Marco Minniti ha deciso di ritirare la propria candidatura dalla segreteria del Partito Democratico. Una scelta forse prevedibile, visti i “tumulti” degli ultimi giorni, ma che comunque ha creato non pochi dissapori all’interno degli stessi Dem. Sulla vicenda è intervenuto anche il governatore della regione Lazio, Nicola Zingaretti, altro candidato alle Primarie del PD: «La scelta di Marco Minniti di ritirarsi dalla corsa alla segreteria Pd? Da lui c’è stato un atto di coerenza e responsabilità – le parole riportate da Il Fatto Quotidiano, a margine di un incontro all’università Roma Tre – rispetto alle cose che aveva detto fino a oggi, cioè un impegno con spirito di servizio per provare a unire. Credo rimanga una straordinaria risorsa che penso farà parte, per quanto mi riguarda, del nuovo gruppo dirigente che dovremmo costruire dopo il Congresso». Sull’eventuale colpa di Renzi, Zingaretti aggiunge: «Questo fa parte del chiacchiericcio cui non parteciperò mai. Io mi batto per costruire un nuovo Pd. Penso però che per Renzi ci sia ancora posto nel Pd, può portare un grande contributo». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MINNITI SI RITIRA: IL PENSIERO DI PARRINI
Nuove reazioni dal mondo Pd sul ritiro di Marco Minniti dalle primarie per la segreteria. Dario Parrini sosteneva la candidatura dell’ex ministro dell’Interno ed ha sottolineato: «Per esser chiari. A mio modo di vedere il problema era, è e sarà difendere il riformismo ‘nel’ Pd: fare del Pd un partito capace di unirsi in maniera seria e responsabile nella lotta contro le malefatte sempre più pericolose del governo dello sfascio e attorno a una solida guida riformista che sappia parlare a tutto il Paese evitando scivolamenti vetero-massimalisti, infatuazioni filogrilline e il ritorno di scelte a vocazione minoritaria». Continua il senatore dem, come riportano i colleghi di Rai News: «Ho sostenuto la candidatura di Minniti ritenendolo nelle condizioni date il più adatto a soddisfare questa necessità. Il suo ritiro, per me sbagliato, determina un quadro di cui prendo atto con rammarico». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DELRIO: “LAVORIAMO TUTTI PER L’UNITA'”
Lunga intervista di Graziano Delrio al Corriere della Sera, l’ex ministro ha fatto il punto della situazione in casa Pd dopo il clamoroso dietrofront di Marco Minniti: «Minniti farà la sua valutazione personale e la rispetteremo, come è stato quando ha deciso di dare la sua disponibilità per le primarie. E una scelta che dipende da lui. Ma Renzi ha chiesto di rimanere fuori dal congresso». Prosegue Delrio: «Io sono testardo e guardo i fatti. A oggi non c’è stata nessuna dichiarazione di divisione del Pd. Lavoriamo tutti per l’unità e vogliamo che tutte le personalità del Pd, da Renzi a Gentiloni, da Zingaretti a Bonaccini a Martina, siano in una stessa comunità. Il nemico è fuori di noi, non dentro di noi». E sottolinea: «Se seguirò Renzi quandò andrà via dal Partito Democratico? Spero non accada. Ma io sono entrato in politica per costruire il Pd sull’onda dell’Ulivo e morirò orgogliosamente democratico». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
RENZI: “E’ SEMPRE COLPA MIA”
L’ex ministro Minniti ha deciso di ritirare la propria candidatura in vista delle primarie del Partito Democratico, e all’interno dei Dem è di nuovo caos. Molti i maligni che puntano il dito nei confronti dell’ex segretario Matteo Renzi, (che Minniti non ha comunque mai nominato), ma il Premier, attraverso un lungo post su Facebook pubblicato un’oretta fa, ha spiegato: «Oggi i media parlano di nuovo delle divisioni del Pd – le parole dell’ex presidente del consiglio – e naturalmente c’è sempre qualche fonte anonima che dà la colpa a Renzi. Strano. Mettiamo le cose in fila. Dopo le elezioni io mi sono dimesso. Ho spiegato in un lungo discorso all’assemblea nazionale ciò che secondo me ho sbagliato e ciò che abbiamo fatto bene. Ma mi sono assunto io la responsabilità per tutti. Da quel momento ho fatto la mia battaglia da senatore dell’opposizione. Continuerò a farlo, ovunque». Renzi ci tiene a sottolineare una cosa: «Da mesi non mi preoccupo della Ditta Pd: mi preoccupo del Paese. Che è più importante anche del Pd. Non farò mai il capo di una corrente». Infine, parlando delle primarie, Renzi si toglie qualche sassolino dalle scarpe: «Chi vincerà avrà il mio rispetto. Quello stesso rispetto che non ho avuto quando – dopo aver vinto due volte col 70% – sono stato attaccato dal fuoco amico dal giorno dopo. Quello stesso rispetto che non ho avuto quando – vittima ancora oggi di una campagna social vergognosa – la mia famiglia è stata trascinata in un fiume di fango su cui pochissimi nel gruppo dirigente hanno avuto il coraggio di esporsi». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MINNITI SI RITIRA DALLE PRIMARIE PD
Marco Minniti si ritira dalle primarie del Partito Democratico: confermate le indiscrezioni delle ultime ore, con l’ex ministro dell’interno che lo ha annunciato in una lunga intervista a Repubblica. «Resto convinto in modo irrinunciabile – dice Minniti – che il congresso ci debba consegnare una leadership forte e legittimata dalle primarie», ha affermato Minniti, che ha poi aggiunto: «Ho però constatato che tutto questo con così tanti candidati potrebbe non accadere. Il mio è un gesto d’amore verso il partito». L’ex capo del Viminale non cita Matteo Renzi, ritenuto da molti il responsabile del passo indietro, e prosegue: «Si è semplicemente appalesato – conclude Minniti – il rischio che nessuno dei candidati raggiunga il 51 per cento. E allora arrivare così al congresso dopo uno anno dalla sconfitta del 4 marzo, dopo alcune probabili elezioni regionali e poco prima delle europee, sarebbe un disastro».
RICCI: “NO ALLA SCISSIONE”
E si è aperto un nuovo dibattito in casa dem, queste le parole di Graziano Delrio: «Chiunque si candida per arricchire il dibattito del Pd, bene. Chi divide non fa un buon servizio, né al Paese, né all’opposizione. Abbiamo tanti militanti, tanti amministratori, tante persone che ci chiedono più unità. Abbiamo fatto Piazza del Popolo e vogliono più unità. E noi continueremo a difendere questa unità». Matteo Ricci continua ad invocare l’unità: «I sindaci vogliono un partito unito, aperto e riformista. No a nuovi partiti e a scissioni. 550 primi cittadini avevano chiesto l’impegno di Minniti per questo. I sindaci sono l’energia locale del Pd e vogliono unità». Sulla situazione in casa Partito Democratico è intervenuto anche Matteo Salvini, interpellato sul tema nel corso di un’intervista a Radio Anch’io: «Spiace che non ci sia un’opposizione in Parlamento. A casa del Pd ogni giorno ne succede una. Spiace per il Pd e per gli italiani che in una sinistra seria credevano e magari ci credono ancora, spero escano presto da questo buio».