Secondo quanto riportato sul sito de Le Iene, stanno emergendo nuovi particolari riguardo il caso “Rimborsopoli” che ha investito il Movimento 5 Stelle. Sono stati segnalati 10 nomi di parlamentari che non avrebbero come promesso versato parte dei loro stipendi al fondo cassa per le piccole imprese istituito dal Movimento. I pentastellati hanno già segnalato 5 nomi, Andrea Cecconi, Carlo Martelli, Maurizio Buccarella, Ivan Della Valle, Emanuele Cozzolino, per i quali sarebbero emerse irregolarità nella restituzione dei rimborsi e che, secondo Luigi Di Maio, sono già da considerarsi fuori dal Movimento 5 Stelle. A questi, andrebbero aggiunti i nomi di Silvia Benedetti, Massimiliano Bernini, Elisa Bulgarelli, Barbara Lezzi e Giulia Sarti. Il timore del Movimento è che la lista possa allungarsi ancora. (agg. di Fabio Belli)



PIZZAROTTI: “MOVIMENTO E’ MORTO”

Lo scandalo rimborsopoli che sta mettendo a dura prova la tenuta del M5s a pochi giorni dal voto non meraviglia più di tanto Federico Pizzarotti. Il primo degli epurati nella storia dei grillini, intervistato a Circo Massimo, la trasmissione radiofonica di Massimo Giannini, ci va giù duro contro i pentastellati:”In tanti lamentavano il fatto che nessuno controllava i rimborsi, adesso emergono fatti sicuramente gravi. Di Maio cerca di spostare il dito così la gente si distrae e dice che sono stati versati 23 milioni ma quello che trovo grave è che siano al momento i ‘caporali’, cioè le persone più visibili, ad aver fatto questo, ad aver falsificato le rendicontazioni. Non penso sia una cosa molto diffusa, immagino una decina di persone, ma sono quelli che mi attaccavano dicendo che non ero degno a loro avviso, i più puri facevano queste cose”. Pizzarotti ha aggiunto:”Il Movimento è già morto da tempo, ora tante persone lo chiamano ‘il partito di Di Maio’. Quando è scomparso Casaleggio ha perso la persona che dava la linea, il programma e la visione. Grillo si è allontanato da tempo, per stanchezza. Il M5s è diventato un’altra cosa. Anche le persone sono diverse”. (agg. di Dario D’Angelo)



DI MAIO, “FUORI CHI HA TRADITO”

«Chi ha tradito va fuori, subito»: Di Maio è stato chiaro sul blog delle Stelle rilanciando il tema dei rimborsi falsi che presto coinvolgerà anche altri nomi di consiglieri/parlamentari M5s “pizzicati” nella truffa alle regole del Movimento 5 stelle. In sostanza facevano i bonifici, pubblicavano il risultato sul Blog M5s e poi ritiravano annullando il bonifico entro le 24 ore successive. Sembra un “giochino” e invece alcuni hanno tenuto così per sé gli stipendi che per regolamento interno avrebbero dovuto restituire al fondo per il microcredito. Alessandro Di Battista, nonostante lo scandalo, prova a ribattere dal suo camper in rally per l’Italia: «che Paese il nostro. Chi non si è mai tagliato un euro di stipendio attacca chi ha restituito più di 23 milioni di euro accusandolo di aver restituito troppo poco. Ci avete pensato? Ci avete pensato che queste sanguisughe si sono intascati oltre 2 miliardi di euro di rimborsi elettorali negli ultimi anni? Ci avete pensato che mentre io giro l’Italia in camper da non candidato chi doveva abbandonare la politica in caso di sconfitta al referendum sta provando a piazzare i suoi candidati impresentabili?». Intanto la pasionaria grillina della “minoranza” di Fico, Carla Ruocco, a Tg Com24 ha tuonato contro chi ha tradito (e forse anche con chi non ha controllato a dovere, ndr): «Sulla questione dei rimborsi bisogna fare chiarezza al più presto», salvo poi ammettere, «Sicuramente qualcosa ci è sfuggito, chi ha fatto il furbo non può continuare e verrà allontanato. Noi andiamo avanti, ma si facciano le pulci anche agli altri partiti». 



