Raggiunto l’obiettivo con l’ok alla manovra, Lega e Movimento 5 Stelle sono pronti ad attuare la fase “2”: Luigi Di Maio e Matteo Salvini puntano alle loro misure simbolo e, come riporta l’Ansa, prova ad accrescere ciascuno la loro influenza sull’altro. Ma il Governo dovrà fare i conti con l’opposizione, a partire dal Partito Democratico: «Anche la gestione della manovra ha dimostrato che leghisti e grillini stanno insieme solo per un interesse di potere senza visione e prospettiva. È un matrimonio di interesse della peggiore specie: i contenuti della manovra sono pensati solo per cercare una squallida propaganda di giornata. Credo che abbiano deciso di inquinare i pozzi e di lasciare, tra clausole di salvaguardia e conti in disequilibrio, un conto salato da pagare», le parole di Maurizio Martina. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CONTE: “REDDITO E QUOTA 100 INVARIATI”

Giuseppe Conte raggiante dopo l’ok alla manovra arrivato ieri alla Camera: lunga intervista del premier ai microfoni di America Oggi, in cui ha presentato il percorso dell’esecutivo Lega-M5s ed ha commentato le misure contenute nella legge di bilancio. Il contratto firmato dai gialloverdi è stato rispettato secondo il giurista: «Io ne sono il legittimo garante, finora ogni difficoltà è stata affrontata e superata con grande coraggio, all’insegna del cambiamento. Questo desiderio accomuna Lega e M5s, è ciò che permetterà al governo di durare cinque anni». Poi sui provvedimenti: «La cosa importante è che le misure validanti della manovra, reddito di cittadinanza e quota 100, siano rimaste invariate e con la stessa platea di riferimento». Una battuta sul reddito di cittadinanza: «I livelli di povertà sono inaccettabili sul piano sociale e le disuguaglianze provocano anche instabilità economica. Il cambiamento richiesto dai cittadini passa soprattutto per un’economia che abbia come obiettivo finale la tutela della dignità umana e lo sviluppo materiale e spirituale della persona». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



10 DEPUTATI M5S ASSENTI AL VOTO: DIRETTIVO CHIEDE SPIEGAZIONI

E’ arrivato il via libero definitivo alla manovra, ma scoppia il caso assenti nel Movimento 5 Stelle. 10 deputati pentastellati non hanno preso parte al voto alla Camera e poche ore dopo è giunta la nota del direttivo M5S: «La legge di Bilancio è un provvedimento cruciale e di fondamentale importanza. Lo statuto del nostro gruppo prevede che ciascun componente è tenuto a partecipare alle attività del gruppo e ai lavori della Camera, sia in assemblea sia in commissione». Ed ecco l’affondo: «Abbiamo chiesto a Lucia Azzolina, Emanuela Del Re, Andrea Colletti, Andrea Vallascas, Sara Cunial, Luigi Gallo, Gianluca Rospi, Lorenzo Fioramonti, Alvise Maniero e Valentina Corneli, assenti al voto, di fornire una esaustiva delucidazione in merito». Una possibile grana per i grillini, con diversi deputati che negli ultimi tempi hanno manifestato il proprio malcontento per l’azione della Lega: Affari Italiani evidenzia che molti dei deputati citati sono vicini al presidente Roberto Fico. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CONTE: “L’ITALIA E’ RIPARTITA”

Governo soddisfatto per l’ok definitivo alla manovra, Lega e Movimento 5 Stelle esultano sui social e, come prevedibile, mettono il cappello sulla vittoria. Il premier Giuseppe Conte si è detto felice: «Finisce un anno, ma inizia la stagione del riscatto con più diritti, più crescita, più equità sociale e con al centro il lavoro. L’Italia è pronta a ripartire. E a tornare grande». Manlio Di Stefano, su Twitter, elogia l’operato politico del leader pentastellato Luigi Di Maio: «Diciamolo chiaramente: quella approvata oggi è una manovra che porta la firma di Di Maio! Grazie alla sua caparbietà siamo riusciti a portare a casa la prima manovra che si rivolge a tutti i cittadini». Sulla stessa linea d’onda Francesco D’Uva: «Quanta gioia! Chiudiamo il 2018 con l’approvazione di una legge di bilancio storica! Dopo anni di politiche massacranti, arriva la prima manovra che risponde alle esigenze degli italiani. Un vero cambiamento, voluto fortemente da Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. Grazie di cuore!». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

