A distanza di quasi tre mesi dalla seduta al consiglio comunale a Bari, durante la quale la consigliera Irma Melini era stata destinataria di un insulto sessista, spunta il presunto autore della scheda che fu poi dichiarata nulla e che conteneva la triste offesa rivolta proprio alla consigliera di centrodestra: “Irma la tr…”. Come spiega Repubblica.it, una perizia grafologica avrebbe individuato il nome e cognome del collega che avrebbe scritto l’insulto. Si tratterebbe del consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Francesco Colella. Subito dopo la seduta dello scorso novembre, la Melini e lo stesso Comune di Bari presentarono denuncia alla procura barese che decise tramite il magistrato Roberto Rossi di convocare i presenti (23 in tutto) sottoponendoli al saggio grafico. In quell’occasione fu aperta un’inchiesta a carico di ignoti per il reato di diffamazione aggravata. Dopo il risultato della perizia grafologica, il consigliere Colella è stato convocato dagli inquirenti per fare definitivamente luce sulla questione. Subito dopo la convocazione presso gli uffici della Procura di Bari, proprio Colella ha voluto informare i propri utenti Facebook con uno stato in cui continua a dichiararsi estraneo rispetto ai fatti di cui sarebbe responsabile.



INSULTO SESSISTA: COLELLA SI DIFENDE SU FACEBOOK

“Desidero informare tutti che questo pomeriggio ho ricevuto un invito a comparire presso la Procura di Bari per un mio presunto coinvolgimento nel vergognoso insulto che è stato rivolto qualche mese fa alla collega consigliera Irma Melini”, ha scritto Francesco Colella, consigliere del M5S. L’uomo ha poi confermato la sua totale estraneità definendo quanto accaduto a scapito della Melini “comportamenti indegni che non appartengono nè a me nè alla mia storia personale”. Dopo quanto emerso dalla perizia grafologica, Colella valuterà se procedere o meno per vie legali. ” A tutto c’è un limite ed al momento il mio unico pensiero va alla tutela dei miei due figli”, scrive, ribadendo la sua totale (scritto a caratteri cubitali) estraneità ai fatti avvenuti. Subito dopo la vicenda che aveva coinvolto suo malgrado la consigliera, le prime ipotesi si erano basate su una donna poiché la grafia era stata ritenuta simile a quella di due consigliere comunali. Il verdetto del perito incaricato dalla Procura, però, avrebbe fatto emergere un altro nome.



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