Questa mattina Sergio Mattarella ha promulgato la legge di conversione del Decreto Sicurezza di fatto traducendo in effettiva pubblicazione (a breve sulla Gazzetta Ufficiale, ndr) il testo tanto contestato dalle opposizioni quanto voluto dal suo ideatore, il Ministro degli Interni Matteo Salvini. Il provvedimento era stato approvato definitivamente dalla Camera dei deputati la settimana scorsa grazie al voto di fiducia che aveva “replicato” la stessa modalità anche al Senato giusto qualche settimana precedente: le polemiche interne al Movimento 5 Stelle – con la base spaccata tra i pro-Di Maio e pro-Fico – e le contestazioni contro le politiche dure sull’immigrazione e la sicurezza del Ministro Salvini ‘vedevano’ nel Presidente della Repubblica un possibile argine ai contenuti del Decreto Sicurezza. Con questa scelta però il Quirinale decide, nei fatti, di “blindare” il Governo e in particolare il leader della Lega: oggi era l’ultimo giorno utile per la conversione in legge del decreto e così è stato. Mattarella – si legge sul sito della presidenza della Repubblica – ha promulgato la «conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, recante disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l”amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Delega al Governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di Polizia e delle Forze Armate».
DECRETO SICUREZZA, “DELUSI” MIMMO LUCANO E ROBERTO FICO
Diversi appelli di giuristi, politici, società civile avevano cercato di convincere Mattarella nel non firmare il Decreto Sicurezza e di rimandarlo indietro per presunti “vulnus” anti-Costituzione presenti nel testo: così però né i tecnici del Quirinale né lo stesso Presidente hanno trovato motivi validi per stoppare le tante pagine del Dl Salvini, “deludendo” in qualche modo le aspettative di militanti pro-accoglienza. Su tutti il Presidente della Camera Roberto Fico che apertamente si era schierato – dopo il voto di fiducia – contro il Decreto che da oggi apre a nuove regole su sgomberi, immigrazione, lotta alle mafie e sostegno alle Forze dell’Ordine, «ci sono tante cose che non avrei voluto leggere al suo interno» aveva sentenziato il leader dissidente grillino. Ancora più in contrasto con Salvini e il Governo il sindaco “sospeso” di Riace Mimmo Lucano: «Rimaniamo indifferenti, come se ci fosse una forma di assuefazione a una logica che ormai pensiamo sia unica. Ci impediscono di provare quell’impulso di umanità che è normale. Una condizione della società che io non ho mai vissuto prima», spiega Lucano, famoso per il modello d’integrazione dei migranti sperimentato nel centro di Riace oggi al centro di una lunga inchiesta giudiziaria. Poi l’attacco finale nell’intervista di questa mattina a Circo Massimo su Radio Capital: «come si può rimanere indifferenti di fronte a questo decreto sicurezza, che sta generando degli orrori. È una legge disumana».