Caro direttore,
a poco più di due settimane dal voto ho più che mai le idee certe sul mio comportamento elettorale: non andrò a votare. Immagino la riprovazione dei più in merito al fatto che votare non è solo un diritto, ma un dovere civico, che il diritto di voto universale nel nostro Paese è stato conquistato dopo una successione di eventi che hanno riguardato dapprima il ventennio fascista e poi la sciagurata seconda guerra mondiale, per concludere con l’anatema del “se non voti, poi non puoi neppure lamentarti”.



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