SALVINI: “SPERO SIA L’ULTIMA CON POTERE DI VETO UE”

La manovra è legge: dopo l’ok della Camera, il testo del maxiemendamento è arrivato sul tavolo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha apposto la sua firma chiudendo così il lunghissimo iter iniziato mesi fa. Deluse le opposizioni, che hanno già promesso manifestazioni e proteste nei prossimi giorni, di tutt’altro tenore invece l’umore nella maggioranza, dove si stappano le bottiglie di spumante con qualche ora di anticipo rispetto al capodanno. «Io sono felice perché nei tre anni 2019-2021 – le parole del ministro dell’interno, Matteo Salvini, rilasciate stamane ai microfoni del Corriere della Seraci sono 20 miliardi per il superamento della Fornero». Sono molti quelli convinti che il governo durerà pochi mesi, per via di un’alleanza fra i 5 Stelle e la Lega davvero fragile, ma il titolare del Viminale la pensa diversamente: «Non vedo pericoli per il governo nei prossimi mesi». Un iter lungo e faticoso quello per approvare la manovra, complice anche le continue bocciature dell’Unione Europea: «Io spero – confessa Salvini – che questa sia l’ultima manovra con una lunga e complicata trattativa con Bruxelles spero che quel potere di veto sia superato». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

LA MANOVRA E’ LEGGE: MATTARELLA HA FIRMATO

Prima i rumors, ora l’ufficialità che arriva dalle fonti dell’Ansa: la Manovra Economica è giunta al Quirinale dove il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha apposto la sua firma ufficiale rendendo legge il testo approvato in giornata anche alla Camera dei Deputati in terza lettura. «Dopo l’approvazione definitiva della Camera, il presidente Sergio Mattarella ha firmato al Quirinale la manovra economica, secondo quanto si apprende da fonti della Presidenza della Repubblica», rilancia l’Ansa mentre il Premier Giuseppe Conte si dice del tutto soddisfatto dei lavori svolti in queste giornate molto convulse che evitano l’esercizio provvisorio qualora non fosse stata rispettata la scadenza del 31 dicembre 2018. «Ridicole le opposizioni che contestano una manovra economica che rimette nelle tasche degli Italiani più di 20 miliardi di euro. Gli Italiani non hanno nostalgia di Monti, Renzi e Fornero, avanti tutta!», attacca Salvini mentre dall’Europa arriva subito una “gelata” dal Commissario Pierre Moscovici che in un Tweet annuncia «L’Italia ha adottato la legge di bilancio, dopo lunghe discussioni e momenti difficili. Ne seguiremo attentamente l’esecuzione. Ribadisco di nuovo che il dialogo con la @EU_Commission si è concentrato unicamente sul rispetto delle regole comuni, mai sulle misure individuali!».

CONTE E TRIA: “LA MANOVRA CHE TUTTI ABBIAMO VOLUTO”

Ok definitivo alla Camera per la manovra, Lega e Movimento 5 Stelle soddisfatte. Il premier Giuseppe Conte, intervenuto brevemente ai microfoni dell’Ansa, ha commentato: «Gli italiani si accorgeranno presto, presto degli effetti positivi della manovra», ora «facciamo entrare in vigore le norme». Esulta il M5s su Twitter: «Questa è una manovra che si rivolge a tutti: ai giovani, alle famiglie e alle imprese! In questa Manovra ci siamo noi, ma ci siete soprattutto VOI, perché redistribuiamo la ricchezza dall’alto verso il basso!». Serafico il ministro dell’Economia Giovanni Tria, che ha spiegato che la legge di bilancio «é quella che tutti abbiamo voluto». Forza Italia ora promette battaglia, ecco le parole dell’azzurro Giorgio Mulè: «Ora la lotta si trasferisce nelle piazze dove grazie alla guida di Silvio Berlusconi sapremo riportare il centrodestra alla guida del Paese mettendo fine all’incubo dell’esecutivo contronatura gialloverde». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

