Mentre il Ministro dell’Economia Tria è giunto a Palazzo Chigi per mettere a punto il “ricalcolo” delle risorse messe sul tavolo ieri sera durante il vertice Conte-Salvini-Di Maio, da Bruxelles arrivano notizie confortanti in merito alla Manovra Economica del Governo gialloverde con quel «dialogo continua» riferito dalla Commissione Ue. Salvini poco fa ha spiegato che sulla Quota 100 sono previsti due miliardi in meno rispetto alla bozza iniziale del Def. «Il taglio è stato motivato anche dal fatto che secondo i tecnici dei 500mila italiani che potranno anticipare la pensione in molti andranno avanti», sottolinea il Ministro degli Interni. Intanto dal M5s arriva un nuovo post sul Blog delle Stelle che rilancia il tema delle pensioni di cittadinanza: «Prendiamo un miliardo dai pensionati d’oro e lo mettiamo sulle pensioni di cittadinanza. Colpiamo la casta e aiutiamo i pensionati minimi. Uno Stato che permette privilegi assurdi e abbandona chi ha bisogno non è credibile. Difficile? No, semplicissimo. La politica è questo. Basta volerlo».



LE OPPOSIZIONI INSORGONO

Nonostante l’intesa trovata tra i due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, e il premier Giuseppe Conte, vera e propria testa di ponte nel dialogo con la Commissione Europea, sui contenuti e i paletti che avrà la Manovra economica italiana per il 2019, dalla UE i commissari Moscovici e Dombrovskis però frenano i facili entusiasmi e fanno sapere attraverso la portavoce Margaritis Schinas che il dialogo col nostro Paese continua e che il filo diretto col titolare del Mise, Giovanni Tria, è sempre caldo. Dunque non è ancora scongiurata l’ipotesi dell’avvio di una procedura di infrazione per debito eccessivo e come detto dalla stessa portavoce “non siamo ai dettagli”. Intanto, sul fronte interno, lo stallo e il blocco dei lavori parlamentari al Senato fanno insorgere le opposizioni: esponenti del Partito Democratico protestano parlando di un “affronto senza precedenti al Parlamento” dopo che nel pomeriggio è arrivata la notizia che sono state sconvocate tutte le commissioni del Senato che si sarebbero dovute occupare della Legge di Bilancio in attesa di novità da Bruxelles. E in questo stallo dunque si attende solo il semaforo verde e poi il probabile maxi-emendamento che verrà presentato dall’esecutivo. (agg. di R. G. Flore)



VILLAROSA (M5S), “MODIFICHE A REDDITO CITTADINANZA”

Accordo totale tra Conte, Di Maio e Salvini sulla manovra: nuovi aggiornamenti sulla legge di bilancio ma fanno discutere sui social le dichiarazioni di Alessio Villarosa, sottosegretario all’Economia del Movimento 5 Stelle. Intervistato da Repubblica, ha esordito: «Governo ha ceduto all’Europa? No, in realtà no: non abbiamo ceduto niente. 3 miliardi? Si sapeva già che avremmo dovuto ridurre qualcosa e siamo arrivati a questo accordo. Le proposte che abbiamo messo in legge di bilancio ci saranno, con delle modifiche ma ci saranno». E non è da escludere che le modifiche andranno a “colpire” il reddito di cittadinanza: «Lo saprete, se devi fare delle modifiche non le fai dalla sera alla mattina, ma ci pensi un attimo soprattutto per evitare che impattino sulla platea, cosa che non accadrà. Modifiche ci saranno? Non è detto, i soldi sono di me ma non è detto che siano in meno per il reddito di cittadinanza».



