Claudia Fiaschi, portavoce di Terzo Settore, ha commentato al Fatto Quotidiano con parole molto dure la decisione del Governo di eliminare la riduzione del 50% della tassazione dell’Ires per gli enti no profit: “Questo provvedimento non porta solo a un irragionevole inasprimento fiscale, ma tocca anche la nostra visione del bene comune. Non c’è più alcuna differenza tra perseguire un interesse egoistico – spesso additato come fonte delle tante diseguaglianze del nostro Paese, e non solo – al posto dell’interesse generale. In definitiva viene messo in discussione l’articolo 2 della Costituzione e la recente normativa sul Terzo settore. Vengono penalizzate tutte le categorie elencate nel testo, senza distinzione. Enti e istituti di assistenza sociale, società di mutuo soccorso, enti ospedalieri, enti di assistenza e beneficenza, ma anche istituti di istruzione e istituti di studio e sperimentazione di interesse generale che non hanno fine di lucro, corpi scientifici, accademie, fondazioni e associazioni storiche, letterarie, scientifiche, di esperienze e ricerche aventi scopi esclusivamente culturali. E pure istituti autonomi per le case popolari.” (agg. di Fabio Belli)



“PEZZA” DI CONTE SULLA “MANINA” DELLA CASTELLI

La “manina” questa volta

sembra quella di Laura Castelli e ha rischiato di far “esplodere” un’altra polemica sul Governo Lega-M5s: il Premier Conte, ma anche Di Maio e Salvini prima di lui, hanno messo una “pezza” alla grana scoppiata sulla tassa al volontariato inserita nella Manovra. «Sono felice di apprendere che il Governo ha promesso di modificare la norma Ires per il volontariato nel primo provvedimento utile a gennaio», spiega il presidente della provincia di Trento Maurizio Fugatti, a corollario di una lunga giornata in cui molte realtà, dalle provincie fino alle associazioni di volontariato per giungere anche alla Chiesa italiana (con l’appello del Presidente Cei che trovate qui sotto, ndr) criticavano la scelta del Governo mantenuta in Manovra. Alla fine però Conte ha messo una “pezza” al testo messo a punto dalla Sottosegretario Laura Castelli, collezionista di “gaffe” e “polemiche” in questi ultimi mesi: «Sorprende la dichiarazione della viceministra Castelli che sembra dimenticare che il Terzo settore, le organizzazioni senza scopo di lucro, non possono in alcun modo distribuire gli utili. Essi devono essere interamente reinvestiti nell’attività», attaccava oggi pomeriggio Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Terzo settore. Poi l’intervento di Di Maio e Conte ha rimesso in ordine il tutto, anche se ovviamente bisognerà attendere il decreto “specifico” a gennaio per vedere cambiare una misura ormai incardinata nel testo della Legge di Bilancio.



LAURA CASTELLI: “DIFENDO IL TESTO”

Il caso interno al Governo sul fronte della tassa Ires vede ora spuntare una novità alquanto “bizzarra” che ricorre in questi primi mesi di esecutivo: prima della retromarcia di Di Maio che segue le forti critiche della Cei, il testo messo a punto dai tecnici M5s sarebbe stato redatto da Laura Castelli, che ora difende a spada tratta il suo operato pure davanti alla scelta del Governo Conte di venire incontro al volontariato e al mondo del non profit colpito dalla Manovra di Bilancio. «Certo che la difendiamo. Era nel pacchetto del governo arrivato dopo la chiusura dell’accordo con l’Unione europea. È tutelato assolutamente il ‘no profit no profit’. Il ‘no profit’ deve stare tranquillo perché la norma si riferisce a chi fa utili», spiega la Sottosegretario all’Economia durante la Commissione Bilancio in corso alla Camera. Non solo, poi rincara la dose puntando il dito contro il Terzo Settore (che subito la corregge secondo fonti del Forum al Fatto Quotidiano, «dice cose che non hanno senso») «Stiamo parlando della parte del terzo settore che è persona giuridica e non persona fisica e che fa utili e profitti quando teoricamente non dovrebbe farli. Non stiamo tassando la beneficenza ma quella parte di terzo settore che fa utile», conclude la Castelli. Il problema è che sia Di Maio che poi anche Conte l’hanno sostanzialmente “smentita” spiegando quanto segue, «Le iniziative di solidarietà degli enti non profit, anche alla luce del principio di sussidiarietà, rappresentano uno strumento essenziale per un’efficace politica di inclusione sociale e di effettiva promozione della persona. Il Governo ha ben presente tutto questo e al Terzo settore sin dall’inizio ha dedicato grande attenzione. Per questo in merito alla norma sull’Ires formulata nella legge di Bilancio attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, provvederemo quanto prima, a gennaio, a intervenire per riformulare e calibrare meglio la relativa disciplina fiscale», scrive il Premier su Facebook. Dietro alla svista in Manovra, dunque, ci sarebbe ancora la Castelli che nel giro di pochi mesi collezionerebbe l’ennesima gaffe politica con le quali, suo malgrado, è balzata agli onori delle cronache nei primi tempi del Governo gialloverde.