LA CAMERA APPROVA LA MANOVRA

E’ arrivato il via definitivo alla manovra alla Camera: ok alla legge di Bilancio con 313 sì e 70 no. Voto finale che è stato preceduto da bagarre e proteste, un iter iniziato 75 giorni fa e concluso dopo tre approvazioni parlamentari con voto di fiducia. Come spiega Il Fatto Quotidiano, il Partito Democratico e Liberi e Uguali hanno deciso di non partecipare al voto. Ed è scontro totale tra maggioranza e opposizione, con Forza Italia e la Lega che non se le sono mandate a dire: Particolarmente duro il capogruppo del Carroccio Riccardo Molinari: «Provate disprezzo? Voi avete sostenuto il governo Monti che fece macelleria sociale». Questo il commento di Giorgia Meloni, con la leader di Fratelli d’Italia che mette nel mirino Salvini: «Sembra scritta da Renzi e Boschi. Sulle pensioni siamo all’esproprio proletario». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

“NULLA SUL TERREMOTO”

Dopo la critica forte del Presidente Fico ai colleghi M5s, si aprono altri due fronti di polemica in questa giornata di attesa per il voto finale dopo il via libera ieri sera con la fiducia del Governo: il ticket d’ingresso a Venezia, aumentato da 2,5 a 5 euro per poter entrare nella Laguna, sta scatenando diverse polemiche anche se la maggioranza spiega che il biglietto (indirizzato per chi arriva direttamente con il tagliando del mezzo utilizzato) sostituirà la tassa di soggiorno. Ma il secondo fronte aperto è quello del terremoto: «Con la legge di Bilancio il governo tradisce in modo vergognoso gli annunci e le mirabolanti svolte promesse in campagna elettorale. E, soprattutto, denota una totale assenza di strategia sulla ricostruzione», hanno dichiarato nel loro intervento alla Camera i deputati del Pd Mario Morgoni e Alessia Morani. «Il governo fa addirittura fatica a confermare le misure già decise dal governo precedente. Un esempio è la zona franca urbana, che viene sì prorogata ma senza mettere un euro. E altrettanto il governo fa con gli incentivi per le nuove  imprese, anche in questo caso confermati nella forma ma cancellati nella sostanza, perché lasciati senza risorse. La misura, prevista anche per il 2019, che consentiva ai comuni del cratere di investire al di fuori delle regole del Patto di stabilità è stata anche quella cancellata», concludono i parlamentari dem nel loro duro attacco al Governo gialloverde.

FICO VS M5S: “OPPOSIZIONI FANNO IL LORO LAVORO, NO ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA”

Mentre è ancora in corso la votazione sui 244 ordini del giorno sulla Manovra, il Presidente della Camera Roberto Fico è intervenuto ancora questa mattina in Aula per rispondere “per le rime” al post (poi rimosso) sul Blog delle Stelle in cui le opposizioni venivano tacciati di «terrorismo mediatico e psicologico»: «Non c’è nessun attacco delle lobby. Ognuno fa il suo lavoro e io lo difenderò sempre», ha spiegato il grillino in aperta critica al proprio stesso Movimento che poche ore prima aveva scritto in maniera forse incauta sul Blog M5s «E’ in corso una delle più violente offensive nei confronti della volontà popolare perpetrata in 70 anni di storia repubblicana. A sferrarla sono grandi lobby, poteri forti e comitati d’affari. Lottano per sopravvivere, per mantenere i propri privilegi, benefit, prebende, che si sono arbitrariamente assegnati in questi anni sulla pelle degli italiani. Con l’indegna complicità del Pd e di FI, eterni zerbini dei potenti». Non solo, sempre contro Pd e Berlusconi, il M5s aveva scritto pubblicamente – salvo poi fare dietrofront con forse ancora maggiore imbarazzo – «Il Pd e FI, l’eterno patto del Nazareno, sono complici di tutto ciò. In sostanza ci hanno mandato questo pizzino: attenzione a non colpire le banche, le assicurazioni, i concessionari, ovvero i nostri amici, perché vi scateneremo contro gli italiani con rincari generalizzati. Talmente sono collusi con questo sistema che Pd e FI hanno barattato la difesa degli italiani con la difesa dei propri interessi».

