Sulla questione “Rimborsopoli” si stanno moltiplicando i commenti. Danilo Toninelli, uno dei principali esponenti del Movimento 5 Stelle, con un video ha espresso tutto il suo disappunto per le accuse mosse al Movimento riguardo i rimborsi non versati: “Abbiamo rifiutato quasi 100 milioni di euro di soldi pubblici in questi anni e ci accusano addirittura di aver allestito una “rimborsopoli”… senza considerare che quelli erano soldi degli stipendi dei parlamentari del Movimento 5 Stelle che hanno scelto volontariamente di versarli in un fondo, e ora ci fanno passare per ladri perché si scopre che invece di 23 milioni e 200mila euro ne abbiamo restituiti 23 milioni e 100. Faremo tutte le verifiche al centesimo, ma siamo e restiamo diversi dai partite che hanno depredato le tasche ed il futuro degli italiani.” (agg. di Fabio Belli)
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“CHI VIOLA LE REGOLE E’ FUORI”
«Tra deputati e senatori siamo ad una doppia cifra, è un partito fatto di furbi e furbastri che tradisce la fiducia dei cittadini»: così spiega un ex militante M5s alle Iene, nel servizio di partenza che potete trovare qui sotto. Da qui il programma di Mediaset andrà avanti e nei prossimi giorni potrebbe mostrare novità e altri candidati-parlamentari coinvolti oltre Cecconi e Martelli. Di Maio dovrebbe incontrare nelle prossime ore Filippo Roma, l’inviato protagonista dell’inchiesta: come spiega l’Ansa, «L’incontro potrebbe essere inserito dal programma nel sequel al servizio messo ieri sul sito del programma». Inoltre il “buco” delle restituzioni volontarie potrebbe non vedere le stesse cifre dette in prima battuta dalle Iene e dalle altre inchieste di stampa (La Repubblica in particolare, ndr) dei giorni precedenti: «potrebbe superare il milione di euro il ‘buco’ nelle restituzioni volontarie dei parlamentari del M5s sul conto del microcredito», spiega l’Ansa mentre lo staff M5s ancora non dà cifre, mentre ha provveduto a far scattare inchieste interne. «Non permetteremo a nessuno di inficiare il nome del M5s. Le mele marce le trovo e le metto fuori», ha giurato oggi Di Maio davanti alle pressanti domande dei giornalisti sulla “nuova” Rimborsopoli.
DI MAIO, “VIA L’EX MASSONE VITIELLO”
Non si ferma, anzi, si allarga il caos già rinominato “rimborsopoli” all’interno del Movimento 5 Stelle: i vertici M5s hanno infatti avviato delle verifiche particolari sulle restituzioni volontarie fatto sul conto del microcredito, quello con cui di fatto ridanno metà degli stipendi da parlamentare come forma di lotta agli sprechi e vessillo di trasparenza. L’Ansa riporta che da questi primi controlli emergerebbero non solo parlamentari ma anche consiglieri e europarlamentari che versano sul proprio conto i rimborsi e di fatto si intascano alcune somme che invece promettevano di restituire secondo l’editto di Rousseau-Grillo. «Mancano più soldi di quanto affermato dalla stampa», spiegano fonti grilline a Repubblica; si tratterebbe di circa mezzo milione di euro che mancano dai conti fatti in sede Cinque Stelle. È stato chiesto anche al Mef l’accesso agli atti per avere l’elenco dei portavoce che hanno effettuato i versamenti con il totale dell’importo versato nei 5 anni da ognuno di loro: Di Maio ha fatto sapere che pubblicherà l’intero esame dei risultati ed eventualmente espellerà chi ha trasgredito e tradito. Il problema per il M5s è che a breve incombono le elezioni, con un danno enorme di immagine a pochi giorni dalle urne che, dal caso rimborsopoli fino alla richiesta di cacciata dell’ex massone Vitiello, rischia di far perdere non poco terreno ai grillini.
