La commissione bilancio alla camera ha approvato la manovra durante la notte fra il 27 e il 28 dicembre. Hanno votato a favore il Movimento 5 Stelle e la Lega, contro, il Partito Democratico e Forza Italia. E sono state le opposizioni a rubare la scena ancora una volta, continuando la protesta iniziata ormai da settimane, e indicendo una conferenza stampa per la giornata odierna. L’incontro fra i democratici e i giornalisti si terrà alle ore 13:00 alla Camera, e durante lo stesso il Pd presenterà il ricorso alla consulta, sulla manovra. Nella conferenza stampa prevista presso la sala stampa di Montecitorio, parteciperanno il capogruppo dem al Senato Andrea Marcucci e il presidente del Pd Matteo Orfini. Alle ore 16:00 toccherà invece ai parlamentari di +Europa, che a loro volta terranno una conferenza stampa, come ricorda l’edizione online di Repubblica, per “denunciare le gravi violazioni costituzionali che hanno caratterizzato l’esame della legge di bilancio, negando le prerogative parlamentari e quindi la sovranità popolare”. Presenti Emma Bonino, Alessandro Fusacchia, Riccardo Magi, Bruno Tabacci e Benedetto Della Vedova, il coordinatore di +Europa. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MANOVRA, APPROVATO IL MANDATO AL RELATORE

Come da iter, la Manovra è tornata ieri alla Camera per essere approvata dalla commissione bilancio. Nella notte è arrivata l’approvazione della stessa grazie ai voti del Movimento 5 Stelle e della Lega, mentre Partito Democratico e Forza Italia, come ampiamente prevedibile, hanno votato contro. In gergo tecnico, la commissione bilancio della camera ha approvato il manato al relatore sulla manovra, che è attesa questa mattina nell’Aula di Montecitorio. Non sono mancate le proteste dell’opposizione, visto che il testo del maxi-emendamento è stato inviato in aula senza discutere e votare i 350 emendamenti presenti nella legge di bilancio. Fra i protagonisti della giornata di ieri, il ministro dell’economia Giovanni Tria: «Mi avete massacrato per un’ora – ha sbottato ad un certo punto il titolare del Tesoro – e non mi fate parlare, mi avete criticato per un’ora potrò rispondere alle critiche o no?». Quindi un acceso battibecco con Padoan, il suo predecessore: «Siete stati bravi a non entrare in una procedura con debito in maggio cercando un occhio benevolo della Commissione europea. Quello stesso occhio benevolo, in un certo senso, lo abbiamo ottenuto anche noi. Ma è chiaro che la situazione non è facile: dovremo lavorare a lungo. Non cadiamo dalle nuvole». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MANOVRA, LE PREOCCUPAZIONI DI PISAURO

Intervenuto in audizione in commissione bilancio della Camera, il presidente dell’Upb Giuseppe Pisauro ha parlato di ‘crinale pericoloso’: «La portata espansiva della manovra viene ridimensionata», sottolineando che le variazioni introdotte hanno causato «un’inversione di segno nell’effetto netto complessivo sulla spesa per investimenti e contributi agli investimenti nel 2019: da un aumento di 1,4 miliardi inizialmente previsto si passa a una riduzione di circa un miliardo». Brutte notizie, continua Giuseppe Pisauro, potrebbe riguardare anche la pressione fiscale: «Negli anni successivi, se non considerate le clausole che valgono un punto e due, un punto e 5 in più, si arriva al 42,8% nel 2020 e al 42,5% nel 2021, ma sono numeri che vanno un pò verificati», riporta Repubblica. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



IL COMMENTO DEL PREMIER CONTE

Oggi manovra alla Camera per l’ok definitivo, da Foggia arrivano nuove dichiarazioni del premier Giuseppe Conte. A margine della riunione in prefettura sul Contratto di sviluppo per la Capitanata, il presidente del Consiglio ha affermato: «Per ciò che riguarda il decreto quota 100 e il decreto sul reddito di cittadinanza, sono collegati alla legge finanziaria e alla legge di bilancio. Li adotteremo nei prossimi giorni». Prosegue Giuseppe Conte: «E’ normale che quando si fa una manovra a così ampio raggio si possa lasciare qualcuno contento e qualcuno no. Permettetemi di dire che le considerazioni più complessive vanno tratte alla fine.Io sono molto fiducioso – ribadisce Conte – vedrete che ci sono tante belle cose che possono offrire le premesse per il rilancio dell’Italia». Una battuta sull’Ires: «Provvederemo quanto prima, a gennaio, a intervenire per riformulare e calibrare meglio la relativa disciplina fiscale». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

DI MAIO: “SU IRES NO PROFIT NORMA VA CAMBIATA”

E’ ormai questione di poche ore e la manovra, arrivata al via libera finale, con l’approvazione del testo alla Camera diventerà legge a tutti gli effetti. Sebbene il tempo per gli emendamenti sia ormai superato, Di Maio è intervenuto per annunciare che una misura “va cambiata nel primo provvedimento utile”. Il riferimento è alla norma sulla tassazione dell’Ires per gli enti no profit passata dal 12 al 24% e che ovviamente ha rappresentato un duro colpo per il terzo settore. A tal proposito il vicepremier ha tuonato, come riporta Il Fatto Quotidiano online: “Si volevano punire coloro che fanno finto volontariato ed è venuta fuori una norma che punisce coloro che hanno sempre aiutato i più deboli”. In merito nei minuti scorsi è intervenuto anche Conte che su Facebook ha commentato: ” Per questo in merito alla norma sull’Ires formulata nella legge di Bilancio attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, provvederemo quanto prima, a gennaio, a intervenire per riformulare e calibrare meglio la relativa disciplina fiscale”. Laura Castelli, sottosegretaria all’Economia, interpellata a margine dei lavori della commissione Bilancio sulla manovra ha invece replicato: “Certo che la difendiamo. Era nel pacchetto del governo arrivato dopo la chiusura dell’accordo con l’Unione europea. È tutelato assolutamente il ‘no profit no profit’. Il ‘no profit’ deve stare tranquillo perché la norma si riferisce a chi fa utili”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

