L’avviso dell’Ue ma non solo: anche Confindustria boccia la manovra del Governo M5s-Lega. Ecco le parole del presidente Vincenzo Boccia riportate da Il Sole 24 Ore: «la manovra è debole dal punto di vista economico. Gli effetti si cominciano a vedere nel combinato disposto di un rallentamento dell’economica globale, della Germania e di una manovra che ancora deve esprimere i suoi effetti ma è chiaro che una manovra espansiva, quindi poco riguarda la crescita e corre il rischio di diventare una manovra prociclica ed accelerare la criticità in termini di crescita». Duro anche Matteo Renzi: «Il Governo ha stemperato la tensione con l’Europa: scelta saggia. Scommetto che adesso arriveranno alle proposte che 40 giorni fa abbiamo offerto a Conte e Tria dal palco della Leopolda insieme a Padoan: con queste misure lo spread cala, le tasse scendono. Ci hanno messo 40 giorni, ma ci sono quasi arrivati. Temo tuttavia che i prossimi mesi vedranno la crescita solo delle fake news per giustificare ciò che non stanno facendo. Perché anche se fanno la pace in Europa, rimane la realtà: avevano promesso di eliminare la Fornero, e non lo fanno. Avevano promesso 780€ a testa come reddito di cittadinanza, e non lo fanno. Avevano promesso la Flat Tax per 60 milioni di italiani, e non la fanno». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
TRIA: “E’ PER LA CRESCITA”
Forte e chiaro il messaggio di Dombrovskis al governo italiano: serve una modifica sostanziale alla manovra per evitare la procedura di infrazione. Il ministro dell’economia Giovanni Tria ha inviato un intervento scritto alla Conferenza internazionale Us-Italy Dialogue, con il titolare del Tesoro che ha sottolineato come l’Italia intenda «intraprendere un percorso che consenta al Paese di rafforzare la propria posizione nel continente e nel Mediterraneo nell’ottica di continuare a ricoprire un ruolo di partner strategico all’interno dell’alleanza transatlantica, rimanendo saldamente ancorato al proprio storico collocamento nell’Unione europea e nell’area euro». E aggiunge, come sottolinea Rai News: «In quest’ottica il governo ha declinato una serie di misure all’interno di una manovra moderatamente espansiva che che dovrà concorrere a creare le necessarie condizioni di stabilità e inclusione sociale, favorevoli allo sviluppo e agli investimenti sia italiani, che esteri». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IL MONITO DI DOMBROVSKIS
La Commissione Ue valuta positivamente il “cambio dei toni” del Governo gialloverde, impegnato alle varie discussioni in Parlamento sulla Manovra Economica ma restano diversi dubbi in merito alle modifiche che Salvini-Di Maio vorranno “accettare” all’interno della Legge di Bilancio: il vicepresidente Valdis Dombrovskis, intervento da Bruxelles, ritiene «molto positivo il cambiamento di tono delle autorità italiane» ma resta il nodo centrale delle modifiche interne, «necessaria una modifica sostanziale alla Legge di bilancio». Non solo, per il n.2 della Commissione Europea le strategie di Roma per far stimolare la crescita «non sembrano funzionare ed è dunque necessario che le cambino» per non vedere un aumento considerevole dei rendimenti dei titoli di stato, «che pesano poi sull’economia reale» specifica ancora Dombrosvskis. Intanto l’ultima stima di Goldman Sachs non preannuncia un futuro alquanto “ideale” per l’economia italiana: «crescita di appena lo 0,6% nel 2019, nettamente al di sotto dell’1% indicato in precedenza» dal Def del Ministro Tria, oggi tra l’altro a Bruxelles per l’Eurogruppo. (agg. di Niccolò Magnani)
L’AFFONDO DI TAJANI
Proseguono le trattative tra Italia e Ue sulla manovra, arriva la netta presa di posizione del presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani. Ecco le parole dell’esponente di Forza Italia al Corriere della Sera: «Rischio recessione? Certo. La disoccupazione è cresciuta al io,6% e, per i giovani, ha raggiunto quota 32,5; tra agosto e ottobre i posti di lavoro sono scesi di 4o mila unità; da maggio i costi dei prestiti alle imprese sono saliti del 50%; la pressione fiscale complessiva è arrivata al 64%, contro la media europea del 40… Questo governo sta uccidendo le imprese». Una battuta sulla possibile procedura di infrazione: «Il governo italiano ha dichiarato guerra alla Ue e oggi l’Italia è isolata. Persino Austria e Ungheria hanno preso le distanze. Adesso sembra voler andare a braccetto del presidente Jean-Claude Junker, con un’operazione goffa, poco credibile, da inesperti nelle trattative. L’Europa deve far rispettare le regole verificando l’esistenza di un progetto: invece non ci sono riforme, né politiche espansive; niente diminuzione del cuneo fiscale, niente infrastrutture. Il governo dice di volere tutelare l’ambiente e invece blocca la Tav, lasciando andare su e giù per il Piemonte 4 milioni di camion, con quel che comporta in termini di emissioni». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IL COMMENTO DI SALVINI
