con il deficit che scende dal 2,4 al 2,04 per cento: i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini esprimono fiducia nell’operato del presidente del Consiglio, ribadendo di mantenere le promesse fatte ai cittadini. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria rimarrà a Bruxelles finchè non verrà raggiunta l’intesa e sono attesi aggiornamenti sul bilaterale in programma questa mattina tra Conte e la cancelliera tedesca Angela Merkel, al quale prenderà parte anche il ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi.
DI MAIO: “SPENDIAMO MENO, AVANZANO SOLDI”
Intervenuto a Mattino Cinque, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha affermato che «spenderemo un po’ di meno, solo perché ci sono dei soldi che ci avanzano: ne abbiamo previsti in più di quelli che servivano». Il leader del Movimento 5 Stelle, che ha recentemente confermato la partenza del reddito di cittadinanza a inizio 2019, ha sottolineato che «le misure non cambiano, ma grazie a delle relazioni tecniche abbiamo scoperto che abbiamo più soldi del previsto». Altri fondi arriveranno «dalle pensioni d’oro, con Conte che porterà a casa le cose senza procedura di infrazione». Prosegue il numero uno del Mise: «Non solo tagliamo il 40 per cento delle pensioni d’oro di quelli che non hanno versato i contributi sopra i 4 mila euro, ma non gli facciamo neanche l’adeguamento all’inflazione: così restituiscono anche i soldi presi in questi anni ingiustamente».