Nella diretta Facebook di questa tardo pomeriggio, nella giornata più “confusionaria” per l’ex premier dopo le dimissioni da Segretario meno di un mese fa, Matteo Renzi spiega: «Di scissioni ne abbiamo viste già abbastanza, non è all’ordine del giorno e non sto lavorando a qualcosa di diverso». Collegato nell’ufficio da senatore, l’ex segretario ha ribadito la sua posizione che al momento lo pone ancora all’interno del Partito Democratico ma che un attimo dopo già “mette in discussione”: «Quello che conta – ha sottolineato ancora Renzi – è continuare a lavorare tutti insieme. Basta parlarsi addosso mentre, fuori da qui, abbiamo un governo che sta portando l’Italia in recessione». Non vuol fare oltre che il burattinaio, anche “il piccolo indiano” impegnato nel Congresso: «non intendo partecipare laddove si prefigura come un Congresso basata sullo scontro tra correnti. Facciamolo sullo scontro di idee, su quelle ci sarò sempre». Minniti lascia, Renzi al momento no; ma la maggioranza renziana teme a breve la “scissione”, al netto di quanto annunciato poco fa dall’ex Premier.



SONDAGGI NEGATIVI: RENZI NON SFONDEREBBE QUOTA 12%

Si moltiplicano le voci sul possibile addio di Matteo Renzi al Partito Democratico, con l’ex presidente del Consiglio che sembrerebbe pronto a spiccare il volo e mettersi in proprio. Nelle ultime settimane non sono mancate le frecciatine ad alcuni “ex amici”, basti pensare a Paolo Gentiloni e Graziano Delrio, e le vicende delle ultime ore potrebbero rappresentare la goccia che fa traboccare il vaso. Un nuovo movimento guidato dal senatore di Rignano però non otterrebbe un successo straordinario secondo quanto evidenziato da un sondaggio Emg: in una rilevazione del 22 novembre 2018, il peso elettorale di Renzi si attesterebbe al 12 per cento. Difficile immaginare al momento un Renzi alla Emmanuel Macron, nonostante il buon seguito tra gli elettori dem: in questo caso la percentuale salirebbe al 47 per cento, un votante su due. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



PRONTO PROGETTO ANTI-SOVRANISTI

L’impressione è che siamo alla vigilia del lancio di un nuovo partito-progetto-movimento, scegliete voi, ma con Matteo Renzi in cabina di comando: gli “insider” tra i dem spiegano che l’ex Premier sia pronto a lasciare il Pd dopo l’ultima “spallata” data con il mancato appoggio al candidato Marco Minniti. Dopo l’annuncio di oggi dell’ex Ministro di ritirare la sua candidatura alle Primarie del Partito DemocraticoDa mesi non mi preoccupo della Ditta PD: mi preoccupo del Paese. Che è più importante anche del PD. […] Se devo fare una battaglia la faccio a viso aperto, io.  Ma proprio per questo ho detto ai miei amici: non farò mai il capo di una corrente». Renzi spiega di voler fare una nuova battaglia sulle idee, «non per due poltrone interne» e si dice del tutto contrario al concetto stesso di correnti: «per me le correnti sono la rovina del PD. Le correnti potevano andar bene nei partiti del Novecento: nella DC o nel PCI. Oggi le correnti non elaborano idee ma proteggono gruppi dirigenti. E tutta la mia esperienza, fin dai tempi delle primarie da Sindaco, dimostra che io sono abituato a rischiare in prima persona, non a chiedere il permesso a qualcuno. Per cui: chiedetemi tutto ma non di fare il piccolo burattinaio al congresso del PD».



IL NUOVO PARTITO DI RENZI QUANDO POTREBBE PARTIRE?

Afferma pieno rispetto e appoggio al prossimo Segretario del Pd (a questo punto Nicola Zingaretti sembra non avere avversari credibili nella conquista della poltrona dem, ndr) ma nelle righe finali del post va ancora all’attacco e in molti ci leggono le “prove” per il nuovo partito pronto al lancio: «Io non mollo di un centimetro la mia battaglia contro i cialtroni che stanno mandando l’Italia in recessione. Ma non chiedetemi di stare dietro alle divisioni del PD perché non le capisco, non le condivido, non mi appartengono. Mi troverete sempre e per sempre dalla stessa parte: dalla parte di chi combatte per la politica e contro il populismo. Per la giustizia e contro il giustizialismo. Per la verità e contro le FakeNews». Ha smentito più volte un nuovo progetto “centrista” con Berlusconi, eppure da giorni il “fu segretario Pd” mette in fila una raffica di incontri a Bruxelles, tra Timmermans, Moscovici, Juncker, Vestager e molti altri ancora. Secondo il retroscena di Angela Mauro su Huffington Post, addirittura Renzi avrebbe detto, in vista delle prossime Europee «Dare una mano, con un gruppo dirigente europeo, alla costruzione di un’alleanza larga, anti-sovranista ed europeista, dai socialisti ai libdem ai Popolari… Un’alleanza non formalizzata con uno Spitzenkandidat, ma presente nei contenuti». Secondo Dagospia il momento del lancio sarebbe addirittura imminente, già domenica prossima quando il fidato Sandro Gozi metterà in “piedi” la “Ciudadanos italiana” in Via Nazionale a Roma per la “nuova rivoluzione liberale”. Che sia il “vero lancio” del nuovo partito di Matteo Renzi?