Massimo D’Alema ne ha per tutti: non solo Prodi o Renzi ma anche il Movimento 5 Stelle ora entra nel “mirino” di “baffino”: «Io ho una pregiudiziale antifascista verso chi mette a rischio la democrazia. Io dico che i Cinque Stelle non sanno governare, non che mettano a rischio la democrazia». Tradotto, nessuna pregiudiziale contro il grado “populista” di Di Maio e Di Battista ma una netta impressione che loro non sappiano governare e per quello un accordo LeU-M5s ad oggi sarebbe da escludere per D’Alema. Ad oggi però, domani non si sa: «Noi vogliamo fare alcune cose: per esempio un nuovo Statuto dei diritti dei lavoratori, in base al quale dopo un ragionevole periodo di prova non sia più possibile il lavoro precario, e che ci sia un contratto a tempo determinato. Se qualcuno vuole farlo con noi, noi lo facciamo insieme volentieri. Vogliamo un Piano di investimento straordinario per il Sud, un Piano per l’edilizia scolastica. Parliamo di questo, altrimenti la gente non si interessa alle alchimie», ha spiegato ancora D’Alema. Sulla querelle LeU-Prodi intanto interviene uno dei leader di Insieme, il partito indicato dall’ex fondatore dell’Ulivo per sostenere il centrosinistra di Gentiloni: «La verità è che uno dei 3 poli, quello del centrosinistra, corre con la zavorra di Liberi e Uguali che nei collegi uninominali sortirà l’effetto di avvantaggiare i candidati di centrodestra. Spero che il danno non sia superiore a ciò che cominciamo a vedere. D’Alema dice che Prodi voterà per Renzi e Casini perché non arriveremo al 3%? Vuol dire che D’Alema ha dei sondaggi che noi non abbiamo, noi siamo molto più ottimisti di lui», spiega Riccardo Nencini, segretario nazionale del Psi e tra i fondatori di Insieme, ai microfoni di Radio Cusano Campus. 



D’ALEMA, “COMPAGNO PRODI STAI SBAGLIANDO”

Massimo D’Alema non ama Matteo Renzi: e neanche Romano Prodi. Diciamo che politicamente non ama praticamente nessuno, tranne se stesso e per questo negli anni gli elettori di sinistra non sempre si sono ritrovati nelle stesse pieghe di giudizio del “baffino” ex Pci e Ds. Oggi lo scontro però si fa più duro e proprio contro quel Prodi, unico ad averlo convinto realmente in questi ultimi 30 di politica a fare una coalizione allargata per andare a vincere le Elezioni (l’Ulivo e poi l’Unione). A pochi giorni dalle Elezioni, D’Alema striglia l’ex compagno Prodi che ha scelto di votare “Insieme” (Psi e Verdi) per sostenere Gentiloni e il centrosinistra: «è lunare pensare che oggi possa vincere il Pd. Tra la gente trovo malessere, disagio e rabbia contro chi ha governato, attuando una politica sbagliata e inconsapevole del grado di difficoltà che c’era nel Paese», spiega D’Alema in un comizio in Salento. Secondo il leader di Liberi e Uguali la scelta di Prodi di sostenere Gentiloni in realtà favorisce Renzi, e per questo lo definisce un compagno “in errore”: «Diciamo la verità con questa legge elettorale, che Prodi reputa scandalosa e Gentiloni ha fatto passare con 8 voti di fiducia, non si vota Gentiloni ma Renzi. Se la lista “Insieme'”non supera il 3% il voto va a Renzi, quindi Prodi voterà per Renzi e Casini senza dirlo nemmeno a se stesso” ed esprimendo un voto non utile né per sé, né per il Paese». Era stato lo stesso Prodi nei giorni scorsi a richiamare gli ex Pd per aver abbandonato la nave con il rischio di consegnare i voti nei collegi elettorali al centrodestra proprio per aver “rotto” il centrosinistra in più componenti. Li aveva definiti compagni che sbagliano, ma oggi è lo stesso Prodi a sentire chiamato nello stesso modo: il 4 marzo si avvicina e lo scontro politico è sempre più elevato all’ennesima potenza.



RENZI CONTRATTACCA

È giorni che Matteo Renzi ripete un mantra quasi ossessivo: «se votate D’Alema in realtà votate Salvini». Il segretario dem ha iniziato il giorno dopo che Romano Prodi aveva rilasciato più o meno lo stesso messaggio agli elettori all’inizio di questa campagna elettorale: Renzi, mai troppo amato da Prodi (assolutamente ricambiato nello stesso modo dal segretario Pd), ha colto la palla al balzo per affondare contro gli ex dem che ora in Liberi e Uguali attaccano un giorno sì e l’altro pure la pratica politica renziana. Ancora questa mattina nell’intervista a Il Mattino, il segretario del Partito Democratico ha attaccato a testa bassa «turatevi il naso e votate Pd. In molti casi non c’è nemmeno bisogno di turarsi il naso, perché i candidati sono ottimi», di fatto citando il celebre motto di Indro Montanelli pro-Dc nel lontano 1976. Per Renzi l’obiettivo è rimanere il primo partito, mentre sul fronte alleane spiega «on sarà possibile fare accordi con gli estremisti», lasciando aperto lo spiraglio per un governo di Larghe Intese con i più “moderati” (Berlusconi?). Grasso non ci sta e all’Ansa attacca il suo ex compagno di partito: «Se Renzi ha detto che bisogna turarsi il naso per votare Pd, non c’è dubbio che anche Prodi si dovrà turare il naso per votare a Bologna Casini e non certamente Errani. Questo è il risultato di una legge elettorale voluta da Renzi, Berlusconi e Salvini».

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