Il Partito Democratico si fa sentire sia in aula che sui social, con Matteo Renzi che attacca: «Mancano 14 giorni al Capodanno e nessuno conosce quale sia davvero la legge di bilancio. È una cosa MAI vista. Hanno presentato una legge festeggiando da Palazzo Chigi e dichiarando abolita la povertà. Hanno giurato guerra eterna all’Europa dicendo che loro se ne fregavano. Hanno rifiutato la nostra proposta lanciata con Padoan alla Leopolda. Hanno fatto retromarcia utilizzando la solita arrogante cialtroneria. E ancora oggi non si degnano di dirci quali sono le misure su cui dobbiamo votare. Per dirvi: da giorni la Commissione Bilancio del Senato sta attendendo che Salvini compri il sushi, che Conte torni da Bruxelles (facendovi una figuraccia barbina, peraltro, vedi qui), che Di Maio capisca le carte. E nel frattempo il Senato è fermo». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

L’APPELLO DI MELONI A DI MAIO

Opposizioni sul piede di guerra, Partito Democratico infuriato per il rinvio della commissione Bilancio. Ecco le parole di Antonio Misiani: «VERGOGNA In Senato la commissione #bilancio è rinviata a domani. In 4 giorni, non un emendamento è stato votato in commissione. Il governo, dopo aver bruciato miliardi, fa dietrofront e deve riscrivere la manovra da cima a fondo. Il tempo delle promesse è finito». Questo il commento del dem Gianluca Benamati: «2.4 NON è uguale a 2.04 % dunque il governo #Conte ha perso male la sua battaglia con la #Ue. E ciò, a parte i danni fatti, è una fortuna per noi. Ma vedere che non riescono nemmeno a scrivere l’armistizio, con la #Manovra che non arriva è oltre il ridicolo». Infine, il messaggio della leader di FdI Giorgia Meloni a Luigi Di Maio: «Fratelli d’Italia vuole ribadire al ministro Di Maio che l’unico modo per abolire la povertà è creare lavoro e l’unico modo per creare lavoro è mettere chi può assumere in condizione di farlo. Chiediamo meno tasse e meno burocrazia, più investimenti, infrastrutture e sostegno alle imprese. Chiediamo per gli italiani la dignità del lavoro». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

“GOVERNO OTTIMISTA SU INTESA CON UE”

E’ previsto per domani il ritorno in Commissione Bilancio del Senato per la manovra, con l’esame degli emendamenti in programma alle ore 9-30. «Siamo ottimisti» sull’intesa con l’Unione Europea: questo il commento del sottosegretario leghista all’economia Massimo Garavaglia, in un’intervista al Gr1 Rai. «Abbiamo affrontato temi politici e li abbiamo risolti» ha proseguito l’economista, evidenziando come la riduzione di quattro miliardi per reddito di cittadinanza e quota 100 «sul 2019 non comporta problemi, ciò che è importante è che le misure si tengono nel triennio». Il pentastellato Carlo Sibilia ha affermato: «Dopo decenni di manovre fatte per aiutare i più forti, siamo riusciti a dare ai cittadini italiani una legge di bilancio che aiuta i più deboli, la prima manovra del popolo per il popolo. Non cediamo alle strumentalizzazioni e restiamo compatti». L’opposizione è sul piede di guerra, con il forzista Antonio Tajani che ha ironizzato: «Siamo passati dalla manovra del cambiamento al cambiamento della manovra. Complimenti al governo». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

“CI SONO LE COPERTURE”

«Sono soddisfatto per i risultati raggiunti nel vertice – ha fatto sapere Di Maio al termine del vertice sulla Manovra a Palazzo Chigi -. Grazie al confronto abbiamo trovato un accordo su tutte le questioni: dalle pensioni d’oro al pagamento dei debiti da parte della P.a. verso le aziende creditrici alla riduzione delle tariffe Inail sino all’ecotassa solo per le auto extralusso e non per utilitarie. Inoltre, reddito di cittadinanza e quota 100 ci saranno nei modi e nei tempi già noti. C’e’ un’intesa anche su una ulteriore riduzione fiscale». Il riassunto del vicepremier M5s fa da “anticipo” di quanto invece sarà decisivo nelle prossime ore, una volta avuto un complesso “via libera” da Palazzo Chigi tanto per la Lega quanto per il Movimento 5 Stelle. Secondo le ultime notizie che filtrano da Palazzo Madama, addirittura il testo del maxiemendamento dovrebbe saltare il passaggio in Commissione e giungere direttamente in Aula domani per le prime votazioni. Nel frattempo il sottosegretario all’Economia Massimo Garavaglia ha annunciato una riunione dei capigruppo per valutare anche le proposte di modifica delle opposizioni.