MANOVRA, VOTO FINALE ALLA CAMERA

Oggi voto finale alla Camera per la Manovra di Bilancio dopo la lunghissima (e a tratti folle) giornata di ieri a Montecitorio, conclusa con il sostanziale voto di fiducia al Governo Lega-M5s e la rivolta delle opposizioni decise a denunciare quasi più del contenuto il merito della Legge approvata dai “legastellati”. L’Aula della Camera alle ore 9 ha ripreso l’esame della Manovra sulla quale manca ancora il voto finale, formalità dopo la fiducia di ieri: restano infatti da esaminare tutti i 244 ordini del giorno relativi al testo, con poi le dichiarazioni di voto conclusive e e la conseguente fiducia al testo “incardinato” dopo la rivoluzione al Senato. In una intervista questa mattina al nostro quotidiano, il Sottosegretario ai Trasporti Armando Siri ci spiega come la Manovra gialloverde sia tutt’altro che un compromesso al ribasso con l’Ue, come attaccano le opposizioni: «Abbiamo visto che rifacendo bene i conti potevamo cominciare a fare le cose promesse, all quali non volevamo in alcun modo rinunciare. Le ricordo che la Commissione voleva l’1,6% di deficit, al massimo l’1,9. Come in ogni trattativa, siamo partiti dal massimo rialzo per giungere al miglior compromesso realisticamente possibile nel quadro di queste regole. E Conte è stato un ottimo mediatore».

LE MISURE E LE RETROMARCE

Ormai si può già di fatto produrre una sorta di “recap” delle misure contenute nella Manovra, con relative retromarce (non poche) dovute ai tempi strettissimi imposti dal “change in progress” della trattative estenuante con la Commissione Ue. Prodotti due fondi per le misure bandiera di Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, con un decreto specifico che verrà poi prodotto per entrambe a gennaio 2019: per la riforma-rivoluzione della Fornero vengono stanziati 3,9 miliardi nel 2019, 8,3 miliardi nel 2020 e 8,6 miliardi nel 2021, mentre per il reddito M5s sono 7,1 miliardi nel 2019, 8 nel 2020 e 8,3 nel 2021. Stop agli aumenti dell’Iva (ma crescono le clausole di salvaguardia per evitarli nei prossimi due anni), un solo articolo e ben 1143 commi producono le altre misure della Manovra: fisco più leggero per le Partite Iva e nuova Web Tax contro i colossi digitali, la prima retromarcia la si vede nei tagli alle pensioni d’oro sopra i 100mila euro, visto che il calcolo effettuato è ben diverso da quel “miliardo di euro” promesso in recupero da Luigi Di Maio. Sull’ecotassa, confermata la nuova tassa per i Suv ma è sostanziale retromarcia (e per fortuna) rispetto alla prima bozza che prevedeva un’aggiunta di tassa anche per le normali utilitarie con Benzina (la famosa “tassa della Panda”): infine il caso che ha rischiato di far esplodere la collettività sociale contro il Governo, quel raddoppio della tassa Ires (dall’agevolazione del 12%, fino al 24%) per gli enti non profit. Al momento solo la Castelli difende la “sua” norma, ma l’intero Governo ha già deciso che a gennaio correggerà l’errore (della propria Sottosegretaria?) modificando la norma considerata un vero affronto al tema del volontariato.