BERLUSCONI IRONIZZA, “ONESTÀ, ONESTÀ”

Tra le reazioni a quanto sta emergendo nell’ambito del cosiddetto affaire “Rimborsopoli” che coinvolge i parlamentari M5S non ci sono solo quelle che vengono dal Partito Democratico e da e altri esponenti di spicco del Nazareno, ma anche da parte di colui che, da mesi, si è accreditato come il principale competitor di grillini alle prossime elezioni del 4 marzo. Il leader della coalizione di centro-destra, Silvio Berlusconi, ha infatti sfoderato nelle ultime ore l’arma dell’ironia per criticare quella che, a suo dire, sarebbe la doppia morale di molti esponenti del partito guidato da Luigi Di Maio: l’ex Cavaliere, intercettato dalle telecamere al termine di un incontro tenutosi presso la sede della Confcommercio di Roma, ha preso in giro i Cinque Stelle rispondendo “Onestà, onestà!” a chi gli chiedeva di commentare la vicenda, e facendo dunque il verso a quello che, da anni, è uno dei principali cavalli di battaglia del movimento fondato da Beppe Grillo. (agg. di R. G. Flore)

 

LA BASE DEL MOVIMENTO ATTACCA LE IENE

La base sta con Luigi Di Maio. Per ora. Questo il responso “social” dopo due ore dal post del leader politico M5s – lo trovate qui sotto integrale – dove attacca senza freni tutti i candidati che hanno taroccato e disatteso le promesse del codice etico, oltre che dimostrare davanti alla Iena Filippo Roma i conti e bonifici esatti dei propri movimenti bancari. La base sembra gradire la reazione di Di Maio anche se non sono pochi quelli che si interrogano sull’effettiva tenuta e leadership di chi si è fatto “fregare” così facilmente per anni da alcuni della sua stessa cerchia. Restano tantissimi gli insulti e gli attacchi alla trasmissione di Mediaset che ha scoperchiato il caso Rimborsopoli: «comprati da Berlusconi, vergognoso che poi Renzi ci faccia la morale», commentano alcuni iscritti M5s sotto il post del giovane vicepresidente della Camera. In molti all’interno del Movimento pensano che la storia dei falsi rimborsi possa rivalersi come boomerang per gli altri partiti, visto che i grillini sono gli unici a restituire i soldi guadagnati: saranno però gli elettori a dare un giudizio definitivo con le imminenti Elezioni politiche. 

DI MAIO ALLE IENE: “BONIFICI TUTTI REGOLARI”

Come avevamo riportato in precedenza, si è tenuto il tanto atteso incontro alla Camera tra il vicepresidente Luigi Di Maio e l’inviato delle Iene Filippo Roma: il tema è ovviamente quello di Rimborsopoli con il tentativo per il leader M5s di recupera un’immagine offuscata del suo Movimento in questi ultimi giorni di scandali. «Ho effettuato bonifici al Fondo del microcredito per un totale di oltre 150.000 euro, certificato dal direttore della banca. Ho anche rinunciato alle indennità aggiuntive da vice presidente della Camera. In tutto ho restituito o rinunciato in 5 anni di legislatura a più di 370.000 euro», spiega Di Maio su Facebook appena terminato l’incontro con l’inviato responsabile dell’inchiesta. «Alcuni portavoce hanno violato le nostre regole e non hanno donato tutto quello che avrebbero dovuto. Un tradimento dei nostri principi e della fiducia dei nostri iscritti. Per questo saranno cacciati dal MoVimento e si sono impegnati a rinunciare all’elezione.

La stragrande maggioranza dei nostri portavoce hanno ottemperato gli impegni presi e infatti nel fondo per il microcredito ci sono oltre 23 milioni di euro», confermando in questo modo che ce ne sono ancora altri di grillini coinvolti nella truffa dei rimborsi. Inevitabile l’attacco a Renzi, rispondendo alle accuse ricevute nelle scorse ore dall’ex premier Pd: «Hanno arraffato il più possibile L’unica cosa che Renzi ha restituito agli italiani è il traditore della Patria Silvio Berlusconi. Renzi come livello di promesse mancate è ben al di sotto delle nostre mele marce: aveva detto che se perdeva il referendum che aboliva il Senato si sarebbe ritirato dalla vita politica e oggi è candidato al Senato. E’ partito da rottamatore e si è ridotto a macchietta della politica. Da Renzi a Razzi il passo è breve».