ECOTASSA SOLO PER LE AUTO DI LUSSO

E’ proseguito tutta la notte il vertice di Palazzo Chigi per gli ultimi ritocchi alla manovra, o meglio, per trovare le giuste coperture di modo da abbassare il deficit al 2.04%, e fare in modo che l’Unione Europea possa finalmente accogliere le misure economiche decise dal governo. Fra i tanti argomenti di discussione su cui si è trovata la quadra, anche la famosa Ecotassa, insieme di bonus/malus voluti fortemente dal Movimento 5 Stelle per incentivare l’acquisto di auto poco inquinanti, che avevano però fatto storcere il naso alla Lega (e non solo) perché penalizzante le utilitarie. Alla fine si è deciso di mantenere l’ecotassa ma solo per le auto di lusso e i suv. I bonus/malus scatteranno quindi solamente per i mezzi di fascia alta, ed inoltre saranno previsti incentivi fino a 6.000 euro per l’acquisto di auto elettriche ed ibride, con l’aggiunta di nuove installazioni di colonnine per le ricariche delle auto. Prima del vertice, Salvini aveva spiegato a riguardo: «L’ecotassa non c’è nel contratto di governo. Posso dirlo sia a nome mio e del Movimento 5 Stelle che non ci sarà nessuna nuova tassa sulle auto». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MANOVRA: TROVATA LE COPERTURE PER ABBASSAMENTO DEFICIT

Per arrivare al 2,04 per cento del rapporto deficit/Pil proposto all’Europa per evitare la procedura d’infrazione ci sono le coperture. Lo assicurano fonti di Palazzo Chigi riguardo alcune risorse – oltre tre miliardi – che sarebbero mancate sul tavolo delle trattative con Bruxelles. Nel corso del vertice di stasera sarebbe stata trovata la quadra. Intanto emergono alcuni dettagli sulla versione definitiva della manovra di Bilancio, che dovrebbe arrivare martedì al Senato con il maxiemendamento. Come riportato dal Corriere della Sera, la prima novità riguarda il reddito di cittadinanza: costerà circa 6,1 miliardi, a cui si aggiunge il miliardo diretto alla riforma dei centri dell’impiego. La misura resta invariata nella platea, cioè circa 5 milioni di persone. La riduzione dei costi è dovuta al fatto che si partirà da fine marzo, quindi i 9 miliardi iniziali erano previsti per il costo della misura per 12 mesi. Inoltre, si prevede che il 90 per cento degli aventi diritto faccia richiesta. La misura funzionerà ad integrazione del reddito familiare, quindi chiunque vive con meno di 780 euro e non ha, escluso la prima casa, né un patrimonio immobiliare superiore a un certo valore oltre alla prima casa né una ricchezza finanziaria accumulata, avrà 780 euro al mese che potranno salire fino a 9360 euro all’anno.

NODI QUOTA 100 E REDDITO CITTADINANZA

Il Premier Conte, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi all’Ansa, è già al lavoro da un’oretta con i tecnici del Mef in vista del vertice sulla Manovra di questa sera che si terrà forse più in ritardo, dopo le ore 21 (invece che le 20 previste): i nodi al pettine per il Governo sono tanti e seppure Di Maio-Salvini si siano pronunciati sicuri di trovare un accordo finale su tutte le misure della Manovra, l’impresa non sarà poi così semplice. Oggi, forse il giorno più importante dei primi 7 mesi di Governo, il Premier Conte l’ha passato al Senato dove ha iniziato a discutere con diversi parlamentari dell’imminente approdo di un maxi emendamento da votare sulla Legge di Bilancio: prima il Concerto di Natale, poi i “rumors” con i senatori e infine un breve ma significativo colloquio privato con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nessun commento né da Palazzo Chigi né dal Quirinale ma l’impressione forte è che il Capo dello Stato abbia chiesto delle “garanzie” al Premier e al Ministro Tria per non far saltare il banco nelle prossime ore nel tener fede a tutte le richieste-pressioni di Lega e Movimento 5 Stelle.

