Tra pomeriggio e sera si terranno le votazioni decisive per il Governo Lega-M5s dopo l’approdo della Manovra in Senato (tra mille polemiche per la non fine dei lavori in Commissione Bilancio): la maggioranza ha presentato il famoso maxiemendamento col quale di fatto intende “sostituire” l’intera Manovra approvata alla Camera e per farlo in tempi rapidi – ricordiamo che la minaccia dell’esercizio provvisorio che scatta dal 1 gennaio costringe Lega e M5s a muoversi sul bilico del “burrone” politico – ha posto la questione di fiducia col voto che arriverà entro la mezzanotte di oggi. A quel punto, il testo della Legge di Bilancio dovrà tornare alla Camera per l’approvazione definitiva (visto che è stato cambiato completamente il contenuto, ndr): resta da capire però cos’è è nello specifico il maxiemendamento e cosa soprattutto contiene il testo scritto “a 4 mani” da Conte, Tria, Moscovici e Dombrovskis nella estenuante trattativa delle ultime settimane tra Roma e Commissione Europea per scongiurare lo spettro della procedura d’infrazione. Con l’abbassamento del deficit e il “risparmio” di circa 6-7 miliardi di euro, il Governo gialloverde ha fissato la quota a 2,04% per il deficit, riducendo e limitando anche le due misure bandiera, Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, che probabilmente verranno fatte slittare con un decreto in arrivo da gennaio in poi. Con il “maxiemendamento” di fatto viene presentato un unico emendamento che contiene tutti gli articoli della Manovra: discutendo quello oggi alle 16, con voto di fiducia alle 23, il Governo Lega-M5s intende approvare in un sol colpo la nuova Legge di Bilancio “concordata” con l’Unione Europea. Un fascicolo di 32 pagine (qui il testo integrale anticipato dai colleghi di Repubblica, ndr) che contiene le misure dall’aumento dell’Iva come clausola di salvaguardia, fino alla web taxi e al taglio delle pensioni d’oro.



LE ALTRE MISURE DEL MAXIEMENDAMENTO

In primis, il tema complesso dell’aumento dell’Iva: nel maxiemendamento troviamo gli aumenti per 23 miliardi nel 2020 e quasi 29 (28,75) nel 2021 e nel 2022, ovvero le spese che dovranno essere compiute dai Governi per evitare l’aumento dell’Iva nei prossimi anni. Secondo la proposta del Governo gialloverde, «l’aliquota ridotta del 10% passerebbe dal 2020 al 13%, mentre l’aliquota ordinaria oggi al 22% passerebbe nel 2020 al 25,2% e nel 2021 al 26,5% nel 2021». Nel maxiemendamento si trova poi il blocco delle assunzioni nei comparti dello Stato come Presidenza del Consiglio, ministeri, enti pubblici non economici, agenzie fiscali e università mentre gli enti locali vengono “salvati” dalla norma: arrivano 800 milioni di euro contro il dissesto idrogeologico mentre saranno 900 ciascuno degli anni 2020 e 2021. Sul fronte tasse, arriva la web tax sui servizi digitali e verrà applicata (con aliquota al 3%) che «hanno un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a 750 milioni e che hanno un ammontare di ricavi derivanti dalla prestazione di servizi digitali non inferiore a 5,5mln di euro». Infine il capitolo importante (per il M5s soprattutto) del taglio delle pensioni d’oro: come anticipa Repubblica, «taglio per 3 anni dell’adeguamento delle pensioni oltre i 1.522 euro al mese (3 volte il minimo): la decurtazione maggiore, fino al 60%, scatta per gli assegni oltre i 4566 euro». Per l’indicizzazione piena ci sarà solo per le pensioni fino a 1.522 euro, poi sono invece previste sei fasce di tagli crescenti sugli assegni più alti.

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