RETROMARCIA DI MAIO SULLA TASSA IRES

Dopo le forti critiche della Cei, arriva il primo “dietrofront” del Governo sul caso dell’Ires raddoppiata per le associazioni di non profit: «quella norma va cambiata nel primo provvedimento utile. Si volevano punire coloro che fanno finto volontariato e ne è venuta fuori una norma che punisce coloro che hanno sempre aiutato i più deboli. Non possiamo intervenire nella legge di bilancio perchè si andrebbe in esercizio provvisorio. Ma prendo l’impegno di modificarla nel primo provvedimento utile», spiega il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio alla vigilia del voto alla Camera sulla Manovra con il testo molto discusso sul tema volontariato. In giornata, oltre all’attacco della Cei contro Salvini, erano intervenuti anche i frati del Sacro Convento di Assisi denunciando «Il raddoppio dell’aliquota Ires colpisce al cuore il popolo del Poverello». Di Maio interviene anche in questo secondo caso e sottolinea, «abbiamo sentito la comunità dei frati di Assisi, che ringraziamo per il loro instancabile impegno, e li incontreremo quanto prima».

CEI VS SALVINI SUL RADDOPPIO DELL’IRES PER IL NON PROFIT

Di per sé è già significativo che il capo dei Vescovi italiani (Gualtiero Bassetti, presidente Cei) per contestare la norma “raddoppio” Ires per il non profit, se la prenda con un Ministro del Governo – Matteo Salvini – e non con il Capo del Governo: secondo la Chiesa italiana l’interlocutore-avversario con cui trattare è la Lega, non Conte e nemmeno Di Maio col M5s. È su Salvini che Bassetti punta il dito, visto i numerosi riferimenti ai valori cattolici che il leader della Lega rivolge spesso nei suoi comizi: il n.1 della Cei per questo, dopo la norma in Manovra che rischia di mettere in ginocchio tutte le associazioni di volontariato e no profit che operano nel sociale, nell’intervista di oggi a Repubblica mette in scena l’attacco diretto ad un Ministro del Governo italiano, per la prima volta dopo moltissimi anni. «Signor ministro, se la prenda con chi vuole, con i vescovoni, con la stampa cattolica, con i preti meschini e arrivisti ma non tocchi l’umanità», spiega l’Arcivescovo di Perugia riferendosi proprio al raddoppio della tassa Ires per le organizzazioni no-profit che da domani alla Camera “rischia” di essere approvata con il voto di fiducia al maxiemendamento gialloverde in Manovra di Bilancio. «Comprendo il momento di difficoltà nel nostro Paese, ma non mi sarei mai aspettato di vedere colpito il volontariato», sottolinea ancora Bassetti ai colleghi di Rep.

LA RIVOLTA DEL VOLONTARIATO CONTRO LA MANOVRA DI SALVINI

«Si tratta di migliaia di istituzioni senza fini di lucro – ha spiegato il capo della Cei – che coprono uno spettro enorme di bisogni ed esigenze, da quelle ambientali a quelle sanitarie, da quelle di supporto alla coesione sociale e di contrasto alla povertà a quelle ricreative, culturali ed educative»: per Bassetti, Salvini dovrebbe rendersi conto che tra l’altro non si tratta di una mera questione “cattolica” ma dell’umanità «del nostro popolo, quindi di dignità e rispetto per chi ha sempre operato con abnegazione e ha contribuito a tenere in piedi il nostro Paese». Passare dal 12% al 24%, come dovrebbe essere approvato in Manovra nei prossimi giorni, non è un dono ma una provocazione «la storia italiana è stata tormentata, ma se c’è una cosa che ha riscattato tante cattiverie e miserie è il sentimento morale di partecipazione popolare alle difficoltà e alle disgrazie della gente. Partecipazione generosa e concreta, creativa e competente». La rivolta del volontariato contro la tassa del Governo Lega-M5s è ampia e coinvolge numerose realtà, anche citate dallo stesso Bassetti: la portavoce del Forum del Terzo Settore Claudia Fiaschi, sempre su Repubblica, attacca a tutto spiano «Quella tassa è una vergogna, una patrimoniale sulla solidarietà. Il conto lo pagheranno i più poveri. La Camera dovrebbe ripensarci. Tante attività così non saranno più sostenibili. Temo che si sia sottovalutato l’impatto di questa norma, una sorta di patrimoniale».