ECCO IL VIDEO DEL SERVIZIO CENSURATO
È caos generale nel Movimento 5 Stelle dopo il servizio delle Iene prima lanciato, poi “censurato” per par condicio, e alla fine pubblicato sul web «perché la legge non lo impedisce»: il tema è quello di cui tutti parlano ora in campagna elettorale, ovvero lo scandalo dei rimborsi e la crisi del “mito” sugli stipendi restituiti dai grillini. Un misto di trasparenza e populismo che viene però ora messo in ginocchio dall’inchiesta condotta dalle Iene sui candidati Andrea Cecconi (attuale deputato) e Carlo Martelli (senatore M5s). In sostanza, pare che almeno una decina di parlamentari del Movimento 5 Stelle avrebbero falsificati la restituzione di parte del loro stipendio non versandolo al Fondo per il Microcredito (operazione istituita proprio da Grillo e Casaleggio e “punta di diamante” della narrazione grillina contro gli altri partiti “corrotti”) che finanza la piccola e media impresa. Lo sostiene un ex militante del movimento e le controprove che la Iena Filippo Roma ha trovato nei bonifici bancari lo dimostrerebbero: sono proprio Cecconi e Martelli ad essere i due più noti tra i parlamentari “furbetti” pizzicati con le mani nella marmellata. Anni di “moralizzatori” televisivi che se la prendono con gli altri partiti e avanzano invece il metodo perfetto della restituzione degli stipendi, poi però pare che alcuni capogruppo e volti noti del Movimento in realtà truccavano i rimborsi e di fatto non restituivano i soldi promessi. Come scrivono Le Iene sul loro sito, «il buco sarebbe di circa 3 milioni che i superfurbetti a cinque stelle hanno dichiarato di aver versato e invece si sono tenuti in tasca».
La legge ci permette di pubblicarlo su internet. Ecco l’anticipazione del servizio sulle false restituzioni dei 5 Stelle #LeIene https://t.co/6JCmx2WCK4
— Le Iene (@redazioneiene) 11 febbraio 2018
DAI RIMBORSI ALLA MASSONERIA: È CAOS M5S
Il servizio non doveva andare in onda per non “turbare la regola strettissima sulla par condicio” – anche perché nel video appare Di Maio intervistato proprio sui suoi rimborsi, nei quali nega di aver anche solo sottratto un euro allo Stato e al M5s – ma è stato scelto dalle Iene di mostrarlo – almeno la prima parte, i primi 20 minuti – sul sito web visto che la legge al momento lo permette. Oggi, in un incontro a Napoli per le elezioni, Di Maio ha rilanciato accusando gli altri partiti per gli attacchi subiti: «quelle persone come Cecconi e Martelli le ho già messe fuori, per gli altri stiamo facendo tutte le verifiche che servono ma siamo orgogliosi di quello che è il Movimento. Non sarà qualche mela marcia ad inficiare questa iniziativa che facciamo solo noi e come sanno gli italiani da noi le mele marce si puniscono sempre. La notizia in un paese normale è che M5S ha restituito 23 milioni e 100mila euro di stipendi e questo è certificato da tutti quanti e ci sono 7mila imprese in Italia che lo testimoniano perché quei soldi hanno fatto partire 7mila imprese e 14mila posti di lavoro». Cecconi e Martelli hanno detto, dopo il servizio Iene, che se eletti si dimetteranno immediatamente per rispetto del Movimento: ma intanto, i problemi sorgono anche su un altro candidato, questa volta campano – Catello Vitiello – che ha un passato legato alla massoneria e non lo ha comunicato al direttivo Rousseau in sede di Parlamentarie. «Per quanto ci riguarda è una persona che non ci aveva detto di far parte di una loggia massonica e per questa ragione non può stare nel movimento. Gli abbiamo inibito l’utilizzo del simbolo e quindi per lui è game over», ha aggiunto Di Maio. Il guaio per il Movimento 5 Stelle, insomma, è piuttosto grosso anche perché nei prossimi giorni potrebbero arrivare anche altri nomi dei parlamentari M5s che avrebbero “truccato i rimborsi” per evitare la restituzione degli stipendi: e le Elezioni si avvicinano..