FORZA ITALIA E PD VOGLIONO LA DIRETTA STREAMING

La manovra torna oggi alla Camera, precisamente in commissione bilancio, per l’ultimo lasciapassare prima dell’ufficialità. Dopo le tensioni degli scorsi giorni in senato, il clima resta infuocato e lo si capisce anche da quanto accaduto in queste ultime ore. L’opposizione, capitana dal Partito Democratico e da Forza Italia, aveva chiesto che si potesse trasmettere la diretta streaming della sessione, ma il Movimento 5 Stelle ha replicato picche. «Le opposizioni chiedono la trasmissione via web della commissione – scrive l’esponente dei Democratici, Luigi Marattin, su Twitter basta che uno voti contro e la richiesta è bocciata. Il Movimento 5 Stelle ha votato contro, e la diretta web non è quindi possibile». Simile il pensiero di Maria Elena Boschi, ex ministro del governo Renzi: «M5S nega la pubblicità dei lavori in commissione Bilancio attraverso il web. Non erano quelli della trasparenza? Si vergognano? Che fine ha fatto lo streaming?». Come scrive Fanpage.it, la richiesta era partita da Forza Italia, ma non ha appunto trovato l’accoglimento dei grillini. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MANOVRA, RUSH FINALE: MATTARELLA STIZZITO

Rush finale per la manovra che oggi approderà in Commissione di Bilancio alla Camera, per poi ricevere l’ok definitivo entro il 29 dicembre. Le tensioni degli scorsi giorni, durante il passaggio al senato del maxi-emendamento, hanno comunque lasciato pesanti strascichi come sottolineato dal quotidiano La Stampa. Pare infatti che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sia rimasto particolarmente stizzito per quanto accaduto, al punto che la firma presidenziale al testo della legge di bilancio potrebbe essere accompagnata da una sorta di lettera di richiamo nei confronti di Di Maio, Salvini e Conte, affinché in un futuro prossimo non venga ignorato l’articolo 72 della costituzione, che stabilisce regole molto precise in merito appunto all’iter-parlamentare di una manovra. Secondo quanto raccolto dal quotidiano torinese, Mattarella sarebbe rimasto molto infastidito dal non aver praticamente potuto leggere il testo del maxi emendamento prima di poterlo approvare o respingere, e ovviamente vuole invitare il governo a non ripetere più una situazione simile, vista anche la forte tensione creatasi con le forze dell’opposizione. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MANOVRA OGGI ALLA CAMERA

La manovra inizia a vedere la luce in fondo al tunnel, ed è pronta a vivere il rush finale prima dell’ufficialità. Da quest’oggi il testo della legge di bilancio tornerà alla camere dopo essere stato approvato dal Senato alla vigilia di Natale. La commissione di bilancio della camera dovrà quindi “bollinare” il maxi emendamento, che a meno di sorprese non dovrebbe subire modifiche. Dopo il passaggio in commissione, la manovra arriverà in aula dove l’ok ultimo è previsto per il 29 dicembre prossimo, sabato. «La Camera dei deputati – le parole rilasciate ieri dal ministro dell’interno, Matteo Salvini comincia a discutere una manovra economica che nel 2019 metterà, anzi, rimetterà nelle tasche degli italiani circa 20 miliardi di euro». Il leader leghista sarà ovviamente presente quest’oggi in Camera, così come l’altro vice-premier, il ministro del lavoro Luigi Di Maio: «Abbiamo raggiunto un risultato importante – le parole ad Affariitaliani.it perché per la prima volta al centro di questa manovra ci sono i cittadini. Abbiamo trovato un paese abbandonato a se stesso e in sei mesi sono tanti i traguardi raggiunti. La nostra manovra ridà dignità al popolo».

MANOVRA ALLA CAMERA: RUSH FINALE

«In sei mesi – ha aggiunto e concluso il leader del Movimento 5 Stelle – aumentiamo le pensioni minime e quelle d’invalidità, parte il reddito di cittadinanza che rivoluzionerà il mercato del lavoro, eliminiamo la legge Fornero, abbassiamo il costo del lavoro tagliando le tariffe Inail che le aziende pagano senza diminuire le garanzie per i lavoratori». Ovviamente la pensano in maniera differente l’opposizione nonché i sindacati, che hanno annunciato mobilitazioni nei prossimi giorni: «Una Legge di Bilancio sbagliata, miope, recessiva – lamentano i secondi – che taglia ulteriormente su crescita e sviluppo, lavoro e pensioni, coesione e investimenti produttivi, negando al Paese, e in particolare alle sue aree più deboli, una prospettiva di rilancio economico e sociale». Nicola Zingaretti, presidente della regione Lazio e candidato alla segreteria del Pd, ha invitato le persone a manifestare in maniera massiccia a gennaio.