Matteo Salvini torna a parlare della manovra e degli obiettivi del Governo M5s-Lega nel dialogo con l’Ue. Si tratta sul deficit al 2,0 per cento, ecco il commento del ministro dell’Interno a Non stop news: «Non passo il mio tempo con Conte e Di Maio a parlare di “zerovirgola”, parliamo di cose da fare e di azioni da prendere», sottolineando che «molti attacchi pregiudiziali a manovra e legge Salvini da gente che non ha nemmeno letto i testi». Una battuta su quota 100: «Non ci sono penalizzazioni. A 600mila italiani diamo la possibilità di andare in pensione, potranno anche scegliere di continuare a lavorare». Infine, il capo del Viminale guarda avanti: «Il costo del lavoro è la prossima bestia ache cercheremo di abbattere. 2 imprenditori su 3 mi chiedono di ridurre la troppa burocrazia». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IL COMMENTO DI BAGNAI
Da un lato Claudio Borghi (Presidente della Commissione Bilancio alla Camera) conferma che sarà in Senato che si discuteranno i vari (probabili, ma non confermati) emendamenti alla Manovra su Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, oltre che il taglio alle pensioni d’oro; dall’altro l’economista Presidente della Commissione Finanze del Senato, Alberto Bagnai, che nell’intervista di Lucia Annunziata “In mezz’ora in più” spiega «Capisco che c’è un interesse a rappresentare un Governo in retromarcia. Credo che i cittadini ci vedono e vedono che stiamo lavorando con molta calma e con molta concretezza per realizzare quello che abbiamo promesso e lo stiamo facendo con uno spillo di interlocuzione nei riguardi dell’Ue che vuole essere una prova di senso di responsabilità». Secondo il fidato economista di Matteo Salvini, il bisogno di andare allo scontro con l’Ue non vi è assolutamente, anzi: «Non perché fa male all’Italia ma fa male a tutti. Se ci potessero schiacciare ci schiaccerebbero. La verità è un’altra è che si capisce che un Paese fondatore prima della Comunità Europea e poi dell’Ue deve essere preso in considerazione nelle sue rivendicazioni». Rispetto però ai contenuti stessi della Manovra dopo i colloqui tra Conte, Tria e Juncker, per Bagnai «non credo ci sia stata una retromarcia. Le retromarcia le hanno fatte i governi precedenti che dicevano che le regole Ue erano sbagliate però rispettiamole così diventiamo credibili». (agg. di Niccolò Magnani)
4MILA ASSUNZIONI NEI CENTRI D’IMPIEGO
Tra le misure inserite negli emendamenti alla Manovra spunta la punizione per i “furbetti” della Flat Tax, visto che l’aliquota al 15% per le partite Iva non viene riconosciuta «alle persone fisiche nei casi in cui l’attività sia esercitata prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali il soggetto lavora o ha lavorato nei due anni d’imposta precedenti». In questo modo, la norma messa a punto dal Governo mira a evitare gli abusi nell’accesso al nuovo regime forfettario dei minimi per tutti professionisti fino a 65mila euro. Secondo quanto riporta il Sole 24 ore, il blocco scatta anche per soggetti «direttamente o indirettamente riconducibili al vecchio datore di lavoro». Intanto, se è vero che non vi si trova traccia di Reddito di Cittadinanza all’interno dei 54 emendamenti presentati alla Camera, spunta una norma che invece apre al futuro “prossimo” del sussidio voluto da Luigi Di Maio: «Dal 2019 le Regioni potranno assumere fino a 4mila persone da destinare ai centri per l’impiego». La modifica che di fatto “fonda” i finanziamenti al Reddito di Cittadinanza costerà 120 milioni di euro nel 2019 e 160 nel 2020. (agg. di Niccolò Magnani)
NO REDDITO E QUOTA 100 NEGLI EMENDAMENTI
