«Prima gli italiani, è sempre questo lo slogan»: Matteo Salvini rilancia appena un attimo dopo l’uscita di scena di Luigi Di Maio da Domenica Live e dopo i saluti di rito con la padrona di casa Barbara D’Urso passa subito al contrattacco. «Dobbiamo occuparci di sicurezza, non è possibile che vi siano clandestini immigrati che entrano nelle nostre case e soprattutto non esiste che vi siano ancora stupratori che violentino le donne. Per loro io chiedo castrazione chimica, così la prossima volta non faranno più quello scempio»; la D’Urso prende le distanze e chiede garanzia della pena, ma Salvini prosegue invocando il “prima gli italiani” su tutti i temi di cui discute. Dalle pensioni ai disabili – «non è giusto che gli immigrati entrano da noi e prendono 1000 euro dalla prima cooperativa mentre i nostri disabili prendono meno di 500 euro per le loro povere famiglie» – la ricetta di Salvini è andare al governo subito, prendendo i voti non solo del Nord. «Al sud e al centro dovrebbero votare Salvini perché sono stati truffati da tutti per anni: al governo se gli elettori vogliono qualcuno tipo Tajani o qualche altra sorpresa di Berlusconi votino Forza Italia, se vogliono Salvini votino Lega, io sono pronto e con Silvio andiamo d’amore e d’accordo». 
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IL LEADER DELLA LEGA A DOMENICA LIVE

Dopo Luigi Di Maio interverrà a Domenica Live anche il leader della Lega Matteo Salvini, nel tentativo di recuperare quel terreno “perduto” negli ultimi mesi rispetto al rivale-alleato nel Centrodestra, Silvio Berlusconi. Le Elezioni si avvicinano e gli studi di Barbara D’Urso ospitano l’ennesimo leader politico con la breve intervista di 25 minuti sui principali temi di attualità e del programma elettorale. Non potrà mancare di certo il maxi tema del razzismo-fascismo che da più parti vedono una possibile “legittimazione” nella Lega Nord e nei comizi di Matteo Salvini: dopo i fatti di Macerata, gli scontri di Piacenza e soprattutto di Bologna, con il segretario del Carroccio che ha sempre risposto in questi giorni spiegando come gli effetti di disordini sociali di ogni “colore” sono imputabili al mala gestione degli ultimi governi “non eletti dal popolo”. «AltroBologna non c’entra con i violenti che vanno in piazza distruggendo tutto e sperando di mandare all’ospedale un poliziotto o un carabiniere. Questo martedì alle 21 al Royal Hotel Carlton. Saremo in tantissimi per restituire TRANQUILLITÀ, lavoro e sicurezza a tutta l’Italia», scriveva qualche ora fa lo stesso Salvini su Twitter. Non potrà che esserci poi la discussione sui punti principali del programma leghista, in particolare quanto affermato di recente in una intervista al Sole 24 ore: «li imprenditori li ascolto. Quando dico che rivoluzioneremo questo Paese non significa che tutto quanto è stato fatto lo cancelleremo. Ad esempio ci sono riforme come il Jobs act che vanno riviste, non azzerate: l’abolizione dei vaucher è stata un errore che ha prodotto moltissimi danni a imprese e lavoratori, soprattutto nel turismo e in agricoltura, e fatto crescere il lavoro nero».



MELONI E BERLUSCONI, UN’ALLEANZA FRAGILE

Il Centrodestra è dato da tutti i sondaggi in vantaggio ma con due ordini di problemi principali: i numeri per poter governare in coalizione sono al momento insufficienti per pensare subito ad un Governo Salvini-Berlusconi-Meloni. In secondo luogo invece, è la leadership ad essere messa in discussione già sull’accordo del premier che potrebbe riunire in sé le tre (anzi quattro, assieme a Noi con l’Italia) anime della coalizione. Berlusconi e Salvini hanno sempre detto che prenderà la decisione chi prenderà più voti alle urne, ma non sono state poche le “stuzzicate” in questa campagna elettorale tra i due leader. In queste ultime ore un “caso” particolare agita proprio in questo senso le anime del Centrodestra: «Non so perché Salvini e Berlusconi abbiano scelto di non partecipare alla nostra manifestazione, mi lascia perplessa questa assenza». Così la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, appena arrivata all’Adriano, dove si tiene la ‘Manifestazione anti-inciucio’ promossa da Fratelli d’Italia. Ancora all’Ansa la Meloni precisa, «Il nostro è un patto di onorabilità rispetto ai nostri elettori non ci sentiamo soli. Noi contiamo di raggiungere il 40% come coalizione e di governare, ma qualora sfuggissimo l’obiettivo, non siamo disponibili a governi di inciuci». A rasserenare gli animi ci ha pensato Berlusconi che ha rilanciato a Faccia a Faccia su La7 con Giovanni Minoli la «solidità della nostra coalizione», e addirittura la protezione dell’alleato-rivale leghista davanti agli attacchi che arrivano da Bruxelles. «In Europa non temono la deriva populista di Matteo Salvini, perché c’è una garanzia che si chiama Silvio Berlusconi». E il leader del Carroccio come risponderà?



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