IN BANCA CON LE IENE

Metterci la faccia per evitare di perderla: si può riassumere così la strategia di Luigi Di Maio, candidato premier del M5s dopo la scandalo rimborsi elettorali che sta travolgendo il suo schieramento a tre settimane delle elezioni politiche del 4 marzo. Stando a quanto riferito dall’Ansa, dopo il servizio de Le Iene Show, il capo politico del MoVimento si è presentato questa mattina negli uffici dell’Istituto di credito che è a Montecitorio proprio in compagnia di uno degli autori dell’inchiesta, Filippo Roma. Secondo l’Ansa, Di Maio avrebbe chiesto allo sportello bancario di fornirgli copia dei bonifici al Fondo per il microcredito del Ministero dello Sviluppo sul quale i grillini devolvono parte del loro stipendio da parlamentari. Di Maio sceglie dunque di affrontare di petto la situazione, nella speranza che dopo questo crollo di credibilità ad andare a picco non siano anche le percentuali dei sondaggi. (agg. di Dario D’Angelo)

OMBRE SUI VERTICI

Luigi Di Maio ha detto che “farà fuori tutte le mele marce”: intanto però rimborsopoli nel Movimento 5 Stelle rischia seriamente di mettere i grillini in difficoltà a pochi giorni dalle Elezioni Politiche. Il “buco” da quasi 1,4 milioni di euro – tanto viene stimato dai vertici M5s secondo l’Ansa – vede in crisi il modello di “trasparenza” e “coerenza” dei parlamenti e consiglieri a Cinque Stelle che avrebbero dovuto per codice etico interno restituire metà degli stipendi e che invece ci sarebbero inventati una modalità “fantasiosa” di taroccare i rimborsi in modo da non restituire proprio tutto quello che avrebbero dovuto per statuto. Renzi ha attaccato fortemente Di Maio e l’intera “concezione di trasparenza grillina”, provando ad evidenziare il vero problema alla radice: «L’affaire dei rimborsi è una «truffa acclarata messa in atto da moralizzatori senza morale che hanno “pontificato” sui comportamenti altrui che adesso restano in lista e, al contrario di quello che dice Luigi Di Maio, non potranno essere allontanati. Quindi, gli elettori se li ritroveranno sulla scheda il 4 marzo alle elezioni politiche». Il buco sembrava solo «un problema di contabilizzazione», aveva detto Di Maio solo il 10 febbraio: poi è scoppiato lo scandalo interno, con il servizio delle Iene – sono pronte altre due puntate con altri nomi coinvolti – e la posizione del Movimento 5 Stelle rischia di complicarsi sempre di più con l’avanzare dell’inchiesta.

TUTTI I PARLAMENTARI COINVOLTI

Andrea Cecconi – uno dei consiglieri più stretti di DI Maio, oltre che deputato – e Carlo Martelli (senatore M5s) sono i primi due nomi emersi dalle indagini de Le Iene, di Repubblica e della stessa commissione interna grillina: parlamentari che truccavano i bonifici per non ridare tutti i rimborsi, un tradimento per la base del Movimento che ha fatto subito scattare la “purga” di Di Maio e Grillo ma che non può comunque eliminarli dalle liste, ormai depositate al Viminale. Ma al momento non sono certo gli unici parlamentari coinvolti in Rimborsopoli: nel primo servizio delle Iene spuntano anche altri due nomi, Maurizio Buccarella e Barbara Lezzi. Il primo ha ammesso di aver “revocato” più di 12 mila euro di rimborsi, per motivi di “contabilità bancaria” e però si è autosospeso dal Movimento, «Non ho alcuna intenzione di prestarmi al gioco al massacro e non sto volutamente rispondendo alle tante chiamate di giornalisti, NON richiederò ed esibirò alcun estratto conto e per ogni comportamento scorretto che posso aver commesso risponderò solo al Movimento 5 Stelle». La Lezzi invece nega tutto e ha chiesto alla sua banca di notificarle tutti i bonifici fatti per vedere la sua correttezza estrema; sono pronti però ad emergere altri nomi di consiglieri, “caporali” e parlamentari del Movimento 5 Stelle che potrebbero di nuovo complicare, se non infangare l’immagine dei grillini costruita per anni sulla “corretta trasparenza”. E intanto il 4 marzo incombe..