Nei primi 54 emendamenti presentati alla Camera in Commissione per l’inizio della lunga “maratona” sulla Manovra non ci sono né riferimento alla Quota 100 e né sul Reddito di Cittadinanza: 39 di questi emendamenti sono presentati dai relatori, 15 dal Governo, ma il punto chiave è che da questo primo anticipo delle discussioni parlamentari non si vede l’ombra di pensioni e sussidio M5s, i veri nodi centrali della Legge di Bilancio gialloverde. L’ufficio di Presidenza della Commissione ha deciso di avviare la discussione oggi alle 18 (termine per la presentazione dei subemendamenti, ndr) per proseguire poi ad oltranza in modo da arrivare – si spera – per martedì al mandato ai relatori. Se tutto poi dovesse essere confermato, allora in Aula definitivamente la Manovra del Governo Lega-M5s arriverà mercoledì mattina: come spiega l’Ansa e conferma anche Repubblica, nei testi presentati oltre a non esserci Legge Fornero e Reddito manca anche l’annunciato pacchetto per la famiglia e il taglio delle pensioni d’oro, sopra i 90mila euro. Sono previsti, invece negli emendamenti appena presentati, finanziamenti per assumere 4mila persone nei centri per l’impiego: Salvini, intervenendo al Congresso nazionale di Senio Italia FederAnziani a Rimini questa mattina ha rilanciato «Stiamo cominciando ad approntare la manovra economica dove la salute occupa uno dei primi posti. Su tutto si può risparmiare tranne che sul diritto alla salute, il diritto degli italiani a curarsi». (agg. di Niccolò Magnani)
CONTE: “VICINI A INTESA FINALE CON UE”
Nella giornata di oggi si discuterà alla Camera dinumerosi emendamenti inseriti nella manovra, a cominciare dal prolungamento della Tasi e del bonus cultura. Nel frattempo si lavora sul fronte europeo, con il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, che al G20 di Buenos Aires si è intrattenuto a lungo con il numero uno della commissione europea, Jean-Claude Juncker, sulla questione della procedura d’infrazione. La sensazione circolante è che alla fine l’Europa e l’Italia non siano poi così lontane come sembra, e nei prossimi giorni potrebbe arrivare un’intesa che vada bene a tutte le parti in gioco. Lo stesso premier, come riporta il Corriere della Sera, ha infatti specificato di essere vicino all’«impostazione di quella che potrebbe essere la soluzione finale». Sulla questione si è espresso anche il ministro dell’economia, Giovanni Tria, che ha invece spiegato: «Puntiamo a preservare le riforme, l’ accento espansivo della manovra in una fase di rallentamento economico e a cancellare la percezione di una possibile uscita da euro». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MANOVRA OGGI ALLA CAMERA: NUMEROSI EMENDAMENTI IN DISCUSSIONE
Parte da oggi pomeriggio una maratona fiume riguardante la manovra di bilancio. Alla Camera verranno discussi tutta una serie di emendamenti che permetteranno poi di stilare il testo definitivo delle riforme. L’edizione online de Il Sole 24 Ore anticipa quelli che dovrebbero essere i temi di dibattito, a cominciare dalla proroga del bonus cultura per chi compirà 18 anni, che con grande probabilità verrà applicato anche nel 2019, permettendo così a chi diverrà maggiorenne nel prossimo anno di avere una card per cinema, teatro, libri, e altre attività culturali di rilievo. Prorogata al 2019 dello 0.8% anche della Tasi in scadenza quest’anno, e verrà prolungato per tre anni, fino al 2021, anche il sisma bonus, agevolazione fiscale per riqualificare a livello energetico gli edifici che si trovano nelle zone più a rischio d’Italia. Si definirà una volta per tutte anche la questione dei tagli alle pensioni d’oro, che verranno decurtate da un minimo del 10% su 130mila euro annui, ad un massimo del 20% per le pensioni superiori al mezzo milione: su questo emendamento, attesa bagarre, ed è probabile che per la sua approvazione si attenda il senato.
MANOVRA, MARATONA ALLA CAMERA
Nel frattempo si è espresso da Buenos Aires, dove era in corso il G20, il presidente del consiglio, Giuseppe Conte: «Mi hanno informato che stanno lavorando alacremente a concordare gli ultimi emendamenti. La fiducia si sceglie quando necessaria e se è necessaria». Sulla possibilità che domani si tenga un vertice di governo sulla manovra, il primo ministro italiano ha ammesso: «Non lo escludo ma non l’ho ancora convocato». In Sud America il presidente del consiglio ha incontrato Jean-Claude Juncker, numero uno della commissione europea, e al termine del vis-a-vis il professore ha spiegato di non aver «Parlato di numeri finali. Si è trattato – ha aggiunto – di un incontro molto costruttivo, stiamo valutando vari scenari. L’obiettivo – ha chiosato Conte – è evitare la procedura di infrazione, si tratta di un interesse dell’Italia ma anche dell’Europa».