Giorgia Meloni può essere il primo premier donna della storia della Repubblica? Forse utopia, anche se nella campagna elettorale in corsa verso le Elezioni 2018 la leader di Fratelli d’Italia ed ex ministro dei Giovani nel governo Berlusconi si dice sempre più pronta al ruolo “investito”. Non in termini numerici, ovviamente, può puntare la sua speranza di salire a Palazzo Chigi ma su “opportunità” e particolari convergenze della coalizione di centrodestra. Salvini e Berlusconi sono distanti praticamente su tutto e discutono ogni giorno per ottenere quel voto in più in grado di prendere le decisioni da leader di coalizione il giorno dopo il voto; se i numeri lo consentiranno e gli elettori consegneranno il Paese in mano al centrodestra, la difficile coesistenza dei due leader uomini potrebbe causare non pochi problemi nella formazione del governo. Ebbene, a quel punto, proprio Giorgia Meloni potrebbe inserirsi come giusto punto d’unione e candidarsi alla poltrona erede di Gentiloni: non è solo una boutade di fanta politica, ma anche il Guardian lo ipotizza in un recente focus sulle Elezioni italiane.
DA MACERATA ALLE FOIBE
«Fratelli d’Italia è il partito minore della coalizione ma la sua leader Giorgia Meloni punta in alto. ha toccato i tasti giusti nell’Italia centrale e nel più povero Sud, aree dove Matteo Salvini ha faticato a consolidarsi. La sua retorica sul ‘Prima gli italiani’, l’atteggiamento euroscettico e le promesse di lavorare per la salvaguardia della famiglia tradizionale e il miglioramento delle condizioni di vita degli italiani medi piuttosto che per favorire le grandi aziende, la hanno aiutata a guadagnare sostegno di elettori da tempo delusi dalla sinistra», scrive il quotidiano inglese, vedendo in Meloni una seria candidata alla guida del Paese. Intanto oggi proprio la leader di Fratelli d’Italia continua la sua campagna elettorale intervenendo a Domenica Live nello spazio dedicato alle Elezioni 2018: giusto questa mattina le ultime polemiche sollevate dalla Meloni sono andate in direzione degli due fatti principali di questo weekend. Le manifestazioni anti-fasciste di Macerata e la commemorazione delle foibe: «i centri sociali hanno preferito non spendere nemmeno una parola per la povera 18enne romana (Pamela Mastropietro, ndr), dilettandosi invece in vergognosi cori contro le vittime delle Foibe, il cui giorno del Ricordo cadeva proprio ieri, ironia della sorte», ricorda una sdegnata Giorgia Meloni. Qualche esempio? «”Come son belle le foibe / da Trieste in giù”, oppure “Le sedi fasciste si chiudono col fuoco, con i fascisti dentro, se no è troppo poco”»: di certo la Meloni ripartirà proprio da qui per esporre il suo programma di coalizione del centrodestra e gli inevitabili spunti “personali” di un partito che guarda con diffidenza gli alleati Berlusconi e Salvini.
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