VERTICE IN SERATA TRA CONTE, SALVINI, DI MAIO E TRIA

Per capire l’importanza delle prossime ore per la Manovra italiana non “servono” le parole del vicepremier Di Maio scritte a poche ore dal vertice di Governo a Palazzo Chigi con Salvini, Conte, Tria, Garavaglia, Fraccaro e Laura Castelli, ma di certo aumentano il grado di aspettativa rispetto alla “super riunione” con i big della maggioranza gialloverde: «in questo momento è fondamentale la trattativa che Conte e Tria stanno portando avanti con l’Unione Europea che ci consentirà anche di evitare la procedura di infrazione. Insomma sono le ore più importanti che stiamo vivendo dal 4 marzo (giorno delle elezioni, ndr) a questa parte. E’ il momento quindi di essere compatti, di non cedere alle strumentalizzazioni e alle provocazioni di chi vorrebbe veder naufragare tutto quello per cui abbiamo lottato e che siamo a un passo dall’ottenere», scrive Di Maio sul Blog delle Stelle. Fa il paio con quanto detto dal collega Salvini, anche lui scalpitante in merito alle misure che entro questa notte, massimo, dovranno essere stabilite, garantite e scritte nero su bianco per poter far partire l’iter parlamentare al Senato per la Manovra di Bilancio. «Nelle prossime ore ci sarà la cartina di tornasole. Sapremo se a Bruxelles hanno voglia di costruire e portano rispetto o se prevale il pregiudizio per un governo dell’imprevisto. Volere è potere, non chinare il capo, non calare le braghe, non andare in giro con un cappello in mano. Questo ho promesso di fare e vogliamo cominciare a farlo», avanza il Ministro dell’Interno intervenendo alla scuola politica della Lega a Milano.

MANOVRA, FONTI P.CHIGI: “REDDITO COSTERÀ 7,1 MILIARDI”

I nodi in campo non sono però pochi e questa sera Conte dovrà “mediarli” tutti per non arrivare alla rottura del patto tra Salvini e Di Maio sul “più bello”: reddito di cittadinanza, Quota 100, pensioni d’oro, ecotassa (sulla quale ancora Salvini oggi ha ribadito «nessuna tassa sull’auto, non c’è nel contratto di Governo») e poi ancora deficit strutturale e copertura dei costi. Tria e Conte hanno fatto il “lavoro sporco” ottenendo un mezzo via libera dall’Europa, ora Salvini e Di Maio devono trovare la quadra per mediare i propri cavalli di battaglia e le esigenze per evitare la procedura d’infrazione (e anche l’esercizio di bilancio, qualora non si avesse il voto del Senato entro il 31 dicembre). «Questa manovra rappresenterà l’inizio della svolta rispetto al passato. La manovra contiene le coperture per scongiurare l’aumento dell’Iva, l’aumento delle pensioni minime e di invalidità, il superamento della Fornero con quota 100, il reddito di cittadinanza, meno tasse per le partite Iva. Insomma dentro c’è tutto quello che ci serve per attuare quel cambiamento di rotta che ci hanno chiesto gli italiani con il voto di marzo», sostiene ancora Di Maio mentre da Palazzo Chigi arrivando le prime “voci” sul possibile costo della misura centrale grillina, il Reddito di Cittadinanza. Per la misura la Manovra ha previsto inizialmente un fondo da 9 miliardi a partire dal 2019 (uno dei quali destinato alla riforma dei centri per l’impiego): come riporta Repubblica, «potendo utilizzare i fondi stanziati per il ‘vecchio’ Rei, la cifra finanziata in deficit per questo fondo è di 6,7 miliardi». Siccome però solo il 90% degli aventi diritto, si prevede, faranno la domanda del Reddito di Cittadinanza allora il conto sarebbe 6,1 miliardi più 1 per i centri di impiego, risultato i 7,1 mld ribattuto in agenzia in questi ultimi minuti pre-vertice di Governo a Palazzo Chigi.